Un autore di manga in vacanza, uno scambio di persona, una confessione che svela un crimine: da questo spunto prende vita Rohan Kishibe at a Confessional, film che porta l'universo di Le Bizzarre avventure di Jojo di Hirohiko Araki tra i canali di Venezia. Dopo l'uscita nei cinema giapponesi, l'opera approda su Prime Video con un tocco tecnologico che ha già acceso il dibattito.
Un viaggio tra laguna e segreti con Rohan Kishibe
Tra i numerosi racconti che compongono lo spin-off Così parlò Rohan Kishibe, il capitolo Zangeshitsu - tradotto come "Al confessionale" - occupa un posto speciale: fu il primo a essere scritto dal maestro Hirohiko Araki. La sua trasposizione cinematografica, Kishibe Rohan wa Ugokanai: Zangeshitsu, è arrivata nelle sale giapponesi lo scorso maggio, conquistando il quarto posto al botteghino con un incasso iniziale di 260,7 milioni di yen e chiudendo la corsa oltre i 780 milioni (circa 4,5 milioni di euro).
Ora il film è pronto a sbarcare in streaming il 12 settembre su Prime Video, disponibile in Italia e in oltre 160 Paesi. Un'uscita che sembra un omaggio naturale alla location della storia: le riprese si sono svolte a Venezia, luogo chiave della vicenda in cui Rohan, durante una vacanza, viene scambiato per un sacerdote e ascolta la confessione di un uomo che afferma di aver commesso un crimine indicibile.
IA, musica e fedeltà all'opera originale
A interpretare il carismatico Rohan torna Issei Takahashi, volto ormai inscindibile dal personaggio grazie alle precedenti produzioni live action. Accanto a lui, Marie Iitoyo riprende il ruolo di Kyoka Izumi, l'editor che accompagna l'autore nelle sue avventure.
La regia è affidata a Kazutaka Watanabe, con sceneggiatura di Yasuko Kobayashi e supervisione al design firmata da Isao Tsuge: un team che richiama la cura tipica dei precedenti progetti legati all'universo JoJo.
Ma a catalizzare l'attenzione è stata soprattutto la colonna sonora: come rivelato da Naruyoshi Kikuchi, le musiche sono state "interamente composte con l'ausilio di IA generativa". Kikuchi, che aveva già sperimentato queste soluzioni, ha spiegato: "La composizione con IA permette di inserire elementi allucinatori di cose che non esistono nella realtà. Il risultato finale è una musica solenne, inquietante e dal sapore alternativo".
Una scelta che ha diviso i fan: c'è chi minaccia il boicottaggio, chi invece difende la sperimentazione in nome dell'innovazione artistica. Sul tema si era espresso lo stesso Araki, dichiarando che gli strumenti digitali possono essere utili ma "la capacità manuale resta il segno distintivo dell'autenticità".
Con questo nuovo adattamento, lo spin-off di Araki non solo conquista un pubblico globale, ma apre un dibattito sulla contaminazione tra arte e tecnologia, tra tradizione artigianale e creatività algoritmica. Venezia diventa così non solo scenario, ma metafora perfetta: una città sospesa tra antico splendore e modernità, proprio come il mondo di Rohan Kishibe.