"Al novanta per cento di loro ho fatto un disegnino per la madre o per la zia. La maggior parte me li sò comprati così". Zerocalcare reagisce così ai lunghi e calorosi applausi ricevuti alla Festa del Cinema di Roma che hanno seguito la proiezione dei primi due episodi di Strappare lungo i bordi, la nuova serie Netflix che ha scritto, disegnato e diretto, che sarà disponibile in streaming dal 17 novembre. Zerocalcare è così: vola basso, si schernisce sempre, eppure ogni volta tira fuori qualcosa che coglie nel segno. Strappare lungo i bordi è a suo modo geniale, come tutto quello che fa in questi anni il fumettista di Rebibbia. Chi lo segue conosce da tempo le sue qualità. Ma è negli ultimi due anni, con la pandemia e il lockdown, e i suoi brevi video di Rebibbia Quarantine, che Zerocalcare sembra essere arrivato davvero a tutti. La sua sembra davvero essere la voce della coscienza di una generazione: sembra riuscire così bene a interpretare il pensiero di tanti di noi e a sintetizzarlo in parole e immagini come nessun altro saprebbe fare. Strappare lungo i bordi (il titolo allude al fatto di seguire o meno dei percorsi che in qualche modo sono precostituiti e sicuri) è un viaggio avanti e indietro nel tempo, che inizia nel 2001 e parla dell'infatuazione per una ragazza, Alice, salta indietro fino al 1995 per raccontare Zerocalcare in seconda media alle prese con la matematica, e torna ai giorni nostri per seguire una storyline in cui il nostro incontra i suoi amici Sarah e Secco. Ma da ogni piccolo spunto, da ogni oggetto, da ogni parola, può partire una digressione, ogni volta esilarante, una riflessione su piccole cose che però, in realtà, sono grandi.
Se non trovi niente da vedere su Netflix è perché il problema sei tu
Zerocalcare ha anche il coraggio e l'ironia di prendersela con la stessa Netflix quando racconta di aver passato un'intera serata a scegliere titoli sulla piattaforma per poi non riuscire a trovare niente da vedere. E Netflix che ha detto? "Ho lavorato con un sacco di realtà grosse, e mi hanno detto sempre: questa cosa non la puoi dire perché ti paghiamo noi" ha raccontato Zerocalcare. "Quelli di Netflix sono quelli che hanno avuto più fair play, si sono presi questa roba e sono stati zitti". Alla fine della gag Zerocalcare, per bocca del suo mentore, l'Armadillo, riesce a dare un senso a tutto questo. "Se non trovi niente da vedere è perché il problema sei tu". "Vedevo che le persone attorno a me trovavano tante cose che piacevano loro" ricorda l'autore. "Io perdevo tempo senza trovare niente. Io ho il master in pippe mentali e questa cosa qui mi sembra la più macroscopica di tutte".
Strappare lungo i bordi: il trailer della serie di Zerocalcare, dal 17 novembre su Netflix
Parlo a nome delle persone che sono impicciate
Zerocalcare è davvero la voce di una generazione, forse anche due. Le sue parole e i suoi disegni riescono spesso a dire quello che in tanti pensiamo ma non riusciamo a esprimere. E le sue "lagne" diventano qualcosa di universale. "Ero insonne già da piccolo" ricorda. "Quando andavo a dormire ripercorrevo tutte le cose della giornata, cercando di analizzare e di trovare una spiegazione a tutto". "Questa cosa non è parlare a nome della collettività" precisa. "Io parlo a nome delle persone che sono impicciate. Se non hai dentro questo senso di inadeguatezza magari la cosa non ti riguarda. Se ce l'hai come me ti può interessare". "Sto gesticolando come una hostess" ci fa notare dopo aver risposto, tradendo una certa emozione.
Strappare lungo i bordi, Zerocalcare: "La serie? Piacerà a chi è 'impicciato' come me!"
Ho due alert: la Siria e il Marvel Cinematic Universe
La cosa che ci sorprende sempre di Zerocalcare è il fatto di unire alto e basso, di raccontare il caricabatterie del suo telefono o l'avventura che sono i bagni pubblici dei maschi (ma anche quelli delle femmine), e poi parlare della situazione dei curdi. "Non voglio diventare il prete che deve evangelizzare la gente" precisa. "Se fai una storia sui curdi, è tanto migliore quando riesci a switchare i toni. Se fai sempre la stessa cosa parli a una riserva indiana. Se parli alle persone che si divertono con cose più leggere, e poi gli parli dei curdi senza annoiarli, riesci a interessare più persone". "Io ho due alert per le notizie: uno è per quello che succede sul fronte nord della Siria, un altro è sugli aggiornamenti dal Marvel Cinematic Universe. Sono fatto così".
