Netflix smentisce di aver investito una forte somma di denaro - si parla di oltre 100 milioni di dollari - per promuovere i suoi film in vista degli Oscar 2020. Un'accusa che era stata mossa alla piattaforma streaming già alcune settimane fa, durante la corsa ai premi.
Agli Oscar 2020, la piattaforma di streaming e polo produttivo Netflix partecipa con una squadra molto assortita di film, ben sette, con un totale di ventiquattro candidature, che ne fa lo studio con più nomination di questa 92esima edizione degli Academy Awards. Con un gruppo di pretendenti alla statuetta così corposo, la spesa per la campagna promozionale di Netflix sarà certamente importante, addirittura supererebbe i 100 milioni di dollari, secondo il Wall Street Journal.
Con candidati all'Oscar come The Irishman e Storia di un matrimonio, non soprende che l'investimento pubblicitario di Netflix sia sostanzioso. Per gli esperti del settore si tratterebbe di una cifra intorno ai 100 milioni di dollari, ma il capo delle produzioni cinematografiche originali, Scott Stuber, smentisce la stima del Wall Street Journal e precisa che la spesa fatta è stata "molto intelligente", aggiungendo anche: "Non penso che stiamo facendo qualcosa che tutti gli altri non stiano facendo a loro volta."
Stando alla stima del giornale che ha pubblicato l'ipotesi di spesa, per ogni film in concorso uno studio spende in media tra i 5 e i 20 milioni. Tenendo in considerazione l'alto numero di candidati per Netflix, e ipotizzando il massimo dell'investimento medio, l'intero budget per i sette film in gara potrebbe tranquillamente andare sui 140 milioni. Naturalmente alcuni avranno un peso pubblicitario maggiore, ma anche in questo caso l'eventuale somma di 100 milioni non è poi così fuori di testa.
Nonostante sia lo studio con più nomination agli Oscar 2020, Netflix non ha grandi probabilità di portarsi a casa i maggiori premi in ballo, escludendo Laura Dern data come favorita per Miglior attrice non protagonista. I risultati sono comunque ancora tutti da accertare e per confermare o smentire dovremo aspettare la nottata del 9 febbraio.