Look Back, il regista difende l'IA: "È democratica, rende più accessibile l'arte a chi non è artista"

Nel mezzo delle numerose controversie legate all'IA, Kiyotaka Oshiyama, regista dell'acclamato film anime Look Back, sostiene che l'Intelligenza artificiale può essere uno strumento prezioso per la "democratizzazione" dell'arte.

Una scena di Look Back

Kiyotaka Oshiyama, regista del film anime Look Back, affronta il tema dell'intelligenza artificiale nel mondo dell'animazione. Pur riconoscendone i rischi, difende l'uso dell'AI come strumento di accesso creativo per chi non possiede abilità tecniche. Secondo lui, vietarne l'uso significherebbe negare un'opportunità espressiva a chi ne ha bisogno.

Kiyotaka Oshiyama, regista di Look Back, favorevole all'AI nell'arte

Nel mezzo del fuoco incrociato che infiamma l'industria dell'animazione, Kiyotaka Oshiyama, regista del delicato Look Back, offre un punto di vista sorprendentemente equidistante sull'uso dell'intelligenza artificiale nella creazione artistica. Intervistato da Anime News Network, Oshiyama ha preso posizione nel dibattito sull'AI, sostenendo che, pur con tutti i pericoli legati a usi illeciti e appropriazioni indebite, questa tecnologia può rappresentare una rivoluzione democratica per l'arte. "Le persone che dicono che l'arte AI la rende più accessibile a chi non può esprimersi attraverso metodi tradizionali... beh, non voglio togliere loro questa possibilità", afferma con convinzione. Secondo lui, escludere l'AI a priori significa privare una parte della popolazione della possibilità di esprimersi, di partecipare a un linguaggio artistico che fino a ieri era tecnicamente inaccessibile.

Un Amicizia Unica In Look Back
Una scena di Look Back

Per spiegare la sua visione, Oshiyama paragona l'intelligenza artificiale alla lavatrice: una tecnologia che ha trasformato un'attività quotidiana rendendola meno faticosa. "Credo che la tecnologia impedisca alle persone di tornare indietro. Una volta esisteva solo il lavaggio a mano. Ma ora che c'è la lavatrice, chiedere di tornare indietro è fuori discussione_", spiega. Un'analogia che non sminuisce il valore dell'artigianato, ma sottolinea come l'evoluzione tecnologica ridisegni inevitabilmente le regole del gioco, anche nel mondo creativo.

Oshiyama, che ha adattato Look Back, il toccante manga one-shot di Tatsuki Fujimoto (Chainsaw Man), non è cieco davanti agli abusi. E mette in chiaro i confini: l'uso dell'AI per replicare stili protetti da copyright, come quelli dello Studio Ghibli, o per clonare voci di doppiatori a scopo commerciale, non è accettabile. "Usare l'AI per farle apprendere i paesaggi naturali o il realismo dell'ambiente per creare arte è totalmente legittimo. Ma quando si tratta di usi illeciti, illegali, malintenzionati, dico forte e chiaro che non è qualcosa che si dovrebbe fare", ha dichiarato senza esitazione.

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Nel contesto di un settore dove l'AI è già ampiamente integrata - dalla traduzione automatica di manga alle prime serie televisive generate da algoritmi - Look Back emerge come un'opera che riflette proprio sul significato profondo del fare arte. "Non ho realizzato questo film per negare le possibilità creative offerte dall'AI o le opinioni di chi dice che l'AI consente di toccare la propria creatività", chiarisce Oshiyama. È un invito a distinguere tra scorciatoie pericolose e nuove possibilità di accesso, tra furti stilistici e autentiche aperture verso l'arte. Una linea sottile, che forse solo chi ha uno sguardo sensibile come quello di Look Back può riuscire a raccontare davvero.