Era la scorsa estate quando Luca, l'ultimo film targato Disney Pixar, faceva il suo debutto su Disney+. Da allora la pellicola ha avuto un grande successo, ed è anche tra i possibili candidati all'Oscar, ma in molti si chiedono se quella dei giovani protagonisti sia una storia gay, almeno per quanto riguarda il sottotesto narrativo. Questa sembra, infatti, un'interpretazione piuttosto diffusa, ma è così che è stato inteso il rapporto tra Luca e Alberto? Ecco la risposta del regista, Enrico Casarosa.
Basata parzialmente sull'esperienza personale di Casarosa, che ha voluto inserire elementi della sua infanzia e adolescenza trascorse sulle coste italiane assieme al proprio migliore amico, Luca non sembrerebbe essere partita con quell'intenzione, almeno stando a quanto affermato dal regista ai microfoni di The Wrap.
"Ne abbiamo parlato, ma credo che il motivo per cui non ne abbiamo parlato poi più di tanto e in tal modo è perché siamo un po' sorpresi del fatto che in molti si sono focalizzati sul lato romantico, quando il nostro focus era l'amicizia, e quindi un periodo pre-romanticismo" spiega "Ma è ad ogni modo un tipo di amore, no? Vediamo tanti abbracci e molto contatto fisico, e la mia esperienza in quanto uomo etero di certo non è stata così. Le cose di cui abbiamo effettivamente parlato riguardano la metafora che qui è rappresentata dall'essere un mostro marino, cioè essere diverso. E alcune persone sembrano infastidite dal fatto che non stia negando o confermando nulla, ma trovo che questo sia un film che rappresenti l'apertura nei confronti di ogni tipo di diversità".
Casarosa ha poi aggiunto che in realtà il "tipo di diversità" a cui si riferisce principalmente il film, o almeno quella era l'intenzione durante la sua realizzazione, è quello della razza, piuttosto che una relativa alla sessualità: "Perché ci sono tanti modi in cui dei ragazzi possono sentirsi degli outsider. È così varia come esperienza. E la mia versione è stata quella di due ragazzini un po' strambi, [che potevano essere etichettati] dei perdenti, e quindi non è esattamente quello il punto di partenza, ma trovo meraviglioso e ancor più formidabile il fatto che la comunità LGBTQ+ che si è sempre sentita come un outsider, e che ha avuto delle esperienze simili ma in modo molto più acuito rispetto a quanto accaduto a me, [l'abbia vista in questo modo]. Mi sono sentito davvero onorato e non mi piace dare una risposta secca 'sì o no'. Posso dire che non è come l'ho scritto. Non è stata la mia esperienza, ma amo il fatto che quella metafora venga letta in modi così differenti".
Dopotutto, il tema portante di Luca è l'accettarci così come siamo, partire all'esplorazione di noi stessi e accettare senza timori ciò che ne risulta: "Con un film che inneggia all'apertura, alla curiosità e l'accettazione nei nostri confronti e in quelli altrui, credo che dobbiamo accogliere tutte le maniere diverse in cui un simile concetto possa manifestarsi" continua Casarosa "Ma credo che il motivo per cui non avevamo previsto una simile reazione è perché il nostro focus, come dicevo, era sul periodo della pre-pubertà. Non ci sono ancora le cotte o attrazioni di quel tipo. E continuavamo a dire 'Magari l'estate prossima, probabilmente, giusto?'. E non sapevamo in che direzione sarebbe andata, ma sapevamo che non volevamo ancora andare così avanti ad esempio con Julia. Volevamo che al centro di tutte ci fosse l'amicizia tra i tre ragazzi".
Ciò che è chiaro, però, è che "il punto di tutto è l'accettare la propria identità. 'Eccomi qui. Lasciate che il mondo abbia a che fare con me [così come sono]. E abbiamo pensato che una cosa del genere potesse far sì che tutti vi si rispecchiassero, quale che fosse il modo in cui si sentivano diversi, e quindi da questo punto di vista è vero, è una sorta coming out".