Prenderà il via a Roma il 7 novembre (in corso fino al 12 novembre, la 6a edizione del Balkan Film Festival 2023, che ha l'obiettivo di promuovere la Via del Cinema: dialogo cinematografico tra Italia e Balcani.
Programma
Numerosi gli appuntamenti: dall'apertura martedì 7 novembre con Milcho Manchevski e il suo Kaymak, alla Casa del Cinema alle 16.00 a seguire Q&A con il regista moderato da Francesco Ranieri Martinotti. Sempre martedì alle 20.30 il kosovaro Fisnik Maxville presenta il suo film d'esordio The Land Within, vincitore come miglior regista al Raindance Film Festival a Londra. Al termine della proiezione il Q&A con il regista moderato da Adriano Ercolani. Tra gli eventi del festival un Panel su contenuti e strategie del Cinema Balcanico con la presenza di Dina Jordanova ed Elma Tataragić; un Focus sul cinema albanese; l'evento "Il cinema e la guerra" intorno alla proiezione del film premio Oscar di Danis Tanović No Man's Land; una incursione nella letteratura vicina ai Balcani, del grande poeta americano d'origine serba, recentemente scomparso, Charles Simić. Altre prestigiose presenze quelle del regista croato Juraj Lerotic, della greca Asimina Proedrou, della Bosniaca Aida Begić, del kosovaro Fisnik Maxville, degli albanesi Gentian Koći ed Edmond Budina, del montenegrino Aleksandar Vujović. Tra gli eventi anche la Masterclass "Film Business School" a cura di Mimmo Calopresti.
I corti
Significativa novità di quest'anno la sezione di 10 cortometraggi provenienti da altrettanti paesi balcanici con l'obiettivo di coinvolgere il giovane pubblico romano raccontando storie balcaniche vicine alle loro vite. La sezione, curata da Ado Hasanović, fa luce sul lavoro dei registi emergenti dell'area dei Balcani, e assieme al coinvolgimento delle principali scuole di cinema romano conferma ancora una volta l'attenzione del Balkan Film Festival verso i lavori dei giovani aspiranti cineasti. Tutti questi lavori sono stati prodotti negli ultimi due anni e hanno ottenuto grande successo in festival internazionali, a testimonianza della effervescente ricchezza del nuovo cinema balcanico e della sua vocazione ad affrancarsi dalla memoria, e a costruire i ponti di una nuova società.
In programma alla Casa del Cinema a Villa Borghese e al Nuovo Cinema Aquila a Pigneto. Numerosi gli eventi culturali: proiezioni, dibattiti, workshop, masterclass e Q&A con registi e interpreti. Saranno presentati 26 film, di cui in concorso 11 lungometraggi e 10 corti. Sarà premiato il Miglior Film; il Miglior Regista; Attore; Attrice; Cortometraggio e Regia del Cortometraggio.
Gli 11 lungometraggi in concorso
Kaymak, regia di Milcho Manchevski (Macedonia del Nord, Regno Unito, Danimarca, Paesi Bassi, Croazia). è una storia d'amore irriverente, non convenzionale e toccante. Un film che si muove sul delicato crinale della satira sociale esplorando l'eterna ricerca dell'amore tra genitorialità surrogata, infedeltà e ruolo della donna nella società. Una giovane coppia vive nel lusso, quando un lontano parente va ad abitare da loro. La vita dei due si incrocia con quella dei vicini, di mezza età che si sentono irrealizzati e che vivono nella fatiscente casa al piano di sotto. Kaymak non si limita ad esplorare l'eterna ricerca dell'amore, tra infedeltà e libertà sessuale, ma affronta anche importanti questioni sociali quali la genitorialità surrogata e il ruolo della donna nella società.
The Land Within, regia di Fisnik Maxville (Kosovo, Svizzera). Dopo essere fuggito dal Kosovo durante la guerra e aver trascorso i successivi dieci anni a Ginevra, Remo riceve una telefonata dalla cugina Una che gli chiede di tornare al suo villaggio natale, ormai in rovina. La maggior parte degli abitanti del villaggio è stata uccisa durante la guerra, quindi il team di scienziati internazionali sta scavando nelle fosse comuni, cercando di identificare le vittime. Ma man mano che i corpi vengono riesumati affiorano anche segreti di famiglia.
