Adèle Haenel contro l'industria francese: "Faranno di tutto per difendere gli stupratori Polanski e Depardieu"

Adèle Haenel tuona contro l'industria francese in una lunga lettera in cui rivendica la scelta politica del suo ritiro in aperta protesta contro la protezione di molestatori sessuali come Polanski e Depardieu.

Adèle Haenel contro l'industria francese: 'Faranno di tutto per difendere gli stupratori Polanski e Depardieu'

L'attrice francese di Ritratto della giovane in fiamme Adèle Haenel torna a puntare il dito contro l'industria del cinema francese, colpevole di "proteggere stupratori" come Roman Polanski e Gerard Depardieu.

Nel 2020 Adèle Haenel ha abbandonato la cerimonia dei César 2020 all'annuncio che Roman Polanski era stato premiato come miglior regista gridando "Vergogna!"

Apres le Sud, Adèle Haenel in una scena
Apres le Sud, Adèle Haenel in una scena

Diversi mesi prima, Haenel aveva accusato il regista francese Christophe Ruggia di averla molestata sessualmente per lungo tempo, a partire da quando aveva solo 12 anni, provocando la nascita del movimento francese #MeToo. Da allora, l'attrice ha abbandonato il mondo del cinema per dedicarsi all'attivismo politico, oltre che al teatro e alla danza con l'artista Gisèle Vienne. Di recente è apparsa alla TV francese per sostenere lo sciopero contro l'impopolare riforma delle pensioni voluta da Macron.

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L'addio polemico all'industria del cinema

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Quattro vite: Adèle Haenel in una scena del film

Dopo la breve apparizione dell'ultimo film di Bruno Dumont, L'Empire, in molti sperano che Adèle Haenel torni sui suoi passi, ma l'attrice lancia un nuovo durissimo attacco contro l'industria locale, colpevole di proteggere gli stupratori, e in una lettera aperta pubblicata sul magazine Telerama magazine, spiega che la sua decisione di ritirarsi dalle scene è stato un atto politico.

Nella sua lettera, l'attrice allude alla recente indagine condotta da Mediapart su Gérard Depardieu, che ha continuato a ottenere ruoli nonostante sia stato accusato di violenza sessuale da 13 donne e accusato di stupro. Haenel cita anche Dominique Boutonnat, il presidente del National Film Board che, nonostante sia stato incriminato per violenza sessuale, è stato riconfermato lo scorso luglio per un secondo mandato alla guida della più grande istituzione cinematografica francese.

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La lettera di accusa contro l'industria francese

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Quattro vite: una scena del film con Adèle Haenel

Di seguito alcuni stralci della lettera di Adèle Haenel pubblicata su Telerama riportati da Variety: "Ho deciso di politicizzare il mio ritiro dall'industria cinematografica per denunciare il suo compiacimento generalizzato nei confronti degli aggressori sessuali. Diciamolo chiaramente: mentre la biodiversità crolla, la militarizzazione dell'Europa sta decollando e la fame e la miseria continuano a diffondersi, perché il mondo del cinema - riunito collegialmente ai Cesar Awards per promuovere i propri film - è ossessivamente desideroso di rimanere "spensierato"? Per essere sicuri che parlino di 'niente'. In un contesto storico di grandi sconvolgimenti, attendiamo di vedere se i big del cinema si aspettano uno spiegamento di forze dell'ordine per far sì che tutto avvenga come di consueto sul red carpet del Cannes Film Festival. Nel frattempo si uniscono tutti per salvare la faccia di Depardieu, Pokanski e Boutonnat. Li innervosisce e li disturba che le vittime facciano troppo rumore; preferirebbero che continuassimo a scomparire e a morire in silenzio. Sono pronti a tutto per difendere i loro capi stupratori, quelli che sono così ricchi da credere di appartenere a una specie superiore, quelli che fanno sfoggio di questa superiorità... oggettivando donne e subordinati. Non ho altra arma che il mio corpo e la mia integrità. Cultura della cancellazione nel vero senso della parola: hai i soldi, hai il potere, hai la forza, ma non mi avrai come spettatrice. Ti cancello dal mio mondo. Parto, sciopero, mi unisco ai miei compagni la cui ricerca della dignità prevale su quella del denaro e del potere".