Addio a Sidney Lumet

Il regista de La parola ai giurati, Serpico e Uno sguardo dal ponte si è spento oggi all'età di 86 anni. Nel 2005 gli è stato conferito un Oscar alla carriera.

Ci lascia il veterano regista Sidney Lumet, autore di più di cinquanta pellicole, alcune delle quali entrate nella storia del cinema, tra cui La parola ai giurati e Serpico. Celebre per essere stato un "regista di attori" - a lui si devono le migliori performance di interpreti come Marlon Brando, Katharine Hepburn ed Henry Fonda, per citarne alcuni - Lumet era nato a Philadelphia 86 anni fa, in una famiglia di attori e studiò recitazione sin da giovanissimo. Naturale quindi che abbia debuttato a teatro quando era appena un bambino, per poi proseguire il suo percorso artistico sul grande schermo con One Third of a Nation. Dopo la seconda guerra mondiale, si occupò della regia di alcune produzioni Off Broadway e in seguito, gli furono affidate delle regie televisive fino a quando non debuttò con il suo primo lungometraggio, lo straordinario La parola ai giurati, che ottenne una nomination agli Academy Awards e dimostrò l'abilità del regista nell'adattare drammi teatrali per il grande schermo.
Negli anni '60, dopo aver diretto Marlon Brando in Pelle di serpente - tratto da una piece di Tennessee Williams - si occupò di altri adattamenti di testi teatrali come Il lungo viaggio verso la notte, e firmò numerosi lavori dalla forte impronta politica, come La collina del disonore, a Prova di errore, con Henry Fonda e L'uomo del banco dei pegni, che valse una candidatura a Rod Steiger.

Nel 1973 dirige uno dei suoi film più celebri, Serpico, con Al Pacino nel ruolo di un poliziotto newyorkese che affronta la corruzione nel suo distretto, e due anni dopo tornerà a lavorare con l'attore americano per Quel pomeriggio di un giorno da cani, basato su una vicenda realmente accaduta. Il film, che fu definito "uno dei migliori film ambientati a New York che siano mai stati girati", ottenne sei candidature agli Oscar e ne vinse uno, per la sceneggiatura curata da Frank Pierson.
Seguirono Quinto potere, interpretato da Faye Dunaway e dalla tematica ancora attuale, quindi altri adattamenti come Equus (recentemente riproposto a teatro, con Daniel Radcliffe nel ruolo del protagonista) e il musical I'm Magic con due star del calibro di Michael Jackson e Diana Ross.
Nei primi anni Ottanta gira altre tre pellicole tra le sue più celebri, il poliziesco Il principe della città - anche questo candidato agli Oscar per lo script - quindi Trappola mortale e Il verdetto, con il quale Lumet tornò all'ambientazione che aveva caratterizzato il suo primo lavoro. Il film, interpretato da Paul Newman, si aggiudicò cinque candidature agli Academy, sia ai due interpreti, Newman e James Mason, che a Lumet e allo sceneggiatore David Mamet.

Negli ultimi vent'anni ha esplorato più volte temi legati alla giustizia e alla criminalità, anche con la serie televisiva 100 Centre Street. Nel 2007, dopo aver offerto un'occasione interpretativa diversa dal solito ad una star dell'action come Vin Diesel, protagonista del suo Prova ad incastrarmi, Lumet dirige il suo ultimo film, Onora il padre e la madre, un dramma indie interpretato da Philip Seymour Hoffman. Due anni prima l'Academy aveva deciso giustamente di assegnargli un Oscar alla carriera.

Il regista, che nel 1996 aveva pubblicato un divertente volume sul suo lavoro, era stato sposato quattro volte: la prima con l'attrice Rita Gam, poi con l'ereditiera Gloria Vanderbilt, quindi con Gail Jones (che gli diede due figlie, Amy e Jenny) e infine con Amy Gimbel.