La grande bellezza: intervista esclusiva a Umberto Contarello

La nostra intervista allo sceneggiatore della pellicola frersca di candidatura all'Oscar.

Da giorni e giorni sulla stampa non si parla d'altro. La grande bellezza è un'opera che ha diviso, ma certo non si può dire che non abbia attirato l'attenzione su di sé. Ormai fornire un giudizio sul film è mera attualità, come l'immancabile commento al meteo del giorno dopo o alle ultime novità politiche. Secondo l'italica tradizione ognuno sente il bisogno di dire la sua. Nel frattempo l'affresco decadente di Paolo Sorrentino è uscito negli Stati Uniti riscuotendo recensioni entusiastiche, si è accaparrato un Golden Globe che mancava all'Italia da 24 anni e ieri ha conquistato la nomination agli Oscar come miglior film straniero. Tra l'altro la pellicola l'Oscar lo potrebbe conquistare sul serio, visto che sulla carta l'unico candidato davvero temibile è lo sconvolgente Il sospetto del danese Thomas Vinterberg.

Quale è l'ingrediente che piace tanto agli stranieri? La visione languida e nostalgica di un mondo (la Roma de La dolce vita) che si è trasformato in un circo desolante e desolato, ma non del tutto indomito? Le bellezze museali percorse da una macchina da presa mobilissima e virtuosa ed esplorate dal sornione Jap Gambardella (Toni Servillo)? Lo sguardo ironico e distaccato (o no?) di Sorrentino? La finezza di scrittura? Umberto Contarello, sceneggiatore del film, prova a rispondere a queste e ad altre domande nella videointervista realizzata per Movieplayer.it da Rocco Giurato.