Ridley Scott e gli alieni: "Pensare di essere gli unici abitanti dell'universo è ridicolo"

Ridley Scott è fermamente convinto dell'esistenza degli alieni e che gli umani non possano essere gli unici ad abitare questa e le altre galassie.

In una recente intervista, Ridley Scott, che qualcosa di fantascienza ne sa, ha riflettuto su quanto questa possa avvicinarsi alla realtà e sulla possibilità dell'esistenza degli alieni e di ulteriori forme di vita nell'universo. Questa è stata la sua conclusione.

Parlando con il sito The Guardian della sua ultima fatica, la serie tv Raised By Wolves trasmessa da HBO Max, Scott ha espresso delle opinioni molto decise quando il discorso si è spostato su ciò che potrebbe esistere sugli altri pianeti nel resto dell'universo. "Considerando anche gli ultimi ritrovati della Nasa, La fantascienza si limita praticamente a 'graffiare la superficie' [di quel che potrebbe essere la realtà]. C'è ancora così tanto che non comprendiamo. E l'idea che tutto ciò che c'è in questa siamo noi è semplicemente assurda" ha affermato il regista.

Keir Dullea in una scena di 2001: Odissea nello spazio (1968)
Keir Dullea in una scena di 2001: Odissea nello spazio (1968)

"Andiamo, è ridicolo! Pensare che sia tutto qui... Ridicolo! Giusto? E poi io sono fermamente convinto di ciò che Kubrick ci ha mostrato in 2001: Odissea nello Spazio - che qualcuno ci abbia sicuramente preceduto -. Di certo è così" continua "Voglio dire, stai scherzando? È per forza così. Credi davvero che sia andata così, che ci sia stato solo questo incidente biologico in un miliardo di anni? Non penso proprio. Ci sono troppi elementi che sono stati messi insieme - per far sì che due più due dia quattro e si trasformi in questa gigantesca equazione -. Credo che ci sia stato una sorta di sistema guida allora che ci ha condotto per questa via".

E dire che proprio in questi giorni si parlava di accordi tra gli alieni e gli USA svelati dall'ex direttore spaziale israelieno (perché diciamolo: se c'è un paese che può avere la risposta a queste domande esistenziali, oltre forse al Giappone, sono proprio gli Stati Uniti).