L'incontro con la stampa prima dell'apertura ufficiale del Festival di Cannes 2023 è servito al delegato generale Thierry Fremaux a respingere le accuse dell'attrice Adèle Haenel, che si è scagliata contro l'industria francese e contro il festival colpevoli, a suo dire, di difendere e idolatrare stupratori come Roman Polanski e Gerard Depardieu.
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La difesa di Cannes
"Non lo pensava quando è venuta a Cannes, a meno che non soffrisse di una folle dissonanza cognitiva", ha detto Fremaux, riferendosi alla partecipazione di Adele Haenel, nel 2019, con Ritratto della giovane in fiamme di Celine Sciamma. "Le persone usano Cannes per parlare di certi problemi ed è normale perché diamo loro una piattaforma, ma le sue accuse sono radicalmente false".
Come riporta Variety, Thierry Frémaux ha aggiunto: "Se voi pensaste che questo è un festival per stupratori, non sareste qui ad ascoltarmi e non vi lamentereste che non riuscite a ottenere i biglietti per entrare alle proiezioni".
Un presidente di giuria uomo non è un ripiego
Parlando della scelta di affidare il ruolo di presidente della giuria al regista svedese Ruben Östlund, che ha vinto la Palma d'Oro lo scorso anno con Triangle of Sadness e prima ancora, nel 2017, con The Square, Freamux ha specificato:
"Come ho detto a Ruben, volevamo una donna per presiedere la giuria, ma lui era la prima scelta per gli uomini. Non era un piano B, era il piano A per gli uomini. È un cinefilo... e attraverso di lui mettiamo in risalto la Scandinavia e tutta questa generazione. Joachim Trier è stato membro della giuria di recente, fanno parte di una nuova scuola estetica nel Nord Europa. Lo stesso vale per la composizione della giuria. Sono persone che amo e rispetto, che sono sorprendenti ed eclettiche. Saremo attivi per altri 85 anni, quindi i tempi sono maturi per provare cose nuove".