Emma Thompson su John Lasseter e le molestie: "Ecco perché non voglio lavorare con lui"

Emma Thompson ha inviato una lettera ai manager di Skydance Animation per spiegare i motivi per cui non vuole lavorare per lo studio dopo l'assunzione di John Lasseter.

Il Verdetto Emma Thompson
Il verdetto: Emma Thompson in una scena del film

Emma Thompson ha spiegato in una lettera perché ha rinunciato a un ruolo da doppiatrice in un film prodotto da Skydance Animation dopo che lo studio ha deciso di assumere John Lasseter, accusato di aver avuto un comportamento inappropriato nei confronti delle dipendenti dello studio Disney Pixar e di aver avuto con loro degli approcci sgraditi e sessisti.

John Lasseter aveva rivolto le sue scuse sottolineando di aver commesso degli errori e di non essersi realmente reso conto delle conseguenze delle sue azioni, prendendosi quindi un periodo di pausa dal lavoro e annunciando successivamente l'addio allo studio che gli ha permesso di ottenere importanti riconoscimenti nel campo dell'animazione.

Emma Thompson, dopo aver rinunciato al film Luck, ha inviato una lettera ai responsabili di Skydance in cui spiega le sue motivazioni, nonostante il progetto fosse sviluppato senza il coinvolgimento di Lasseter e fosse diretto dal regista Alessandro Carloni. La star del cinema, nella sua missiva, ha scritto: "Mi sembra molto strano che voi e la vostra società abbiate considerato l'idea di assumere qualcuno con i precedenti del signor Lasseter relativi ai suoi comportamenti, considerando inoltre il clima della società contemporanea in cui le persone che hanno il tipo di potere che voi possedete possono dare l'esempio. Mi rendo conto che la situazione - coinvolgendo così tante persone - è complicata".

Venezia 2009: John Lasseter insieme ai personaggi ideati dalla Pixar
Venezia 2009: John Lasseter insieme ai personaggi ideati dalla Pixar

L'attrice ha quindi posto una serie di domande ai responsabili del film: "Perché una donna dovrebbe lavorare per un uomo che per decenni ha toccato le donne in modo inappropriato, se l'unico motivo che ora non lo fa è perché nel suo contratto c'è scritto che deve comportarsi in modo professionale? Se un uomo ha fatto sentire le donne sottovalutate e trattate senza rispetto per decenni nelle aziende in cui ha lavorato, perché le donne che ora lavorano con lui dovrebbero pensare che qualsiasi rispetto stia dimostrando nei loro confronti sia qualcosa in più rispetto a un atteggiamento che è obbligato a tenere dai suoi coach, dal suo terapista e dal suo accordo di lavoro? Il messaggio suona come 'Sto imparando a provare rispetto per le donne, quindi per favore siate pazienti mentre ci lavoro. Non è facile'. Si è parlato molto del dare una "seconda possibilità" a John Lasseter, ma è stato probabilmente pagato milioni di dollari per averla. Quanti soldi sono sono stati versati ai dipendenti di Skydance per potergli dare quella seconda possibilità?".

Emma prosegue ricordando che se Lasseter avesse fondato una sua casa di produzione le persone avrebbero potuto scegliere volontariamente di collaborare con lui, ma in questo caso si è posti di fronte alla scelta di rimanere e sentirsi a disagio o perdere il proprio lavoro: "Non dovrebbe essere John Lasseter a perdere il suo lavoro se gli impiegati non vogliono dargli una seconda chance?". L'attrice ribadisce inoltre il fatto che nessuna dipendente di Pixar o Disney ha ricevuto un risarcimento per i comportamenti di Lasseter, tuttavia questo non deve essere considerato come conferma che non siano accadute molestie sul posto di lavoro: "Dobbiamo realmente pensare che non ci siano state e l'ambiente di lavoro non fosse ostile? Dovremmo sentirci rassicurate dal fatto che le donne convinte che la propria carriera sia stata ostacolata da Lasseter non abbiano ricevuto dei soldi?".

La Thompson ha infine confermato che le dispiace aver perso l'occasione di collaborare con il regista, ma dire addio al progetto era l'unica soluzione da prendere, nonostante non sia possibile cambiare in breve tempo atteggiamenti negativi nei confronti delle donne radicati nella società, e la sua lettera si conclude spiegando che si sente in dovere di prendere una posizione, nella speranza che le generazioni successive non si ritrovino alle prese con gli stessi problemi.