I due figli di Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità di San Patrignano, hanno presentato una querela contro Netflix per il documentario SanPa, accusando lo streamer di diffamazione aggravata per il modo in cui è stato raccontato l'operato del loro defunto padre e per alcune allusioni riguardanti la sua morte.
Ad oltre tre mesi di distanza dall'uscita di Sanpa: Luci e tenebre di San Patrignano, il documentario Netflix continua a far discutere e a dividere il pubblico, tra coloro che hanno apprezzato la possibilità di conoscere sia gli aspetti positivi che quelli negativi della comunità di recupero, e quelli che invece conoscevano personalmente Vincenzo Muccioli e criticano il modo in cui l'uomo è stato descritto. Tra questi ultimi non potevano che esserci anche i figli di Muccioli, i quali, come riporta il Corriere Romagna, hanno scelto di procedere per vie legali e di querelare lo streamer per diffamazione aggravata. In generale, secondo Andrea e Giacomo Muccioli, assistiti dall'avvocato Alessandro Catrani, la serie farebbe una ricostruzione distorta della storia della comunità di San Patrignano e del suo fondatore. Nello specifico, il documentario conterrebbe bugie sulla presunta morte per AIDS di Muccioli ed un collegamento con la sua presunta omosessualità. Già all'epoca del rilascio nel catalogo streaming, l'opera venne aspramente criticata dalla stessa comunità di San Patrignano, la quale la accusava di essere "ricca di spettacolarizzazioni, drammatizzazioni e semplificazioni".
Insomma, dopo mesi di critiche, si è scelto di passare ai fatti. Ricordiamo che Sanpa: Luci e tenebre di San Patrignano contiene anche stralci di un'intervista fatta allo stesso Andrea Muccioli, che ha avuto così l'opportunità di raccontare dal suo punto di vista quanto accaduto nel centro di recupero per tossicodipendenti fondato da suo padre nel 1978. Ideata da Gianluca Neri e diretta da Cosima Spender, l'opera ha rappresentato la prima docuserie originale italiana di Netflix ed ha permesso al pubblico di ricordare o di scoprire per la prima volta una delle pagine di cronaca più controverse e discusse dell'Italia degli anni Ottanta e Novanta.