Zerocalcare: il trailer e il poster della serie Netflix Strappare lungo i bordi
Giancane, Manu Chao, Billy Idol ma anche Tiziano Ferro
La sigla di Strappare lungo i bordi è di Giancane, cantautore amico di Zerocalcare. Nella serie si sentono Billy Idol e i Generation X, Manu Chao, Ron. Ma anche Tiziano Ferro. "I ragazzi di strada ascoltano Tiziano Ferro, non le cose da zecche che ascoltiamo noi" dice Zerocalcare. Il siparietto con Andrea Delogu, che ha presentato l'incontro, è divertente: lei dice che il disco del periodo in cui Tiziano era fidanzato e felice non le era piaciuto, quando si è lasciato con il compagno il nuovo disco è venuto meglio. "Dobbiamo farlo soffrire" scherza Zerocalcare.
Tra una graphic novel in movimento e Supergulp
C'è chi ha paragonato Strappare lungo i bordi a Supergulp, la famosa trasmissione dei fumetti in tv di quando eravamo bambini, e chi l'ha definita una graphic novel in movimento, e sono definizioni piuttosto centrate. "L'idea è quella dal punto di vista stilistico, narrativo", risponde a proposito della graphic novel. "Ho una storia, di solito la racconto con un libro, stavolta la voglio raccontare con una serie tv, ma che abbia lo stesso stile. La paura che avevo è che non fosse più roba mia, che fosse un tradimento, che dicessero: questo ha pigliato i soldi da Netflix, gli ha consegnato i suoi personaggi e se n'è andato. Invece credo che qui troviate la voce mia, non solo le corde vocali, ma proprio il linguaggio mio. Ho una voce fuori campo in tutti i miei libri, e c'è anche qui".
Zerocalcare fa tutte le voci
E a proposito di corde vocali, in Strappare lungo i bordi Zerocalcare doppia tutti i personaggi, compresa Alice, per cui usa un vocoder - perché era una storia di tanti anni fa e non si ricorda la sua voce - con risultati esilaranti. Tutti tranne l'Armadillo, doppiato con il suo proverbiale spleen da Valerio Mastandrea, e con una sorpresa che arriverà nei prossimi episodi. "Ho pensato che si poteva fare" ragiona Zerocalcare. "Rebibbia Quarantine ha fatto vedere che parlare velocemente, e in romano, era accessibile a tutta Italia, tranne forse che per i ragazzi di Bolzano". Ma il senso di interpretare le voci di tutti i personaggi è interessante. "Non volevo che fosse un teatro di burattini, ma che ci fosse un rapporto diretto con lo spettatore: è come se uno si siede davanti a te e ti racconta una storia. Non chiama qualcun altro a fare le voci. Te la racconta lui".
Zerocalcare: Netflix svela il teaser e la data di uscita della serie Strappare lungo i bordi
Mettete in pausa il player e osservare i dettagli
Perfetto segno dei tempi per quanto riguarda i contenuti, Strappare lungo i bordi lo è anche nella forma. Gli episodi della serie volano a un ritmo velocissimo, che è quello della parlata di Zerocalcare. Mentre nei fumetti la velocità della storia dipende dal lettore, dal ritmo che uno dà alla lettura, nella serie il ritmo è imposto, e qui è velocissimo. "Pensa che per me è lento" interviene Zerocalcare, suscitando una grande risata del pubblico. "Abbiamo baccagliato su questa cosa. Ma mi rendo conto che farlo più veloce sarebbe stato un problema". Ma il fatto che la serie vada su una piattaforma come Netflix ha suggerito un'altra riflessione sul mezzo. "Questo è uno degli aspetti fighi del lavoro con le serie" ci spiega Zerocalcare. "Tu decidi il tempo che uno spettatore ha per ascoltare un pezzo di canzone, per gustarsi una battuta. Ma questa serie è pensata per il fatto che sarà vista sui dispositivi su cui si può mettere pausa. La cosa divertente è stata riempirla di dettagli. Così la prima volta la serie si può guardare tutta d'un fiato per seguire la storia, la seconda volta si può di volta in volta mettere pausa il player e andarsi a rivedere i dettagli". A proposito, ci si chiede che fine faranno alcuni personaggi secondari che usa nei suoi fumetti, come Darth Vader, visto che sono protetti da copyright. "Ci sono cose che uso sui fumetti, e che sono proprietà altrui. Sui fumetti passano perché non se li incula nessuno. Qua abbiamo fatto delle modifiche, comunque coerenti. Tutti stanno pensando al personaggio di mia madre. La cosa si risolverà nelle prossime puntate". Tra i dettagli ci sono anche un'immagine della homepage di Netflix, con una serie di film che, visto che non possono apparire, vengono citati con gustose perifrasi. Ad esempio, Come tornare indietro nel tempo e corteggiare tua madre, che allude a Ritorno al futuro. "Un altro dettaglio su cui soffermarsi sono i testi scritti dentro al cellulare" aggiunge l'autore. "Io avrei fatto tutto in modo molto più veloce, con meno dettagli. Ma quelli della casa di produzione Movimenti mi hanno chiesto tanti dettagli e li ho messi".
