Ad un mese dall'uscita di The Suicide Squad - Missione Suicida, il film di James Gunn che la vedrà tornare nei panni di Harley Quinn, Margot Robbie è apparsa sulla copertina di British Vogue ed ha approfittato delle foto e dell'intervista rilasciata al magazine per ricordare alcuni dei momenti più decisivi della sua carriera.
"Immagina di correre lungo una spiaggia", ha detto Margot Robbie all'inizio della sua intervista a British Vogue, aggiungendo: "Stai correndo molto velocemente lungo una spiaggia e, se giri a sinistra, verrai fatto saltare in aria. Se calpesti una pietra, verrai fatto saltare in aria. Quindi devi restare sulla tua strada". Il riferimento di Margot Robbie è alle sensazioni provate durante le riprese di Suicide Squad del 2016, la prima occasione in cui ha interpretato Harley Quinn, la "psicopatica professionista" ed ex amante di The Joker. Da allora, ha interpretato Harley nello spin-off del 2020 Birds of Prey e tornerà a farlo il mese prossimo nell'attesissimo lungometraggio di Gunn.
Durante l'intervista, Robbie ha parlato anche delle sue emicranie. Le ha da quando aveva otto anni e viveva ancora nell'entroterra della Gold Coast australiana con sua madre e tre fratelli. "Potrei essere in una stanza buia", ha spiegato, massaggiandosi le tempie, "e se qualcuno accendesse un fiammifero mi sentirei, tipo, accecata. Quando ho questo dolore, essere sul set rappresenta il posto peggiore: prendo le mie medicine, mi siedo nella roulotte e chiedo di truccarmi al buio".
Nonostante abbia solo 31 anni, Margot Robbie vanta già una carriera come quelle di star che hanno il doppio dei suoi anni, dimostrando da sempre di riuscire ad ottenere ciò che vuole. A 17 anni, ad esempio, ha scritto ai produttori di Neighbours, ottenendo un ruolo come membro del cast regolare. Tre anni dopo si è trasferita in America ed è stata scelta per la serie drammatica Pan Am. Poi è arrivato The Wolf of Wall Street, il film di Martin Scorsese che in seguito ha ammesso di vederla come una combinazione di tre leggendarie attrici di Hollywood: Ida Lupino per la sua "audacia emotiva", Carole Lombard per la sua abilità comica e Joan Crawford per la sua durezza. "Questo ha cambiato la situazione in cui mi trovavo. È stata una grande svolta per me", ha ricordato Robbie.
Come se non bastasse, ha scelto di dedicarsi anche alla produzione. Nel 2014 si è trasferita a Londra ed ha avviato una società con tre dei suoi coinquilini dell'epoca, uno dei quali (Tom Ackerley, che aveva conosciuto come assistente alla regia mentre lavorava all'adattamento cinematografico di Suite Francese) è diventato suo marito due anni dopo. Hanno chiamato la società LuckyChap, e il suo scopo era quello di raccontare le storie delle donne sullo schermo e di supportare le creatrici dietro le quinte, un piano basato tanto sugli affari quanto sulla politica. La sceneggiatura di Tonya, il biopic della pattinatrice sul ghiaccio Tonya Harding, era in giro da un po' prima che LuckyChap lo comprasse e, subito dopo il matrimonio di Robbie, sono partite le riprese. Il film ha fatto guadagnare a Robbie la sua prima nomination all'Oscar come migliore attrice.
Ed è allora che ha scritto un'altra lettera, questa volta chiedendo a Quentin Tarantino di incontrarsi. Alla fine il regista l'ha scelta per il ruolo di Sharon Tate in C'era una volta a... Hollywood. Successivamente, la sorella di Tate ha detto che ha pianto sentendo la voce di Sharon provenire dalla bocca di Robbie. Poi c'è stato Bombshell, dove ha interpretato Kayla, un personaggio immaginario basato su diversi resoconti di vita reale di donne che hanno subito molestie sessuali e che lavoravano per Fox News. Robbie ha ammesso che quando tornava a casa dal set le tremavano le mani: "C'è qualcosa di fisiologico che ti succede quando reciti, anche se il tuo cervello sa che è tutta una finzione".
Nel 2017, invece, LuckyChap ha iniziato a sviluppare Una donna promettente di Emerald Fennell. "Margot è unica, così come la società che ha fondato. È stato interamente grazie alla sua tenacia, brillantezza e determinazione di LuckyChap che siamo stati in grado di realizzare il film in un modo così intransigente", ha affermato di recente Fennell che, con questa opera, ha vinto un Oscar per la sceneggiatura originale.