Bring Her back è l'horror più straziante e spaventoso di sempre secondo le prime reazioni

Sono online le prime reazioni sui social media a Bring Her Back, il secondo lungometraggio dei registi di Talk To Me, Danny e Michael Philippou. Ecco cosa dice il pubblico.

Una scena di Bring her back

Dopo il successo di Talk to Me, i fratelli Philippou tornano con Bring Her Back, un horror viscerale sul lutto che ha lasciato attoniti i primi spettatori. Con una Sally Hawkins irriconoscibile e una narrazione che esplora l'ossessione e la perdita, il film si preannuncia come uno degli incubi più disturbanti dell'anno.

Bring Her Back, il ritorno disturbante dei fratelli Philippou

Dopo aver conquistato il mondo con Talk to Me, Danny e Michael Philippou alzano l'asticella del terrore con Bring Her Back - Torna da me, in arrivo nei cinema il 30 maggio. Il film - una coproduzione A24 girata in Australia - racconta la storia di un fratello e una sorella, interpretati da Billy Barratt e Sora Wong, che scoprono un rituale inquietante nella casa isolata della loro nuova madre affidataria. A incarnarla è una Sally Hawkins fuori da ogni schema, tanto che un critico incredulo scrive: "Non riesco a credere che la mamma di Paddington sia capace di simili atrocità".

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Il trailer lascia intravedere che la donna abbia trovato un giovane medium in grado di comunicare con la figlia defunta... e forse anche riportarla indietro. Un filo sottile tra la disperazione e l'ossessione che Danny Philippou ha tratto da un'esperienza personale devastante: "Eravamo in ospedale. Mia cugina stringeva il corpo del figlio di due anni. Tutti lo hanno lasciato andare, uno a uno. Lei è stata l'ultima. Vederla in quel dolore crudo mi ha terrorizzato".

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La critica che ha assistito alle prime proiezioni è unanime su un punto: Bring Her Back non lascia indifferenti. È stato definito "uno dei film più disturbanti e devastanti mai visti" e "un incubo stressante sul lutto, genuinamente inquietante e sorprendentemente toccante". Le scene di body horror, talmente intense da far contorcere sulle poltrone anche gli spettatori più smaliziati, sembrano spingere la grammatica del genere oltre i limiti noti. C'è chi lo paragona a un Pet Sematary per le nuove generazioni, chi lo definisce "follemente originale" e chi ammette di essere rimasto "fisicamente scosso - e non solo una volta". Anche quando il racconto si dilata, il colpo arriva sempre, e arriva forte. Con una Sally Hawkins "dolce ma velenosamente malvagia" e una regia che afferra per la gola, i Philippou dimostrano di avere ben salde le redini dell'horror moderno, scolpendo il dolore nella carne viva dello spettatore. Nessuna redenzione, nessuna via d'uscita: solo il volto nudo del trauma, che torna a bussare. E questa volta non bussa da solo.