Nessuno dubitava dell'impatto che avrebbe avuto, sui botteghi di mezzo mondo, Harry Potter e il principe mezzosangue, ma i risultati che abbiamo rilevato in questi giorni sono davvero incredibili, soprattutto di fronte ad un film che rappresenta il sesto episodio di un franchise iniziato solo nel 2002, e di una saga il cui finale è stato già rivelato due anni fa con l'uscita del settimo libro. Tutto lascia pensare che gli ultimi due episodi, Harry Potter 7.1 e 7.2 - di cui questo Principe mezzosangue è quasi un'introduzione, considerata anche la debolezza narrativa del romanzo dai cui è tratto, faranno davvero il botto. Per ora, la Warner si accontenta di festeggiare un film che fa meglio del suo predecessore Harry Potter e l'ordine della fenice e che infrange divesri record, tra i quali quello per il miglior debutto sul mercato internazionale, finora detenuto da Spider-Man 3.
In Italia, dunque, il film di David Yates spezza la monotonia del sonnacchioso box office di luglio, conquistando la vetta della classifica degli incassi con quattro milioni e ottocentomila euro solo nel week end - che diventano nove considerando i primi due giorni di programmazione, mercoledì e giovedì, che sono quelli che hanno visto le sale invase dai fan più irriducibili. Il resto della top ten è in linea con le cifre stagionali, con un brusco calo per Transformers - La vendetta del caduto, al secondo posto, e una battaglia per la terza posizione tra le due commedie La rivolta delle ex (che la spunta per poche migliaia di euro) e Una notte da leoni.
Negli Stati Uniti, Il principe mezzosangue fa staccare biglietti nel week end per quasi ottanta milioni di dollari, e ha all'attivo un vertiginoso totale di 159 milioni grazie agli incassi stratosferici delle prime due giornate. Il podio USA è all'insegna dei blockbuster con al secondo posto L'era glaciale 3 - L'alba dei dinosauri e al terzo il solito Transformers - La vendetta del caduto. E' deciso invece il calo di Brüno, che ha rallentato molto rispetto al buon avvio e che a questo punto vede allontanarsi la possibilità di eguagliare i risultati del precedente mockumentary con Sacha Baron Cohen, Borat.