Animali selvatici, regia di Christian Mungiu (Romania, Francia, Belgio, Svezia). Matthias, burbero lavoratore di un mattatoio tedesco, litiga con il datore di lavoro e scappa verso Recia, il villaggio di origine in Transilvania. Qui scopre che la moglie Ana sta crescendo il figlio Rudi in maniera troppo protettiva, mentre la sua amante Csilla ha fatto carriera in un panificio locale. Quando quest'ultima, per poter ottenere dei benefici UE, inizia ad assumere braccianti provenienti dallo Sri Lanka, nel villaggio emergono intolleranze a lungo sopite.
Behind the Haystacks, regia di Asimina Proedrou (Grecia, Germania, Macedonia). Un pescatore di mezza età ha paura di andare in prigione per una piccola frode che ha commesso una volta, e inizia a lavorare per la mafia locale, trafficando migranti attraverso il lago di confine.
Moja Vesna, regia di Sara Kern (Slovenia, Australia). Mentre la sorella maggiore esprime i suoi sentimenti in poesia, Moja, 10 anni, tenta a modo suo di tenere insieme le cose e riparare il buco che la morte di sua madre ha lasciato, lacerando la sua famiglia.
The Naked Truth about Zhiguli Band, regia di Victor Bojinov (Bulgaria). Alla fine degli anni ottanta, la Zhiguli Band è all'apice della celebrità, tuttavia la fine del regime comunista in Bulgaria cambia il gusto musicale della nazione, affossando il successo della band. Ai giorni nostri, i membri del gruppo vivono ormai lontani, litigando a distanza e odiandosi a morte.
A Ballad, regia di Aida Begić (Bosnia-Erzegovnia, Francia). Disoccupata, divorziata, sebbene il suo matrimonio non sia mai stato ufficialmente ratificato, e costretta ad abbandonare l'amata figlia Mila, Meri è tornata, nella casa di famiglia. Da lì inizia la battaglia legale per la custodia della figlia Mila, costretta a vivere nella squallida residenza del padre, ma i ripetuti incontri nell'ufficio del viscido avvocato Samir trasformano a poco a poco il film in un attacco al patriarcato bosniaco tout court.
Have You Seen This Woman?, regia di Dušan Zorić & Matija Gluščević (Serbia, Croazia). Al caldo di un giorno d'estate, Draginja trova un cadavere che le assomiglia. Al caldo di un giorno d'estate, Draginja ingaggia un finto marito per mettersi in mostra con le amiche. Al freddo di una notte d'inverno, Draginja vaga per le strade, sperando di recuperare la memoria. Attraverso tre diverse possibilità di vita, una donna di mezza età cerca di uscire dalla sua pelle.
Snow and the Bear, regia di Selcen Ergun (Turchia, Germania, Serbia). Asli (Merve Dizdar), giovane infermiera di città, viene designata per il suo servizio obbligatorio in un piccolo villaggio isolato nel profondo della Turchia, addormentato in un inverno senza fine. Uno spesso strato di neve ricopre le anime e la terra. Ma sotto la neve si nascondono segreti indicibili, che seminano dubbi e sospetti tra gli abitanti del villaggio. Mentre il nome della persona o delle persone responsabili potrebbe far cadere molti dei cittadini considerati onesti, gli orsi si impongono come perfetti colpevoli espiatori, per tutti e tutte.
A Cup of Coffee and New Shoes On, regia di Gentian Koći (Albania, Portogallo, Grecia,Kosovo). Agim e Gëzim sono due fratelli identici e inseparabili, sordi fin dalla nascita. Un giorno, mentre torna in macchina dal lavoro, la vista di Agim si offusca e per poco non provoca un incidente mortale. Dall'oculista, la diagnosi non è buona: sta per perdere la vista e, come se non bastasse, lo stesso accadrà presto a Gëzim. L'idea che, dopo una vita in silenzio, dovranno accettare anche l'oscurità approfondisce la frattura tra loro e il mondo, così come quella tra gli stessi fratelli. È necessario prendere una decisione, davanti a una tazza di caffè e con le scarpe nuove.