Parlo solo delle cose che seguo
Dal pubblico ci si chiede ancora come faccia a normalizzare e a raccontare così bene temi come la condizione dei curdi. "Ho una policy: parlare solo delle cose che seguo" risponde deciso. "Vuol dire che non parlo delle cose che leggo ogni tanto su internet, ma di quelle che vivo personalmente, o perché vivo i movimenti politici che se ne occupano. Non credo a chi si sveglia la mattina e dice il suo pensierino perché illuminato. Credo che i movimenti siano quelli collettivi. quando parlo di qualcosa parlo con quella coscienza là. Quando ne parlo lo faccio con il massimo dell'onestà intellettuale. Nel caso dei curdi sono di parte ma cerco di mettere in piazza anche i miei dubbi".
Avere delle responsabilità
C'è chi chiede a Zerocalcare se, in quanto persona molto seguita, senta una certa responsabilità verso le persone. "Si e no" risponde. "Penso che hai delle responsabilità ma credo che le responsabilità siano soprattutto di non peggiorare le cose. A nessuno si può chiedere di cambiare la testa delle persone. Secondo me è difficile cambiare le persone in meglio, è facile cambiarle in peggio. Lo fa ad esempio chi usa certe parole, come le parole omofobe e altre di un certo tipo. Spero che chi legge le mie cose non possa peggiorare". Quanto ai suoi libri, ce ne sono alcuni per cui non teme l'approvazione o meno del pubblico. "Sono i libri frutto di un ragionamento collettivo" commenta. "Per i libri sul Kurdistan c'era un ragionamento collettivo, ne ho parlato con i curdi, ho chiesto cosa si poteva e non di poteva dire, e per me doveva andare bene a loro, e non mi interessava il resto. Se è un lavoro collettivo mi importa che la cosa sia stata fatta perché era giusto farla, e se non incontra il consenso del pubblico sticazzi".
Il bagno delle donne e il bagno degli uomini
Uno dei momenti più spassosi delle prime puntate di Strappare lungo i bordi è un dialogo tra Zero e Sarah sui bagni degli uomini, che sono il Vietnam, e quello delle donne, che noi uomini immaginiamo come luoghi da favola. Quello che è accaduto è una piccola lezione sull'inclusività. In realtà il bagno delle donne fa schifo come il bagno degli uomini. "Per questo devi ringraziare Ilaria Castiglioni di Netflix" svela Zerocalcare. "Quando ho fatto questa cosa c'era solo il bagno dei maschi. Quando Ilaria ha ricevuto questa sceneggiatura mi ha detto che il cinquanta per cento dell'umanità non si riconosce in questa roba perché ha un'esperienza di un altro tipo. Così ho chiesto ad altre donne e ho scoperto una realtà drammatica a avventurosa. Questo è un esempio calzante di quando la gente si lamenta che si devono mettere per forza le quote rosa e le quote per le diverse etnie. Se una cosa è fatta bene, provando a metterci il cuore, il risultato è come questa cosa qua, non è solo più corretto, ma è divertente e funziona meglio. C'è un modo per fare le cose in maniera più inclusiva che riesca anche a divertire".
Genova: il mio rapporto con la società è cambiato per sempre
La storia inizia nel 2001 e Zerocalcare non perde l'occasione di mettere subito in scena il G8 di Genova, anche se lui si è preso "solo du' pizze dai forestali come l'Orso Yoghi". Ma la drammaticità di quei giorni entra di prepotenza nella storia. "Non è un caso che inizi in questo modo" ci spiega "Genova sta in tutte le produzioni mie: non lo faccio a tavolino, ma è stato importante nella vita mia. È impossibile per me fare cose autobiografiche in cui non si cita Genova. Il racconto è ambientato in quell'estate, ma è anche una dichiarazione di intenti, raccontare chi è quello che sta raccontando la storia". "Il mio primo fumetto è stata la cronaca del G8 di Genova" aggiunge. "Ho lavorato sul racconto di quelle giornate, raccontando chi ha preso le botte, ma non solo: c'è chi è ancora in carcere. Genova non la vivo come un reduce ma come una persona per cui il rapporto con la società, con l'autorità, con le divise è stato cambiato per sempre. E, avendo all'epoca solo 17 anni, questa cosa per me non cambierà mai".