Ormai la presenza di J.K. Rowling in un progetto può diventare scomoda, ma le idee transfobiche espresse dalla scrittrice inglese non influenzeranno in alcun modo la serie reboot di Harry Potter nonostante il suo coinvolgimento.
In quanto creatrice dell'universo di Harry Potter, Rowling è coinvolta attivamente nello sviluppo della serie reboot che trasporrà il magico mondo di Harry e dei suoi amici sul piccolo schermo avendo a disposizione maggior spazio, visto che ogni stagione corrisponderà a un romanzo. Ma il CEO di HBO Casey Bloys si è sentito in dovere di rassicurare i fan preoccupati per la visione transfobica espressa a più riprese dalla scrittrice sui suoi social media.
Interrogato dai media sulle dichiarazioni controverse di J.K. Rowling su transgender e cambio di sesso, Bloys ha spiegato che l'autrice è stata "coinvolta nel processo di selezione dello sceneggiatore e del regista e, immagino, avrà delle opinioni sul casting", ma il suo coinvolgimento non ha impedito a nessuno di partecipare alla serie, come riporta IndieWire.
Una serie che rivendica la propria indipendenza
HBO ha scelto Francesca Gardiner come showrunner della serie su Harry Potter, mentre il regista di Succession Mark Mylod si occuperà della produzione esecutiva e della regia di alcuni episodi.
HBO sta pianificando numerose stagioni dello show, una per ogni romanzo della saga, ed è attualmente in corso il casting per trovare i nuovi Harry, Ron ed Hermione.
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Riguardo alle tempistiche, Casey Bloys ha spiegato che la serie uscirà non prima del 2027, ma "non prendete la data in modo letterale perché è troppo presto, al momento siamo concentrati sulla scrittura e sul casting". Ha aggiunto però che stanno valutando di girare la prima e la seconda stagione quasi di seguito per risolvere il problema della crescita dei giovani attori. Mentre possono farla franca con una differenza di età tra 13 e 15 anni, "dagli 11 ai 13 anni è un grande salto nella vita dei ragazzi e vogliamo assicurarci che non crescano troppo nello iato tra le due stagioni".