Durante la recente edizione del Festival di Venezia, l'attore Mads Mikkelsen (qui presente con il film Bastarden) ha condiviso il suo punto di vista su una questione sollevata da Pierfrancesco Favino, a seguito della proiezione di 'Ferrari', il biopic diretto da Michael Mann dedicato al fondatore dell'iconica scuderia automobilistica.
Il film ha visto Adam Driver interpretare nuovamente una figura di spicco dell'industria italiana, dopo il suo ruolo in "House of Gucci" di Ridley Scott, così Favino ha sottolineato l'interessante scelta di affidare ancora una volta un ruolo simile a un volto noto di Hollywood.
Mads Mikkelsen, presente al Festival per presentare in concorso "Bastarden," diretto da Nikolaj Arcel e in cui interpreta il protagonista, si è unito alla discussione esprimendo il suo accordo con Favino. Ha inoltre offerto un interessante punto di vista sul doppiaggio nel mercato internazionale. Durante un incontro con la stampa in seguito alla proiezione di "Bastarden," l'attore danese ha dichiarato:
"Farei una premessa: se in Francia, in Germania, in Italia e in Spagna smettessero di doppiare i film in tutte le lingue, questo potrebbe costituire un elemento importante per affrontare il problema. Ma finché continuano a doppiare, a chi interessa quale sia la lingua, la cultura, d'origine? Non ho mai capito perché fate questa cosa, per me folle. Abbiamo visto Tom Cruise interpretare un ufficiale nazista con un leggero accento tedesco e poi tornare a essere un americano in piena regola, da lì in poi. Puoi farlo in questo tipo di film, in altri invece li rende meno credibili."
L'osservazione di Mikkelsen ha suscitato un dibattito interessante sulle pratiche di doppiaggio nei film, mettendo in evidenza un aspetto spesso trascurato dell'industria cinematografica italiana. Sembra che ci sia spazio per una riflessione su come valorizzare meglio alcuni aspetti fondamentali delle produzioni cinematografiche del paese.
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