Nel 2008 Gran Torino si affermava come un clamoroso successo commerciale e critico e, agli occhi del co-protagonista Bee Vang, poneva il problema del razzismo contro gli asiatici negli Stati Uniti d'America sotto gli occhi del dibattito pubblico. Allo stesso tempo, però, oltre ad aver focalizzato l'attenzione degli americani nei confronti degli asiatici, il film di Clint Eastwood ha anche trattato la tematica in modo alquanto pericoloso.
In un breve saggio scritto per NBC News, Bee Vang ha scritto: "Nel 2008 ho interpretato Gran Torino, film che narra dello strano legame tra due persone molto distanti tra loro. Per gli asiatici di tutto il mondo è stato un momento cinematografico davvero straordinario nonostante la quantità di insulti razzisti contenuti nel film. All'epoca, molti hanno riflettuto sul carattere gratuito di questi insulti. Altri, invece, li ritenevano semplicemente scherzosi e basta. In occasione di molte presentazioni pubbliche del film, trovavo fastidiose le risate delle persone caucasiche presenti in sala in occasione degli insulti ricevuti dagli asiatici durante il film. All'epoca tutti quanti scherzavano e pensavano che fossero semplici scherzi. Adesso, finalmente, scherzi del genere vengono etichettati come episodi di razzismo".
Lo zenit del saggio breve scritto da Bee Vang tocca l'apice nella descrizione di episodi contemporanei che hanno preso di mira gli asiatici negli Stati Uniti. Tra gli episodi di razzismo, l'attore cita l'omicidio di una famiglia asiatica nel Midland e il recente assassinio di Vicha Ratanapakdee, americana thai di 84 anni. Tornando a Gran Torino, Vang ha scritto: "Sicuramente il film non si è soffermato a raccontare la crisi che ha provocato la diaspora di moltissimi asiatici e il loro trasferimento negli USA. La maggiore colpa del film, però, è stata quella di aver reso mainstream il razzismo nei confronti degli asiatici nonostante abbia aumentato la loro rappresentazione al cinema. Le risate utilizzate come armi nei nostri confronti ci hanno ridotto al silenzio".
Infine, relativamente alla situazione contemporanea, Bee Vang ha dichiarato: "I fantasmi delle risate del pubblico caucasico mi perseguitano ancora così come le numerose offese che il personaggio di Walt Kowalski mi rivolge contro. Sembrano banali scherzi ma sono episodi di razzismo. Non sono scherzi ma modi per evitare di considerare il razzismo che sta alla base di definizioni offensive. Gli asiatici negli Stati Uniti devono far sentire la loro voce. Finalmente, è arrivato quel momento! Non possiamo essere ridotti a una mera nicchia!".