Comandante, Pierfrancesco Favino: "Il mio film fascista? Se avessi questa paura non farei mai niente"

Pierfrancesco Favino invita a ignorare le polemiche sul film d'apertura della Mostra di Venezia, Comandante, che racconta la storia del comandante sommergibilista Salvatore Todaro.

Comandante, Pierfrancesco Favino: 'Il mio film fascista? Se avessi questa paura non farei mai niente'

L'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2023 è affidata a Pierfrancesco Favino e al suo Comandante, pellicola bellica ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale dove si racconta la figura di Salvatore Todaro, ufficiale del sommergibile Comandante Cappellini che si distinse nel conflitto non solo per le imprese eroiche, ma per il salvataggio dei nemici compiuto in più occasioni in accordo con la legge del mare. Vista l'epoca e l'inquadramento nella Marina Militare Italiana di Todaro, il racconto diretto da Edoardo De Angelis e scritto in sinergia con Sandro Veronesi potrebbe far insospettire chi vede uno strano tempismo nella scelta di far uscire proprio oggi un film come questo. E mentre una schiera di ministri sfila sul red carpet del Lido di Venezia, Pierfrancesco Favino si dissocia da questo tipo di lettura politica e nega di temere che il suo film sia tacciato di Fascismo.

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"Penso che nulla di creativo venga dalla paura, le più grandi vittorie le ho segnate quando sono andato contro il timore che qualcuno potesse dire qualche cosa" spiega l'attore. "Avrei dovuto aver paura di interpretare un mafioso, un anarchico, ogni volta esiste la possibilità che qualcuno sia insoddisfatto delle mie scelte, ma mettere le mani avanti per prevenire le critiche ti paralizza e ti impedisce di fare scelte rischiose"_.

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Comandante: Pierfrancesco Favino in una foto del film

E se il merito di Todaro, in Comandante, è quello di seguire la legge del mare preferendola alle leggi della guerra, il tema risulta ancora più attuale adesso che, con un governo di destra, si torna a parlare di immigrazione e dei modi possibili per frenarla. Ma Favino ha un'esperienza familiare assai diversa, come racconta lui stesso: "Vengo da una famiglia in cui io e mia sorella ci spostavamo in altre stanze perché i miei genitori ospitavano persone in difficoltà nei nostri letti. Casa mia è sempre stata accogliente, tanto più che vengo da una famiglia del Sud. Ho sempre pensato che questo fosse un aspetto dell'italianità e lo applico nella mia vita. Ma è chiaro che non sono un politico, il mio mestiere è raccontare storie".