Chi conosce i romanzi di Antonio Manzini sa bene che il suo commissario Rocco Schiavone è un personaggio borderline. Di estrazione operaia, Schiavone si è laureato in Legge ed è entrato in polizia per poi essere trasferito da Trastevere ad Aosta per motivi disciplinari. Prima di iniziare a lavorare, ogni mattina fuma uno spinello, la sua "preghiera laica del mattino", e non disdegna le maniere forti là dove necessario.
Tutto a posto finché questa figura caratterizzata da luci e ombre non si è affrancata dalle pagine dei libri per approdare in tv, per l'esattezza su Rai Due. La scorsa settimana la fiction poliziesca Rocco Schiavone ha fatto il suo debutto sulla Rai provocando lo sdegno di alcuni esponenti politici.
Tra i più accaniti, Maurizio Gasparri si è scagliato contro il commissario interpretato da Marco Giallini ritenendo inaccettabile mostrare un poliziotto che dice parolacce e fuma le canne. Gasparri ha definito Rocco Schiavone un "eroe per imbecilli" presentando poi un'interrogazione parlamentare sottoscritta da Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello per bloccare la fiction.
Tra le voci che si sono levate a difesa della fiction, l'associazione 100autori ha ribattuto definendo "inaccettabile e sconcertante" l'ingerenza della politica sulle scelte artistiche della Rai postando un comunicato stampa sulla pagina Facebook ufficiale in cui si sottolinea che_ "Rocco Schiavone è una fiction di grande qualità, sia nella scrittura che nella realizzazione, e dimostra che i nuovi linguaggi sanno parlare e intercettare il grande pubblico, come testimonia il grandissimo successo che ha visto Rai2, rete che finalmente ospita progetti seriali italiani, chiudere la fascia del prime time negli ascolti come prima rete"_.
Luca Casarini (Sel) ha colto l'occasione delle polemiche scatenate dalla fiction per sollevare la questione della legalizzazione della cannabis dichiarando: "Il problema non è se i poliziotti si fanno o no le canne, ma che in Italia non si riesca ancora ad approvare la legge sulla legalizzazione della cannabis".
Mentre Rocco Schiavone diventa un caso politico, cosa ne pensa l'interprete del tanto bistrattato commissario Marco Giallini? L'attore, intervistato da Virgin Radio, ha commentato: "Fare una fiction in cui di 100 poliziotti in caserma non fuma nessuno, sembrerebbe un po' assurdo. Mi spiace solo che di una serie che ritengo di un certo spessore, si parli solo di questo che fuma. Mi pare riduttivo. Ma facciano quello che vogliono".
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