Big Eyes, la storia vera che ha ispirato il film di Tim Burton

Big Eyes è il film diretto da Tim Burton che racconta la storia vera del rapporto complesso tra Walter e Margaret Keane, pittori piuttosto famosi negli Stati Uniti degli anni Sessanta

Big Eyes è il film di Tim Burton che racconta la storia vera di Walter e Margaret Keane, pittori piuttosto famosi negli Stati Uniti degli anni Sessanta noti per i quadri che raffiguravano bambini con occhi molto grandi.

Big Eyes: Amy Adams in un'immagine del film di Tim Burton
Big Eyes: Amy Adams in un'immagine del film di Tim Burton

A differenza di titoli diretti da Tim Burton quali Big Fish o Edward mani di forbice, Big Eyes è tratto da una storia vera relativa al difficoltoso rapporto tra Walter e Margaret Keane. Quando i due divorziarono, Margaret rivelò una storia molto diversa rispetto a quella nota a tutti: era stata lei a dipingere tutti i quadri, mentre il marito aveva sempre sostenuto di esserne l'autore e se ne era preso meriti, popolarità e denaro. La storia trasposta da Big Eyes ha inizio a Berlino nel 1946, quando un giovane americano di nome Walter Keane si trovava in Europa per imparare a dipingere. L'artista fu colpito dai grandi occhi dei bambini che cercavano il cibo nella spazzatura e cominciò a fare degli schizzi di queste piccole vittime della guerra.

Tra Berlino e il successo, però, Walter Keane aveva incontrato Margaret, sua futura moglie. I due si conobbero durante una mostra a San Francisco, nel 1955. Walter era un artista sconosciuto che non sarebbe diventato famoso prima di qualche anno. Come riportato da Il Post, però, il racconto della donna differisce profondamente da quello del marito: a quanto pare, i quadri con i bambini dagli occhi grandi li dipingeva lei e non lui!

Nel corso di un'intervista con The Guardian, Margaret Keane ha raccontato la verità. A prendersi il merito di quadri che non aveva dipinto era sempre Walter. Margaret si rese conto improvvisamente che ai suoi committenti e ai vari clienti, Walter raccontava una grande bugia. Una sera, dopo essere tornata a casa, la coppia ebbe una lite. Lui disse che avevano bisogno di soldi e che le persone erano più propense ad acquistare un dipinto se avevano la possibilità di conoscere e incontrare l'artista: "Se all'improvviso dicessi che sei stata tu, questo creerebbe confusione e la gente comincerebbe a farci causa". Per i dieci anni successivi Margaret continuò a dipingere quadri che Walter vendeva spacciandoli per suoi. Diceva di sentirsi in trappola ma anche di non avere la forza di lasciarlo, non sapendo come mantenere sé stessa e la figlia che nel frattempo era nata dal loro matrimonio.

Nell'intervista al The Guardian, Margaret ha descritto suo marito come violento, geloso, crudele e prepotente. Dopo dieci anni di matrimonio, Margaret e Walter Keane divorziarono. Margaret promise all'ex marito che avrebbe segretamente continuato a dipingere per lui e lo fece, per un po' ma cambiò improvvisamente idea e decise di iniziare a rivelare la verità in occasione di brevi interviste.

Verso la fine degli anni Ottanta, Margaret citò l'ex marito in tribunale. Per dirimere la questione, il giudice chiese a entrambi di dipingere un bambino dagli occhi grandi proprio lì davanti a tutti, in aula. Margaret finì il quadro dopo circa un'ora, mentre Walter disse che non poteva farlo perché aveva male a una spalla. Lei vinse la causa, fu autorizzata a firmare da quel momento i dipinti e venne stabilito che ricevesse un risarcimento di 4 milioni di dollari: non vide mai un centesimo, perché l'ex marito aveva speso tutto e non aveva ormai più nulla. Walter Keane morì nel 2000; Margaret Keane continua a vivere in California ed è anche apparsa in un cameo del film di Tim Burton.