Primi verdetti al Festival di Sanremo, seppur nella categoria minore, quella dei giovani artisti in gara per questa edizione. Antonio Maggio ha infatti conquistato la vittoria tra i quattro finalisti selezionati nelle due giornate precedenti. Un responso composto al 50% dal voto degli spettatori della trasmissione e per il restante 50% dai voti della giuria di qualità, presieduta dal compositore premio Oscar Nicola Piovani e variegata nella sua composizione, con personaggi come Stefano Bartezzaghi accanto a personalità del mondo dello spettacolo come Serena Dandini e Neri Marcorè (che ha sostituito Carlo Verdone, bloccato da un ascesso, e che domani verrà sostituito da Beppe Fiorello). La stessa giuria di qualità ha assegnato anche il premio per il miglior testo a Le parole non servono più di Il Cile, eliminato in precedenza. Il premio della critica è andato invece a Renzo Rubino.
Verdetti giunti dopo l'esibizione di tutti i quattro finalisti, Antonio Maggio con Mi servirebbe sapere, i Blastema con Dietro l'intima ragione, Ilaria Porceddu con In equilibrio e Renzo Rubino con Il postino (amami uomo).
Una pausa quindi nella gara principale, quella dei Campioni, che hanno messo da parte le proprie canzoni e si sono dedicati a celebrare la storia del festival nella Sanremo Story che è stata il fulcro della serata.
Da soli o accompagnati da celebri ospiti, i quattordici Big di questa edizione hanno fornito la propria interpretazione di una canzone che ha fatto la storia del Festival.
Ad aprire questa parata di successi del passato è stata Malika Ayane con Cosa hai messo nel caffè del 1969. E' stato un omaggio nell'omaggio quello fornito da un emozionato Daniele Silvestri a Lucio Dalla, al quale proprio oggi è stata dedicata la sala stampa, con Piazza grande, che nel 1972 si era classificata solo ottava.
Dall'emozione alla grinta di Annalisa Scarrone ed Emma Marrone nella loro interpretazione di Per Elisa che vinse Sanremo nel 1981 e buona intesa tra i Marta sui Tubi ed Antonella Ruggiero nella successiva esibizione di Nessuno, portata al Festival nel 1959.
Originale e personale, ma a nostro parere non riuscita, la versione proposta da Raphael Gualazzi di Luce (tramonti a nord est) di Elisa, prima classificata nel 2001. Meglio hanno fatto i Modà con Io che non vivo del 1965, una cover rockeggiante, grintosa ed enfatica, all'opposto di un sobrio e un po' sottotono Simone Cristicchi nella sua versione di Canzone per te di Sergio Endrigo.
Molta atmosfera nella versione di Tua proposta da Simona Molinari e Peter Cincotti con il maestro Franco Cerri. E' la canzone che portò alla vittoria Massimo Ranieri nel 1988 quella eseguita da Maria Nazionale: Perdere l'amore, cantata con padronanza e controllo.
Arriva dal Sanremo del 1967 Ciao amore ciao di Luigi Tenco alla quale ha reso omaggio Marco Mengoni, anche lui visibilmente emozionato.
E' datata 1964 Un bacio piccolissimo, eseguita con strumenti piccolissimi ma il solito capoccione dei giorni scorsi, da Elio e le storie tese con il consueto genio, dopo una introduzione d'atmosfera ad opera di Rocco Siffredi, che ha poi dialogato con loro nel corso dell'esibizione.
E' poi toccato a Max Gazzè presentare la sua versione di Ma che freddo fa, direttamente dal Sanremo del 1969, senza ospiti ad accompagnarlo come la successiva Chiara Galiazzo, alle prese con una prova non facile nel cantare Almeno tu nell'universo del 1989.
Chiusura affidata agli Almamegretta e la loro versione originale de Il ragazzo della via Gluck del 1966, eseguita senza Raiz, che ha scelto di non cantare per motivi religiosi, ma insieme a Jem Senese al sax, il DJ Clementino e Marcelo Coleman.
L'intento storico-celebrativo è stato presente anche tra gli ospiti della serata, a partire dai primi a salire sul palco, i figli di: Rosita Celentano, Paola Dominguin, Gianmarco Tognazzi e Danny Quinn, presentatori del 39mo festival di Sanremo nell'89, che ironicamente hanno visionato con Fazio e la Littizzetto una montaggio delle tante papere che avevano caratterizzato quella edizione.
E quale occasione migliore per celebrare un personaggio come Mike Bongiorno? Una carrellata di momenti dalle sue partecipazioni al Festival e la presentazione della statua a lui dedicata, che resterà a Sanremo.
Ma è vero che Sanremo è Sanremo, ma non lo è completamente senza Pippo Baudo, perchè come ha detto Fazio chiunque presenti Sanremo, è un po' come se lo presenti lui, perchè del Festival ha inventato tutto. E nella serata dedicata alla Sanremo Story non poteva mancare anche lui tra gli ospiti: Baudo ha raccontato alcuni aneddoti dalle sue prime edizioni e non si è tirato indietro nemmeno quando si è trattato di cantare con Fazio e la Littizzetto, ma ha anche ricevuto il premio città di Sanremo per le sue partecipazioni al Festival.
Ultimi ospiti appartenenti al mondo della musica: il pianista jazz Stefano Bollani, che ha eseguito un suo brano ed un entusiasmante medley di canzoni a richiesta da parte del pubblico tra quelle della storia di Sanremo, per partecipare alla celebrazione della serata; e Caetano Veloso, che quest'anno festeggia settant'anni di età e ben quaranta di carriera. "Un regalo che ci siamo fatti" le parole di Fazio nel presentarlo.
Due ospiti che hanno anche duettato in una versione piano e voce di Come prima.
E prima della chiusura e della proclamazione del vincitore della categoria giovani, un ultimo ospite a sorpresa: dal 1985 il corvo Rockfeller, che molti degli spettatori più giovani difficilmente ricorderanno.