Nel fitto intreccio legale che circonda il caso Rust, arriva un nuovo sviluppo: Alec Baldwin perde il ricorso civile contro le autorità del New Mexico, non per merito altrui, ma per inattività propria. Dopo mesi di silenzio procedurale, il giudice ha deciso di chiudere temporaneamente la partita, lasciando però una porta socchiusa a un possibile ritorno in aula.
Alec Baldwin, il ricorso contro le autorità del New Mexico si arena
La denuncia civile di Alec Baldwin contro i pubblici ministeri del New Mexico si è spenta per abbandono, come una candela lasciata a metà consumazione. Presentata a gennaio, la querela di 73 pagine sosteneva che la procuratrice Kari Morrissey e altri funzionari avessero calpestato i diritti dell'attore nel tentativo di attribuirgli la responsabilità penale per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins, avvenuta sul set di Rust nel 2021. Ma da allora, nulla: nessun passo avanti, nemmeno una semplice notifica formale ai convenuti.

Il giudice Casey Fitch ha così ordinato la cancellazione del caso "senza pregiudizio", cioè con possibilità di riapertura futura. In base alla legge del New Mexico, una causa civile può infatti essere archiviata se resta ferma per oltre sei mesi. "Abbiamo avuto colloqui in buona fede con le parti e presenteremo nuovamente il ricorso se tali discussioni non si concluderanno rapidamente e favorevolmente", ha dichiarato Luke Nikas, avvocato di Baldwin. Dietro le quinte, dunque, si muovono trattative che potrebbero dare nuova linfa alla causa, ma per ora l'azione è congelata.
Il processo penale interrotto e i conti ancora aperti
Il contesto giudiziario in cui si inserisce questo episodio è complesso. Baldwin era finito alla sbarra nel luglio 2024 con l'accusa di omicidio colposo: secondo l'accusa, l'attore avrebbe puntato e fatto fuoco con un'arma vera durante una prova scena, contravvenendo alle regole scritte sulla sicurezza del set.

La difesa, invece, sosteneva che Baldwin non avesse alcun modo di sapere che l'arma fosse carica, né che spettasse a lui verificarlo. Il processo si è interrotto bruscamente al terzo giorno, quando la giudice Mary Marlowe Sommer ha stabilito che la procuratrice Morrissey aveva "trattenuto impropriamente delle prove" a discapito della difesa.
Il tentativo dell'ufficio del procuratore distrettuale di impugnare quella decisione è stato ostacolato dal rifiuto del procuratore generale di farsi carico del caso. L'appello è così naufragato definitivamente lo scorso dicembre. Intanto, l'armaiola del film, Hannah Gutierrez Reed, ha terminato a maggio la sua pena detentiva di 14 mesi.
Sul piano civile, però, la battaglia legale è tutt'altro che finita: restano attive diverse cause, tra cui quella promossa dal vedovo di Hutchins e un'altra avanzata dai suoi genitori.