Molly Ringwald: "Ho avuto anche io i miei Harvey Weinstein"

L'attrice ricorda le molestie sessuali e le umiliazioni subite, tra cui l'aver dovuto indossare un collare da cane durante un provino.

Anche Molly Ringwald, star delle commedie teen di John Hughes negli anni '80 poi "scomparsa" per molti anni dal giro che conta, ha deciso di dire la sua sulla condizione delle donne a Hollywood e sulle molestie subite nel corso della sua carriera in un articolo pubblicato su New Yorker, intitolato All the Other Harvey Weinsteins.

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L'attrice spiega, però, di aver avuto una relazione solo professionale con Weinstein, con cui ha lavorato in Francia, ma questo non significa che non sia incappata in molestie da parte di altri registi e produttori.

Molly Ringwald in una scena dell'episodio La proposta di matrimonio de La vita segreta di una teenager americana
Molly Ringwald in una scena dell'episodio La proposta di matrimonio de La vita segreta di una teenager americana

"La mia storia con Harvey è diversa, soprattutto per questioni di tempismo. Io ho recitato in uno dei primi film prodotti da Weinstein. Ho accettato un ruolo secondario in Loser Takes All, tratto da Graham Greene. Avevo vent'anni. L'idea di interpretare un ruolo di supporto in un piccolo film inglese mi piaceva dopo il grande successo dei film di John Hughes. In più ero una grandissima fan dell'opera di Graham Greene. Quando sono iniziate le riprese, in Francia, sono stata messa in guardia sul produttore, ma non ne avevo mai sentito parlare e non avevo ragione di temerlo. Si percepiva che lui e il fratello Bob stavano diventando potenti ed era difficile lavorare con loro. Nel corso di una cena al Chèvre d'Or, in un piccolo villaggio medievale, c'è stato un attimo di tensione quando Harvey ha accusato i colleghi inglesi di considerare gli americani come i "ragazzini delle colonie." Doveva essere uno scherzo, ma l'atmosfera era gelida e mi ha fatto pensare che questo tipo fosse instabile".

La Ringwald prosegue: "Per fortuna non sono stata convinta a salire su un taxi né ho dovuto rifiutare massaggi. Sono stata fortunata. O forse è successo perché in quel momento ero io quella ad avere maggior potere. Mancava ancora qualche anno prima che Weinstein vincesse il primo Oscar con Il paziente inglese. La cosa peggiore che ho dovuto fare è stato discutere su alcune pagine aggiunte nel copione in un secondo tempo. Io e Robert Lindsay avevamo accettato di fare il film diretto da un regista e a un certo punto ci è stato chiesto di voltargli le spalle e interpretare scene di cui non conoscevamo l'esistenza. Non avevamo ancora finito di girare e il film era già stato tolto al suo regista. E' stato rimontato e il titolo è stato cambiato. Weinstein lo ha intitolato Strike It Rich perché sosteneva che gli americani non avrebbero gradito la parola "loser" nel titolo. Ha modificato anche il poster, incollando la mia faccia su un altro corpo vestito come una pinup, con una mano tesa ad accettare un diamante, come Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde. Non avrei mai posato in una foto come quella, dal momento che non aveva niente a che fare col mio personaggio. Alla fine il film è stato un fiasco. Io avevo una percentuale sugli incassi e, se la percentuale è grossa, fai comunque soldi. Ho scoperto tutto ciò un anno dopo, quando il mio avvocato mi ha chiamato per dirmi che la percentuale che mi spettava mi era stata negata. Mi ha proposto di denunciare i fratelli Weinstein, cosa che ho fatto e non ho mai più lavorato con loro".

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Il non essere molestata da Harvey Weinstein nel corso della loro collaborazione, non significa che a Hollwyood Molly Ringwald non abbia incontrato figure moleste che le hanno mancato di rispetto in mille modi. "Quando avevo tredici anni un membro della crew cinquantenne mi ha detto che mi avrebbe insegnato a ballare e poi si è strusciato su di me con un'erezione. Quando ne avevo quattordici un regista sposato ha infilato la lingua nella mia bocca sul set. A quel tempo stavo ancora cercando di capire cosa significasse diventare una giovane donna sessualmente piacente, a ogni angolo qualche uomo più vecchio cercava di accelerare il processo. E tutto questo è accaduto nonostante avessi dei genitori molto protettivi, che hanno fatto del loro meglio per aiutarmi. Mi vengono i brividi a pensare cosa sarebbe accaduto se non li avessi avuti. Quando avevo vent'anni, durante un'audizione mi è stato chiesto dal regista di indossare un collare da cane intorno al collo. Questa cosa non era scritta da nessuna parte e non aveva senso nella storia. L'attore con cui sostenevo il provino era un mio amico e mi ha guardato con il panico nello sguardo. Era affranto mentre metteva le mani intorno al mio collo. Non so neanche se mi ha messo il collare perché ho avuto quasi un'esperienza extracorporea. Vorrei pensare di essermene andata, ma esiste un vecchio VHS in cui cerco di ricordare le battute con un collare da cane indosso di fronte a un giovane uomo per cui avevo avuto una cotta. Ho pianto nel parcheggio e quando sono tornata a casa ho chiamato il mio agente per raccontagli quanto accaduto, lui ha riso e mi ha detto "Almeno avrai un ricordo". L'ho licenziato e poco dopo mi sono trasferita a Parigi".

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