Bret Easton Ellis spara a zero contro Disney, Marvel e Francis Ford Coppola

Bret Easton Ellis a Roma 2019 spara a zero su Disney, i film Marvel e Francis Ford Coppola, che si è unito alla polemica sollevata da Martin Scorsese!

Bret Easton Ellis interviene sulla polemica relativa ai film Marvel e le ultime dichiarazioni di Francis Ford Coppola, e ne ha per tutti, anche per la Disney. Lo scrittore di American Psycho, che oggi è alla Festa del Cinema di Roma, non ha risparmiato davvero nessuno nel suo intervento.

Dopo Martin Scorsese è stato Francis Ford Coppola a riaccendere la polemica sui film Marvel: ha parlato di film detestabili, che non insegnano nulla. Alla conferenza stampa di oggi alla Festa del Cinema di Roma 2019, Brett Easton Ellis, su domanda di Alberto Crespi, ha detto la sua sull'argomento. "Francis Ford Coppola ha 80 anni e i suoi migliori film sono stati fatti 40 anni fa" - ha risposto lo scrittore americano - "Naturalmente non gli piaceranno i film della Marvel perché hanno soppiantato quelli che erano i suoi sogni, quelli di costruire una comunità artistica Hollywood in questo mondo capitalista. Il Padrino è un esempio di questo, un lavoro artistico che poteva avere successo al botteghino".

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Robert Downey Jr. durante la sua trasformazione in Iron Man
Robert Downey Jr. durante la sua trasformazione in Iron Man

"Anche i film della Marvel sono dei sogni" - ha proseguito Bret Easton Ellis - "C'è qualcosa di molto snob quando si criticano i film Marvel. Alla gente piacciono, c'è qualcosa che attrae, piacciono a persone in tutto il mondo. Ma mi sembrano molto blandi, conformisti, molto conservatori. Sono film che parlano di miliardari che gestiscono il potere, non è un mondo democratico, ma alla gente di tutto il mondo piacciono tantissimo." E infine, la stoccata finale, per lo scrittore quella dei Marvel Studios "Non è arte: non dipende dal regista, se i registi sono troppo personali vengono cacciati. Vorrei vedere altri tipi di film: Oggi c'è uno studio da cui dipende tutto, la Disney. Saranno loro a decidere tutto. È il futuro del cinema americano. E questo fa un po' paura".