La Bufera, il primo documentario sui whistleblower italiani, da oggi in streaming su MyMovies

Il documentario La Bufera, sulla storia dei whistleblower italiani, è disponibile da oggi 19 febbraio in streaming su MyMovies.it.

La Bufera - Cronache di Ordinaria Corruzione, il documentario sul fenomeno del whistlebowling italiano, è da oggi 19 febbraio disponibile in streaming su MyMovies.it, dove resterà visibile fino al 18 aprile.
Il progetto è realizzato dal regista Marco Ferrari con la collaborazione dell'associazione The Good Lobby.

Il progetto La Bufera - Cronache di Ordinaria Corruzione racconta la storia di sette whistleblowers italiani, con lavori ed esperienze di vita differenti, accomunati da vicende solo apparentemente divergenti, in realtà molto simili per dinamiche e per le ripercussioni che hanno avuto sulle loro vite. Raggiri, pressioni, intimidazioni, isolamento: ognuno di loro infatti, non importa se impiegato, dipendente pubblico, professionista, ha affrontato gli stessi ostacoli.
Nel documentario i sette protagonisti ci raccontano casi di corruzione vissuti in prima persona e conducono gli spettatori in stanze dove vengono presi accordi illeciti, rivelando quello che hanno visto. Ognuno di loro narra una vicenda diversa, ma che segue lo stesso copione: corruzione sistematica, tentativi di cooptazione, intimidazioni per chi non sta al gioco, isolamento, mobbing. Attraverso le interviste emerge la storia di un normale cittadino che scopre i crimini dei propri capi e deve decidere cosa fare. In gioco c'è il suo futuro, la sua vita e quella della sua famiglia. Dall'altro lato del tavolo c'è un sistema criminale che attenta alla qualità dei nostri servizi pubblici e arricchisce le tasche dei più furbi.

Tra le storie ci sono quelle di Raphael Rossi, tecnico in materia di rifiuti e testimone di giustizia, e Giambattista Sciré, il ricercatore che ha denunciato un caso eclatante di favoritismo all'Università di Catania.
Il film, realizzato fra il 2016 e il 2019, già finalista al Trieste Film Festival e presentato in anteprima mondiale al Festival del documentario di Leipzig, non è un reportage sui loro casi di cronaca. Vuole invece essere un'indagine su un meccanismo discriminatorio, radicato nella nostra cultura lavorativa: chi denuncia i crimini del potere, invece di essere apprezzato, viene spesso trattato come un traditore e, infine, diventa vittima dell'organizzazione per cui lavora.
Il documentario, la cui distribuzione nelle sale è stata rimandata a causa della pandemia, diventa fruibile online, all'interno della rassegna A tutto schermo organizzata dalla Rete degli Spettatori.
Nel corso del 2020, sono emersi nuovi casi eclatanti di whistleblowing legati alla gestione della pandemia, sia in ambito sanitario che politico/diplomatico e di salute pubblica. Emblematico il caso di Francesco Zambon, ricercatore dell'Organizzazione mondiale della sanità che ha denunciato il ritiro da parte dell'OMS di un rapporto sulle carenze della risposta italiana al coronavirus, come riportato dal programma televisivo di giornalismo d'inchiesta Report. Il ricercatore ora afferma di subire ritorsioni per avere rivelato l'accaduto e chiede all'agenzia di essere all'altezza dei suoi obblighi di protezione dei whistleblower.
Un altro grave caso è quello che riguarda Hamala Diop, ex operatore sanitario licenziato per avere segnalato presunte irregolarità nella gestione dell'emergenza coronavirus all'interno della RSA per cui lavorava, rendendo noto l'accaduto anche ai media. In seguito alla denuncia Diop è stato licenziato e ad oggi, nonostante il suo ricorso contro il licenziamento, è da 10 mesi senza lavoro.

Federico Anghelé, direttore dell'associazione The Good Lobby ha dichiarato: "La sua vicenda, in particolare, sottolinea quanto sia urgente il recepimento della direttiva europea 2019/1937 sul whistleblowing, alla cui approvazione ha contribuito anche The Good Lobby, assieme a diverse altre organizzazioni della società civile. Se la direttiva fosse già stata in vigore, infatti, sarebbe stato possibile proteggere casi come quelli di Diop e evitare ritorsioni. La legge italiana sul whistleblowing in vigore, infatti, per cui ci siamo impegnati a lungo, deve essere migliorata. Il recepimento della direttiva, che dovrebbe avvenire al massimo entro la fine di quest'anno, permetterebbe di colmare le lacune della norma italiana ed estendere le tutele anche ai lavoratori del settore privato".