Gigi Proietti, morto l'attore romano: aveva 80 anni

Gigi Proietti è morto il 2 novembre 2020: aveva 80 anni ed al cinema è stato Mandrake in Febbre da cavallo e il Maresciallo Rocca della popolare fiction tv.

Gigi Proietti è morto il 2 novembre 2020 a causa di problemi cardiaci di cui soffriva da tempo e per i quali era stato ricoverato più volte. L'attore aveva appena compiuto 80 anni e sarà ricordato come uno dei volti più amati dal pubblico italiano, sia per i suoi ruoli al cinema che a teatro e in tv.

Da qualche giorno, Proietti era ricoverato in una clinica privata di Roma, ma le sue condizioni si sarebbero aggravate ieri sera fino al decesso, avvenuto alle 5:30 del mattino. La moglie e le due figlie, che avevano voluto mantenere fino all'ultimo il riserbo sulla situazione, sono rimaste accanto all'attore fino a tarda notte. "Nelle prime ore del mattino è venuto a mancare all'affetto della sua famiglia Gigi Proietti. Nelle prossime ore daremo comunicazione delle esequie" si legge in una nota della famiglia.

Nato a Roma il 2 novembre del 1940, Gigi Proietti consegue la maturità classica e si iscrive a giurisprudenza presso la Sapienza, ma pochi esami dalla laurea decide di abbandonare gli studi universitari. Le sue prime esibizioni pubbliche risalgono ai tempi delle feste studentesche, organizzerà poi delle serate come cantante in alcuni locali di Roma per poi approdare in breve tempo ai night più frequentati della capitale. Durante questo periodo incontra Sagitta Alter, che diventerà sua moglie.

Nel 1970, dopo diverse esperienze teatrali, viene improvvisamente chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale Alleluja, brava gente, siglando il suo primo successo. Nel 1974 recita accanto a Carmelo Bene e Vittorio Gassman in La cena delle beffe di Sem Benelli. Risale invece al 1976 il felice sodalizio artistico con Roberto Lerici, da cui avranno origine sho_w come Leggero leggero_, Come mi piace e A me gli occhi, please. Quest'ultimo rappresenta un vero e proprio punto di svolta: dando piena libertà ad una verve incontenibile, Proietti riscuote un successo di pubblico enorme, guadagnandosi una meritata notorietà. Nel 1978, insieme a Sandro Merli, diventa direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma (direzione che lascerà nel 2007 per assumere quella del Gran Teatro). Una carica prestigiosa che gli permetterà di creare un proprio laboratorio per giovani talenti, grazie a quest'iniziativa nel corso degli anni '80 porterà in scena un gran numero di spettacoli.

Parallelamente alla carriera teatrale prende avvio il cammino nel mondo del cinema: dopo alcune apparizioni, nel 1968 ottiene il primo ruolo da protagonista grazie a L'urlo di Tinto Brass (film che verrà distribuito nelle sale solo nel 1974 causa censura). Nel 1974 lavora invece per Alberto Lattuada nel film Le farò da padre, dove viene valorizzata la sua vena più drammatica. Il ruolo più celebre rimane senza dubbio quello di Bruno Fioretti detto "Mandrake", il protagonista di Febbre da cavallo, commedia di culto firmata da Steno. Carlo Vanzina, figlio di Steno, ne realizzerà un sequel nel 2002 (Febbre da cavallo - La mandrakata), avvalendosi ovviamente della presenza di Proietti, che tornerà volentieri a vestire i panni del suo personaggio più apprezzato. L'attore vanta inoltre una fortunata esperienza come doppiatore: inizia negli anni '60 prestando la voce a Gatto Silvestro, grazie al proprio talento finirà presto a doppiare divi del calibro di Robert De Niro, Sylvester Stallone e Dustin Hoffman.

Per quanto riguarda il piccolo schermo invece prende parte a diversi sceneggiati e varietà televisivi, tra i quali vale la pena ricordare il famigerato Fatti e fattacci, diretto nel 1975 da Antonello Falqui. Nel corso degli anni novanta ha inizio invece una fortunata militanza nella fiction moderna, dopo Un figlio a metà e Italian Restaurant Proietti diverrà noto presso il grande pubblico grazie al colossale successo de Il maresciallo Rocca, fiction prodotta dalla Rai che, in virtù del consenso ottenuto, durerà la bellezza di cinque stagioni.