Richard Linklater avrebbe cambiato idea su Netflix, demonizzata in passato per i danni fatti al cinema in sala e poi rivalutata tanto da accettare una fruttuosa collaborazione col lo streamer.
Le critiche di qualche anno fa di Linklater nei confronti di Netflix sono legate alla distribuzione e la visibilità dell'acclamato Apollo 10 e mezzo, gioiellino realizzato in rotoscope uscito nel 2022 che, secondo il regista, "non è stato diffuso quanto avrebbe potuto esserlo con una distribuzione più tradizionale".
Linklater ha cambiato idea su Netflix?
Interrogato da Vulture sulla possibile acquisizione di Warner Bros da parte di Netflix, Linklater non si è scagliato contro il consolidamento aziendale o la fine della distribuzione cinematografica, ma ha parlato in toni positivi di Ted Sarandos, definendolo un "brav'uomo".
"È davvero affascinante la velocità con cui il settore si trasforma, cambia e si consolida", ha commentato. "I miei due ultimi film con Netflix - Hit Man e Nouvelle Vague - si sono rivelati esperienze positive". La lode si è concentrata poi sul CEO Ted Sarandos: "Ted è una brava persona. In un certo senso, mi fido di lui per questa acquisizione da parte di Warner Bros".
Quest'ultima frase farà storcere il naso ai detrattori dell'accordo e dello streamer. Per molti registi, l'idea che Netflix possieda uno studio storico come Warner Bros. rappresenta la fine del cinema. Linklater, tuttavia, non sembra intenzionato a combattere questa battaglia. "L'industria deve seguire la sua strada", ha affermato.
Quando gli è stato chiesto se Sarandos possa essere "l'Anticristo e il nemico di ogni distribuzione cinematografica", Linklater è scoppiato in una risata sottolineando di aver avuto conversazioni dirette riguardo al sistema dopo l'acquisizione di Nouvelle Vague, in uscita nelle sale italiane il 5 marzo 2026 distribuito da Bim. "Amano i film" ha insistito Linklater, aggiungendo che Netflix "li porterà dove il pubblico li desidera".
Ricordiamo che l'accordo è tutt'altro che concluso. Il colosso Paramount avrebbe fatto una contro offerta in contanti ancor più alta e lo stesso Trump potrebbe intervenire in prima persona per bloccare Netflix proteggendo i propri interessi visto che la posizione dello streamer sarebbe lontana dalla sua visione politica.