Quentin Tarantino: in un grafico le statistiche sulle parolacce e la violenza nei suoi film

Le parolacce e le scene di violenza nei film di Quentin Tarantino secondo una statistica illustrata da un grafico che è stato realizzato da un fan.

Quentin Tarantino e Daryl Hannah scherzano sul set di Kill Bill: Volume 2
Quentin Tarantino e Daryl Hannah scherzano sul set di Kill Bill: Volume 2

Un utente di Reddit ha realizzato un grafico sulle scene violente e le parolacce nei film di Quentin Tarantino. Un grafico in parte discutibile (i commentatori hanno messo in dubbio i dati dei film dove ci sono numerose morti non mostrate sullo schermo), ma che mostra un'evoluzione interessante all'interno della filmografia tarantiniana. Stando alle ricerche fatte da pdwp90, infatti, c'è una concentrazione maggiore di parolacce nei primi tre film del cineasta, mentre nei successivi tendono ad aumentare le morti violente, al netto di alcune omissioni.

Quentin Tarantino
Tarantino presenta il film The Hateful Eight a Roma
Tarantino presenta il film The Hateful Eight a Roma

Per l'esattezza, il lungometraggio di Quentin Tarantino con più parolacce in assoluto sarebbe Pulp Fiction, con oltre 450 imprecazioni, seguito a ruota da Le iene e Jackie Brown. In tutti e tre i film i cadaveri sono al di sotto della decina, mentre in Kill Bill: Volume 1 si superano tranquillamente le sessanta unità, mentre il turpiloquio diminuisce, così come in Bastardi senza gloria (i cui dati sono contestati dai commentatori di Reddit perché non si è tenuto conto di tutti coloro che muoiono fuori campo nell'esplosione finale al cinema) e Kill Bill: Volume 2. Sta abbastanza in alto Django Unchained, con qualche centinaio di termini espliciti e circa una cinquantina di uccisioni. Infine, C'era una volta a... Hollywood se ne esce con pochissimi defunti (quasi tutti nella parte finale), ma più o meno duecento parolacce.

Mancano all'appello The Hateful Eight e Grindhouse - A prova di morte, il che rende la lista incompleta, ma ciò che ha compilato pdwp90 dà già un quadro intrigante di come si è evoluta la filmografia di Tarantino, spesso criticato per l'eccessiva violenza, fisica e verbale. Particolarmente controverso, con tanto di longeva polemica da parte di Spike Lee, è il suo uso di epiteti razzisti nei confronti degli afroamericani, pratica difesa da Samuel L. Jackson, uno degli attori-feticcio di entrambi i registi.