La versione originale di Non ci resta che piangere, storico film con Massimo Troisi e Roberto Benigni, comprendeva alcune sequenze che sono state però eliminate dalla versione poi distribuita. Scopriamo quindi quali sono le scene tagliate della commedia.
Era il 1984 quando usciva per la prima volta Non ci resta che piangere, film scritto, diretto ed interpretato da Roberto Benigni e Massimo Troisi. Nonostante i quasi 40 anni trascorsi, il fascino dell'opera e l'amore che il pubblico nutre nei suoi confronti non è diminuito. Alcune scene sono rimaste scritte in maniera indelebile nella storia del cinema italiano, tra cui quella del monito rivolto a Troisi, "Ricordati che devi morire", a cui l'attore risponde con l'iconico "Mo me lo segno", oppure la scena del passaggio della dogana, "Quanti siete, cosa portate... un fiorino!". Non sono mancati poi momenti di geniale improvvisazione, come quella ammirata nella scena della lettera a Savonarola, omaggio a Totò, Peppino... e la malafemmina del 1956.
Forse non tutti sanno, però, che altre scene sono state tagliate dalla versione del film poi distribuita. La versione originale, in realtà, durava più di due ore. Astriaha, interpretata da Iris Peynado, è la principessa che fa innamorare Saverio, convinto di averla conquistata con la storia di Otello e Desdemona. Coglierà invece lei e Mario in flagrante, mentre consumano la loro passione, e da qui nasce il triangolo amoroso tra i due e Saverio. Tra i due uomini, a quel punto, scatta una rissa in mezzo ai rovi, che però non rovinerà la loro amicizia, anzi. Una seconda scena tagliata riguarda invece la notte d'amore di Massimo Troisi.
Ricordiamo che lo storico film racconta la storia di due uomini, Saverio (Benigni) e Mario (Troisi) che si perdono nella campagna toscana, finendo con l'auto in panne. Lo scoppio di un violento temporale li costringe a rifugiarsi in una locanda, dove trascorreranno la notte. Il mattino dopo scopriranno di essere finiti nel 1492 e da quel momento inizia un viaggio nel tempo ricco di momenti esilaranti e colpi di scena.