Dylan Farrow sulle accuse a Woody Allen: "Le indagini per me furono un incubo"

Nel documentario Allen v. Farrow, Dylan Farrow ha ricordato il periodo successivo alle accuse di natura sessuale rivolte contro Woody Allen e lo ha definito estenuante.

Nel nuovo episodio del documentario Allen v. Farrow distribuito da HBO, Dylan Farrow ha ricordato un momento turbolento della sua vita e le sensazioni provate nel periodo successivo alle accuse di natura sessuale rivolte contro Woody Allen.

Woody Allen Set
Hannah e le sue sorelle: una foto dal set

La ragazza di 35 anni ha descritto il periodo in cui si sono tenute le indagini degli assistenti sociali per comprendere se Dylan Farrow fosse stata veramente violentata o meno da Woody Allen nell'attico dell'appartamento in Connecticut di Mia Farrow. Come riportato da People, la ragazza ha raccontato: "Ho incontrato alcuni adulti che mi hanno messo in mano una bambola e mi hanno chiesto di indicare dove fossi stata toccata da mio padre. E mi sono dovuta sottoporre a questa indagine più e più volte. Si è trattato di un qualcosa di terribile ed estenuante".

Woody Allen ha sempre negato le accuse di violenza sessuale nei confronti di Dylan Farrow. La prima accusa risale al 1992, dopo la separazione dalla sua compagna Mia Farrow. In quell'anno furono aperte ben due indagini sul potenziale accaduto: una gestita dalla polizia del Connecticut, sede dell'abitazione di Mia Farrow; un'altra, invece, portata avanti dagli assistenti sociali di New York, la città in cui risiedeva l'attrice. Secondo Dylan, la situazione è precipitata dopo la sua rivelazione alla madre degli abusi subiti dal padre: "Le ho raccontato tutto e ha immediatamente avuto inizio l'incubo con i legali, gli assistenti sociali e le indagini".

Nel corso di soli tre mesi, Dylan è stata intervistata ben nove volte per valutare l'accaduto. La ragazza ha dichiarato: "Non sapevo più cosa dire. Ricevevo sempre le stesse domande e mi sembrava di dare puntualmente la risposta sbagliata. A volte mi accusavano anche di essere inconsistente. Qualsiasi piccola idiosincrasia tipica dei bambini è sempre stata utilizzata contro di me". Ad apparire in Allen v. Farrow è anche Sunny Hostin, pubblico ministero, che ha dichiarato: "Non si analizza così tante volte il comportamento di una bambina né, tantomeno, le si pongono sempre le stesse domande che rischiano soltanto di crearle un nuovo trauma".

All'epoca, la valutazione si è conclusa a favore di Woody Allen e ha definito Mia Farrow come una fabbricatrice di falsità e menzogne. La mossa del celebre regista, quindi, è stata quella di fare causa contro la sua ex compagna per ottenere la custodia di Dylan, Moses e Ronan. A giugno del 1993, però, Allen non ha ottenuto quanto richiesto ed è stato allontanato dalla figlia adottiva per sei mesi. In più, il regista ha ottenuto incontri con Ronan alla presenza di un supervisore, mentre a Moses è stata concessa la libertà di vedere o meno suo padre. Da quel momento in poi, Dylan Farrow non ha più visto Woody Allen.

Il 22 dicembre 1997, il regista di Manhattan ha sposato Soon-Yi Previn, figlia adottiva di Mia Farrow. La coppia ha anche adottato due figlie, entrambe di origini asiatiche. I due non hanno partecipato al documentario HBO sebbene alcuni estratti di A proposito di niente, l'autobiografia di Woody Allen, siano stati inseriti in Allen v. Farrow. In occasione di una dichiarazione a Deadline, un rappresentante della famiglia si è scagliato contro il documentario e ha affermato: "Questo documentario non ha alcun interesse nel raccontare la realtà. Woody Allen e Soon-Yi Previn sono stati contattati soltanto due mesi fa senza alcun preavviso. Non hanno avuto tempo sufficiente per rispondere. Ovviamente, hanno declinato l'invito. Come è stato dimostrato da numerose indagini, all'epoca, Woody Allen non ha violentato Dylan Farrow".