Il film I Peccatori di Ryan Coogler affonda le radici nel mito di Robert Johnson, leggendario bluesman del Delta del Mississippi. La figura di Sammie, protagonista della pellicola, ricalca la vita dell'artista, evocando la celebre leggenda del patto col diavolo che il vero musicista avrebbe stretto. Un racconto tra folklore e critica sociale, dove musica, identità e dannazione si intrecciano sullo sfondo di un'America vampirica.
I Peccatori, chi è il vero Robert Johnson dietro Sammie
Nel gotico e torbido sud degli Stati Uniti degli anni '30, I Peccatori disegna una mitologia cinematografica in cui gangster, vampiri e blues si fondono come in un incubo a suon di musica. E al cuore di questa narrazione firmata Ryan Coogler, c'è lui: Sammie Moore, giovane prodigio della chitarra dal Mississippi che sembra uscito da un vecchio vinile graffiato. Il suo personaggio, interpretato da Miles Caton, è un chiaro omaggio a Robert Johnson, la leggenda maledetta del blues, noto per aver stretto un patto col diavolo a un crocevia polveroso per diventare un virtuoso assoluto della sei corde.

Nella realtà, Johnson morì a soli 27 anni, lasciandosi dietro una manciata di brani capaci di stregare generazioni - da Clapton a Dylan - e una biografia tanto scarna quanto mitologica. Come lui, Sammie si muove tra juke joint fumosi e divieti familiari: suo padre, un predicatore inflessibile, lo accusa di suonare la "musica del Diavolo". Ma nel film, quel sospetto diventa letterale: le note di Sammie attirano creature oscure, evocano spiriti, aprono portali temporali.
La potenza narrativa del film si accende proprio lì, nel crocevia tra superstizione, dolore e desiderio di libertà. Se Johnson fu accusato di aver perso la moglie per colpa del blues, Sammie in I Peccatori porta sulle spalle la morte di amici e della sua amata Pearline, inghiottiti da una spirale d'oscurità. La sua parabola riecheggia le liriche di "Me and the Devil Blues", dove il protagonista lascia casa con il Maligno al fianco. Anche Sammie, alla fine, volta le spalle al padre e alla repressione per salire su un palco a Chicago negli anni '90, sopravvissuto ai decenni come se un patto fosse davvero stato firmato. Coogler conferma: "Una leggenda su un uomo che vende l'anima per saper suonare... quando la vita ti condanna, cosa sei disposto a cedere per liberarti?". E mentre il vampirismo del film si fa metafora dei compromessi estremi, Sammie sceglie di vivere e soffrire attraverso la musica. Una vita lunga, sì, ma intrisa di rimpianti e gloria: come se fosse ciò che Robert Johnson avrebbe potuto essere, se solo non fosse morto troppo presto.