Safe Place, regia di Juraj Lerotić (Croazia, Slovenia). In collaborazione con Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival. Un evento traumatico, un tentativo di suicidio, crea una frattura nell'esistenza quotidiana di una famiglia. Le vite cambiano, tutti si impegnano in una guerra invisibile contro gli altri. La storia è autobiografica e l'autore e regista interpreta sé stesso nel film.
I 10 cortometraggi in concorso
Granny's Sexual Life, regia di UrškaDjukić & ÉmiliePigeard (Slovenia, Francia); I Didn't Make It To Love Her, regia di Anna Fernandez (Bosnia Erzegovina, Regno Unito, Spagna); Air Hostess-737, regia di Thanasis Neofotistou (Grecia); Eeva, regia di Morten Tšinakov & LucijaMrzljak (Croazia, Estonia); Steady Flow, regia di Anja Jovanovic (Montenegro); North Pole, regia di Marija Apcevska (Macedonia del Nord); Money and Happiness, regia di Nikola Majdak Jr. & Ana Nedeljkovic (Serbia); Things Unheard Of, regia di Ramazan Kılıç (Turchia); Amok, regia di Balazs Turai (Romania, Ungheria) e Displaced, regia di Samir Karahoda (Kosovo).
Fuori Concorso
Rainbow, regia di Aleksandar Vujović (Montenegro, Italia). Ispirato al libro autobiografico Dipingo dunque esisto! dell'artista italiano Gaetano Grillo, il cortometraggio racconta un evento dalla memoria di un ragazzo della prima infanzia. Da bambino di 5 anni intraprende un viaggio con suo padre e vive un momento magico. È grazie a questa visione che realizza la vocazione della sua vita, la sua chiamata da artista.
No Man's Land, regia di Danis Tanović (Bosnia, Erzegovina, Slovenia, Francia, Regno Unito, Belgio, Italia). In collaborazione con Fabrica. La vicenda di due soldati, uno bosniaco e l'altro serbo, Èiki and Nino, intrappolati fra le linee nemiche, nella terra di nessuno, durante la guerra di Bosnia nel 1993. Mentre Èiki e Nino cercano di trovare una via d'uscita, un coraggioso sergente dell'Onu, nonostante abbia ricevuto l'ordine di non intervenire, cerca di soccorrerli. Arriva sul posto anche una giornalista e la notizia può trasformarsi in un incidente internazionale. Premiato per la miglior sceneggiatura al 54º Festival di Cannes, vincitore sia dell'Oscar che del Golden Globe per il migliore film straniero, recuperiamo questo classico del cinema balcanico per celebrare la carriera di uno dei più importanti registi bosniaci, e per riflettere sul successo internazionale delle coproduzioni europee. Il film è presentato in collaborazione con Fabrica.
In Search of Justice, regia di Ado Hasanovic (Bosnia Erzegovina, Olanda, Italia, Germania). Alcuni studenti di legge delle università di Leida e Sarajevo si interrogano sul ruolo della giustizia prima e dopo aver intervistato tre sopravvissuti al genocidio di Srebrenica. Fu fatta giustizia all'epoca? La comunità internazionale ha fatto abbastanza nel processo di sensibilizzazione su questa tragedia?
Parlate a bassa voce, regia di Esmeralda Calabria, (Italia). Albania, il più impenetrabile dei paesi ex comunisti in Europa. Isolazionista, stalinista e antirevisionista. Il peso di una memoria che a più di 30 anni dalla caduta del regime convive con tutti i personaggi incontrati nel film. Musicisti, attori, registi, privilegiati e declassati, raccontano le contraddizioni di un sistema che ha il volto del dittatore Enver Hoxha, che come un Grande Padre ha dato e tolto.
La giuria di questa edizione è composta da Elma Tataragic, Roland Sejko, Amedeo Pagani, Wilma Labate e Gregor Božič. Il festival è aperto gratuitamente al pubblico.