KPop Demon Hunters riscrive la storia di Netflix, diventando il titolo originale più visto sulla piattaforma

Con oltre 314 milioni di visualizzazioni, l'epopea animata diretta da Maggie Kang e Chris Appelhans è diventata il titolo originale più visto nella storia di Netflix, segnando un nuovo traguardo per i contenuti coreani e il potere globale del fandom.

Una scena di Kpop Demon Hunters

Il cinema d'animazione incontra il pop coreano in un'esplosione di colori, ritmi e demoni: ecco come KPop Demon Hunters, nato come scommessa, si è trasformato in un fenomeno planetario. Netflix si ritrova così tra le mani un nuovo colosso culturale, il titolo originale più visto nella sua storia.

Un film che ha infranto ogni barriera

Debuttato il 20 giugno sulla piattaforma, KPop Demon Hunters porta la firma dei registi Maggie Kang e Chris Appelhans e racconta la sfida tra la girl band Huntr/x, formata da intrepide cacciatrici di demoni, e la boy band infernale dei Saja Boys. Una trama che potrebbe sembrare un gioco ironico, ma che si rivela invece un perfetto equilibrio tra azione, fantasia e cultura pop.

Un Momento Tenero Di Kpop Demon Hunters
Una scena di KPop Demon Hunters

La risposta del pubblico è stata immediata e travolgente: il film ha ottenuto il 95% di gradimento su Tomatometer e un quasi unanime 99% su Popcornmeter, dati che confermano l'entusiasmo diffuso sia tra critici che spettatori.

Netflix ha reso noto che il titolo ha raggiunto quota 314,2 milioni di visualizzazioni in meno di tre mesi, un traguardo che ha spazzato via il precedente primato detenuto da Red Notice (fermo a circa 240 milioni dal 2021).

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Non solo: si tratta del primo film originale Netflix a conquistare il box office statunitense con una release limitata in versione karaoke, un esperimento che ha unito streaming e sala come mai prima d'ora. La piattaforma, che già aveva registrato con Squid Game il potere planetario delle produzioni coreane, ora si trova davanti a una nuova pietra miliare, capace di trainare il pubblico oltre ogni barriera linguistica e culturale.

L'onda lunga della cultura coreana e il futuro del franchise

Il successo di KPop Demon Hunters dimostra due dinamiche cruciali per il futuro dell'intrattenimento digitale. Da un lato, la consacrazione definitiva della K-culture come forza motrice globale: dopo i record delle serie drammatiche e dei gruppi musicali, anche l'animazione coreana trova un linguaggio universale che dialoga con pubblici diversi.

Una Scena Di Kpop Demon Hunters
Un momento di Kpop Demon Hunters

Dall'altro, l'intelligenza produttiva di Netflix, che ha saputo unire il fascino della musica pop con l'energia dell'action-fantasy, creando un prodotto capace di catturare sia i fan del K-pop che gli appassionati di cinema d'animazione.

Il film, descritto come "divertente, pieno d'azione, emotivamente solido e profondamente consapevole della cultura K-pop, senza usarla come una trovata", ha dimostrato che non si tratta di una curiosità passeggera, ma di un titolo con basi solide. Le protagoniste Huntr/x sono eroine credibili e sfaccettate, i villain possiedono il carisma giusto per restare impressi, e le canzoni sono state pensate per restare nella memoria del pubblico.

In questo senso, KPop Demon Hunters non ha soltanto infranto un record: ha fissato un nuovo standard per l'animazione contemporanea. Non sorprende quindi che già si parli di sequel, perché un fenomeno capace di unire così tanti spettatori sotto la stessa melodia non può che essere il primo capitolo di una saga destinata a lasciare il segno.