Adrian, la serie: Vittorio Sgarbi all'attacco di Adriano Celentano

Ospite di un programma in radio, Vittorio Sgarbi ha commentato il ritorno in tv di Adriano Celentano spendendo parole non proprio positive.

Adrian non trova pace: non bastavano i telespettatori arrabbiati, la delusione di Mediaset e le accuse di un'intera città, a complicare le cose sono arrivate le parole taglienti di Vittorio Sgarbi all'indirizzo di Adriano Celentano.

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Adrian La Serie: una scena con il personaggio dell'Orologiaio

Ospite della trasmissione radiofonica di Radio2 I Lunatici, il critico d'arte più famoso d'Italia non ha certo speso parole d'elogio per l'ultima creatura televisiva di Adriano Celentano: "Ha fatto flop su Mediaset? Mi era simpatico, ma è ancora vivo? No, non è vivo", ha detto commentando gli ascolti in discesa drastica già dalla seconda serata. Per poi aggiungere: "Canta da morto, in playback. Non era lui, vi sbagliate, voi siete troppo giovani, ma Celentano è morto da un pezzo, è morto nel 1970, ora c'è un robot che va in giro a suo nome".

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Periodo difficilissimo, insomma, per il Molleggiato e Adrian La Serie: dopo i duri attacchi via social per una brutta battuta del suo alter ego animato all'indirizzo di due ragazze appena scampate a uno stupro, l'accusa più grave, in quanto rischia di concretizzarsi in una querela, è arrivata ieri dall'associazione Noiconsumatori di Napoli. Attraverso gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, molti cittadini del capoluogo partenopeo hanno espresso la propria indignazione per un cartello che recitava "Mafia International" riferendosi a Napoli. A darne comunicazione è stato lo stesso Angelo Pisani, famoso per essere stato l'avvocato di Maradona, attraverso un commento su Facebook: "Abbiamo dato incarico ai nostri consulenti di scaricare e trascrivere i file e video della trasmissione di Canale 5 in cui per aumentare audience si è svolto un ingiustificabile spettacolo in danno dell'immagine di Napoli e dei napoletani. Civilmente e soprattutto in sede giudiziale tali gratuite e dannose offese amplificate dalla tv devono essere stigmatizzate e punite secondo legge se non si vuole trasformare la tv e lo spettacolo in un amplificatore di insulti e violenza verbale. Non si può parlare senza controllo e dare appellativi di mafia (cancro del mondo e non di Napoli) per proprio uso e profitto, ma purtroppo certe persone fanno informazione e business in questo modo e quindi preferiamo vederle solo in tribunale. Anche i responsabili della trasmissione di Canale 5 dovranno rispondere in tribunale delle gratuite e disgustose offese a Napoli e ai napoletani visto che non sono intervenuti per censurare e cessare tali violazioni né il giorno dopo hanno chiesto scusa. Devono imparare le regole dell'educazione e fare spettacolo senza danneggiare altri, auspichiamo che questa gente chieda subito pubblicamente scusa mentre chiederemo il risarcimento danni da devolvere in beneficenza e pubblica utilità".