La casa dalle finestre che ridono: ecco dove si trova il casolare del film

Per le riprese di La casa dalle finestre che ridono, Pupi Avati scelse il casolare di Fiorenzo, da tempo disabitato: ecco dove si trova e chi dipinse le labbra sulle finestre.

La casa dalle finestre che ridono è un film del 1976 diretto da Pupi Avati, la pellicola ha vinto il premio della Critica al Festival du Film Fantastique di Parigi diventando un film cult. L'edificio denominato 'la casa dalle finestre che ridono', che da il titolo al film, era un casolare, che adesso non esiste più, situato presso Malalbergo, in provincia di Bologna

Il regista doveva trovare un casolare isolato, che apparisse fuori dal mondo e diventasse il centro della storia, la cosiddetta 'casa maledetta', il centro della storia del suo film. Il casolare di Fiorenzo, da tempo disabitato e abbandonato al suo triste destino, gli sembrò perfetto. Alcuni membri del cast e della troupe, soltanto dodici persone in tutto, passarono sulla statale e vedendolo capirono immediatamente di aver trovato ciò che cercava Avati.

Lino Capolicchio in una scena de LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO
Lino Capolicchio in una scena de LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO

Dopo essersi informato adeguatamente il regista bolognese chiese il permesso di poter disegnare sopra i muri dell'edificio. Non ci fu alcun problema visto che la casa, già in precarie condizioni, sarebbe stata presto demolita. Uno studente americano che soggiornava a Roma nella pensione allora gestita dalla madre del regista, si unì ad Antonio Avati, fratello di Pupi, ed insieme disegnarono sulle finestre del casolare di Fiorenzo grandi labbra carnose e sorridenti, che sarebbero poi diventate l'emblema del film.

A proposito della realizzazione della pellicola lo stesso Avati ha dichiarato: "Perché non proviamo a fare un film economico? Il budget più basso per un film per il 1976 era stato di 552 milioni di lire. Riuscì ad avere nel cast Lino Capolicchio, che all'epoca era una star, e avevo pensato a Mariangela Melato, che aveva debuttato con me con Thomas e gli indemoniati. Ma lei, che era diventata una star, mandò il suo agente a dirci di non rompere le scatole. Così scelsi Francesca Marciano e partimmo in 12 persone, andammo nelle Valli di Comacchio a girare questo piccolissimo film. Tutti facevamo un po' di tutto. Mio fratello Antonio ad esempio dipinse le bocche sulla Casa dalla finestre che ridono e si occupò dei costumi ... Ma mi sono divertito moltissimo a girarlo."