Adrian, la serie: Rosita Celentano difende il padre Adriano

Durante un'intervista Rosita Celentano, parlando di Adrian, ha difeso la scelta del padre Adriano e ha elogiato il coraggio di Canale5.

Adrian, la serie tv animata di Adriano Celentano, potrebbe essere stata il grande flop dell'anno di Mediaset. Non fosse altro che per tutti i soldi spesi: i bene informati parlano di cifre intorno ai 28 milioni di euro. Agli ascolti soddisfacenti della prima puntata (una media di 5 milioni di spettatori) è seguito il calo vertiginoso della seconda. Senza contare le critiche piovute da ogni parte che hanno sommerso il Molleggiato. C'è però qualcuno che lo difende ed è sua figlia, Rosita Celentano.

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Compromessi Sposi: Rosita Celentano in una scena

Durante un'intervista a Spy, Rosita ha descritto lo stato d'animo del padre in questo momento complicato: "Mio padre è soddisfatto, non è dispiaciuto. Non è ancora il momento di fare un bilancio perché questo progetto è agli inizi, mancano ancora diverse settimane...". Per poi spingersi forse un po' oltre: "Solo una cosa è certa: con "Adrian" Celentano è diventato immortale". Rosita Celentano ha poi così proseguito, commentando gli ascolti in calo e l'accoglienza negativa da parte del pubblico: "Credo sia abbastanza irrilevante andare alla ricerca dei perché. Io credo che un artista genuino e coraggioso come mio padre faccia bene a fare quello che il suo istinto gli detta. I fan hanno già capito, semmai non lo capirà la piccola fetta dei non fan, i quali non vedono l'ora di attaccarlo per avere un momento di gloria. E comunque non è obbligatorio capire subito tutto nella vita...ognuno ha i suoi tempi".

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Adrian La Serie: una scena della serie

C'è anche un altro aspetto che a Rosita preme toccare ed è la scelta di Mediaset di riportare in prima serata Adriano Celentano con un prodotto così particolare e dalla gestazione così problematica come Adrian La Serie: "Anche Mediaset ha avuto un bel coraggio a sposare questo progetto. A volte è positivo sperimentare e non farsi soltanto condizionare dai punti Auditel. Va bene fare cose leggere che raccolgono una larga fetta di pubblico, ma è anche bello e giusto rischiare e proporre qualcosa che viene visto come un'estrema novità. Sono le cose spesso credute "impopolari" che ci permettono di riflettere e crescere. Con mio padre si diventa spettatori "attivi" invece che passivi di fronte a programmi trash. Non mi vengono in mente altri programmi che dopo la messa in onda coinvolgano così tanta gente a parlarne".