Il viaggio della signorina Vila di Elisabetta Sgarbi sarà al Festival internazionale del Film che si terrà a Roma al Parco della Musca dal 9 al 17 e sarà in concorso nella sezione CinemaXXI, dove sono stati selezionati film di ricerca e di contaminazione tra le arti: con Elisabetta Sgarbi, tra gli altri, Peter Greenaway, Paul Verhoeven, Marina Abramovic, Wim Wenders, Mike Figgis. Liberamente ispirato a due testi profetici che nel 2012 compiono cento anni, Il mio Carso di Scipio Slataper, e Irredentismo adriatico di Angelo Vivante, Il viaggio della signorina Vila è la prima parte di una esplorazione nel mondo di Trieste. Vila, la giovinetta selvaggia di cui si innamora Slataper undicenne e di cui parla nel suo libro folgorante, è il fil rouge che attraversa Trieste e la sua avventura, da città porto franco, all'occupazione tedesca e poi jugoslava, alle sue profonde radici ebraiche.
Le due voci narranti, quella di Toni Servillo e quella di Lucka Pockaj, raccontano una storia d'amore tra un uomo e una donna di un altro tempo caduti nella Trieste di oggi. È anche la storia d'amore di un intellettuale che si scambia e si specchia con il proprio passato, reale e letterario, e il passato della sua città. È il racconto di dolori, soprusi e autoinganni che hanno solcato Trieste. E' una storia di scienze di lettere, di arte e di impresa, di assicurazioni e di sfide. È una storia di lingue diverse che si parlano anche quando fingono il contrario. È una storia di poeti e di follia. È la storia di generazioni a venire. È la storia di religioni in una città laicissima. È una storia di mare e di venti, di monti e sorgenti. Il viaggio della signorina Vila con tutte le sue storie e i suoi interpreti - da Claudio Magris a Gillo Dorfles, da Mauro Covacich a Luciana Castellina, da Susanna Tamaro a Boris Pahor - prova a stare dove si aprono e si chiudono le porte di questa città straordinaria, non al di qua, non al di là, non dentro e non fuori, non nel passato non nel futuro, ma dove qualcosa può sparire o nascere.