Audrey Hepburn: la resistenza contro i nazisti nel passato segreto dell'attrice

Audrey Hepburn fece parte della resistenza olandese contro la Germania nazista: un dettaglio svelato in un libro di prossima uscita.

Per tutti era l'emblema della dolcezza e dell'eleganza fissata su pellicole immortali come Vacanze romane, Sabrina e Colazione da Tiffany. Nessuno, nemmeno i suoi figli, conoscevano però che Audrey Hepburn aveva fatto parte da ragazzina della resistenza olandese contro i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un segreto ben nascosto che ora è venuto alla luce grazie al libro Dutch Girl: Audrey Hepburn and World Word II di Robert Matzen in uscita ad aprile negli Stati Uniti.

Audrey Hepburn elegantissima in una scena di Colazione da Tiffany
Audrey Hepburn elegantissima in una scena di Colazione da Tiffany

L'attività di Audrey Hepburn tra le file della resistenza, così come il contenuto dell'opera, in cui compaiono anche una nutrita serie di fotografie provenienti dalla collezione privata dell'attrice, è stata rivelata in anteprima sul New York Post, lasciando tutti quanti sorpresi. Nata nel 1929 in Belgio con il nome di Audrey Kathleen Ruston Hepburn, che rivela le sue origini aristocratiche, tanto da annoverare tra i suoi avi pure re Edoardo III d'Inghilterra, fu fatta trasferire nei Paesi Bassi dalla madre allo scoppio del conflitto, nella speranza che fosse un luogo sicuro. Ma la Germania di Hitler lo invase, portando così alla nascita di movimenti di liberazione dall'occupazione straniera. Una situazione non semplice, complicata ancor di più dal fatto che il padre e la madre, Joseph Anthony Ruston e la baronessa Ella van Heemstra, erano ferventi sostenitori del Reich.

Colazione da Tiffany: Audrey Hepburn in un momento del film
Colazione da Tiffany: Audrey Hepburn in un momento del film

La morte dello zio, il conte Otto van Limburg Stirum, partigiano antinazista trucidato dai tedeschi, le cambiò per sempre la vita. Ed è anzi grazie ai suoi diari, scritti prima della sua uccisione, che veniamo a sapere che la nipote collaborò attivamente con la resistenza partecipando anche come assistente medico nella battaglia di Arnhem nel 1944, portata poi sul grande schermo da Richard Attenborough nel 1977 con il film Quell'ultimo ponte. Queste testimonianze, che occupano quasi duecento pagine sono state la base per il lavoro di Matzen che è impreziosito anche dalla prefazione di uno dei figli di Audrey Hepburn, Luca Dotti, nato dal matrimonio con lo psichiatra italiano Andrea Dotti: "Ora capisco perché le parole 'Bene', 'Male', 'Amore' e 'Misericordia' fossero così importanti nella sua narrativa. Capisco anche perché è stata aperta su certi fatti e perché ha preferito tenere per sé tante altre cose. Invece di nominare luoghi famosi di Beverly Hills, quando parlava delle cose importanti nella sua vita, mia madre nominava sempre posti impronunciabili in Olanda. I ricordi del red carpet erano sostituiti da episodi della Seconda Guerra Mondiale che riusciva a trasformare in racconti per bambini".

Nell'opera compaiono anche i ricordi di Audrey, interviste a personaggi che l'avrebbero conosciuta in quel periodo e da informazioni recuperate da documenti declassificati che permetteranno a tutti di conoscere nuovi particolari di un'attrice tanto amata e tanto coraggiosa.