Zack Snyder’s Justice League, la recensione: 4 ore di epica, mitologia, spettacolo e cinema

La recensione di Zack Snyder's Justice League, l'attesa Snyder Cut del film Justice League uscito nel 2017 che ripristina la versione originale di un kolossal spettacolare.

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Zack Snyder's Justice League: una scena

Bisogna ammetterlo: siamo contenti di poter iniziare a scrivere la nostra recensione di Zack Snyder's Justice League. Lo siamo per vari motivi: per essere riusciti finalmente, in esclusiva su Sky Cinema e NOW TV, a vedere questa Snyder Cut che ha avuto una storia produttiva incredibile, per poterci immergere lasciare andare ad un film dalla durata monstre di 4 ore come raramente accade, e per aver saziato la fame di un nuovo blockbuster spettacolare a tema supereroi, dopo una lunga pausa obbligata. E se parliamo di nuovo film, lo facciamo con cognizione di causa, togliendo subito ogni dubbio: questo straordinario esempio di film di supereroi non ha niente a che vedere con quella creatura indefinibile uscita nei cinema nel novembre 2017. Certo, il nome del regista è lo stesso e qualche sequenza è ben riconoscibile (pur con sostanziali modifiche rispetto all'originale). Persino, a voler essere proprio generalisti, la struttura del film è ovviamente la stessa: reclutamento della squadra, un primo scontro, resurrezione di Superman, scontro finale. Ma si sapeva. Eppure, ritornando alla sua forma originaria, quella esente dalle modifiche imposte dallo studio e con i reshoots e la post-produzione realizzate dal team di Joss Whedon, quella così com'era stata girata e rimasta incompleta dopo l'abbandono del regista, Justice League diventa finalmente un film. Epico, mitologico, spettacolare, snyderiano al 100% (anche se molto meno divisivo e più diretto per il grande pubblico). E in tutto questo, anche al netto dei difetti e degli scivoloni in cui incorre nelle sue 4 ore, riesce a dare vita a un kolossal d'altri tempi, a tutto quello che si può volere da un film di supereroi. Addirittura, a fine film, lascia un'incredibile voglia di volerne di più nonostante la lunga durata, oltre alla piacevole e sempre più rara sensazione di aver visto un vero pezzo di arte cinematografica.

La stessa storia, ma non lo stesso film

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Zack Snyder's Justice League: Steppenwolf in una foto del film

È quasi impossibile parlare di questa versione del film senza ripensare a quella uscita al cinema e che si è dimostrata un vero e proprio flop (più di 600 milioni al botteghino non hanno garantino un margine di profitto), ma noi ci proveremo. Nonostante possa sembrare quasi normale farlo, a parere di chi scrive, ogni film vive di luce propria, soprattutto in casi emblematici come questo. Va detto: la storia del film è, a grandi linee, la stessa di quanto abbiamo già visto. Superman è morto, una grande minaccia sta per invadere la Terra e Bruce Wayne decide di andare alla ricerca dei metaumani presenti sul pianeta (un uomo degli oceani, un ragazzo che si muove alla velocità della luce e un cyborg) per convincerli a unire le forze e difendere il pianeta. Non è un reclutamento facile, ma deve avvenire in fretta perché nel frattempo le Scatole Madri, magici oggetti dall'infinito potere, si sono risvegliate richiamando dall'universo una minaccia aliena che ha un nome: Steppenwolf, pronto a recuperare i magici oggetti e mettere fine all'esistenza con il suo esercito di parademoni. L'unico modo per provare a sconfiggerlo è combattere insieme e far tornare in vita un certo kryptoniano. Batman, Wonder Woman, Flash, Aquaman, Cyborg e Superman saranno i primi sei componenti della Justice League. Eppure, in questo canovaccio, simile a molte altre avventure supereroistiche, sembra che sia cambiato tutto. Quello che succede, in maniera generica, l'abbiamo già visto. Come succede, invece, è qualcosa di nuovo. E cambia tutto.

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Sei personaggi finalmente veri eroi

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Zack Snyder's Justice League: i supereroi in una scena

A partire dai personaggi, qui finalmente con un background da raccontare, che sono spinti ad agire da certe motivazioni, che hanno un loro percorso da compiere all'interno del film. Le prime due ore del film sono dedicate esclusivamente a loro, a spiegarci chi sono e perché agiscono, ma soprattutto ci dà i motivi per tifare ed empatizzare. Questo legame tra personaggi e spettatore servirà a dare alla seconda metà del film un'esperienza emotiva maggiore. Tra i sei membri della Justice League, salvo il personaggio di Superman, un po' più sacrificato (ma anche l'unico ad avere due film precedenti a cui attingere), chi ci guadagna di più sono i personaggi di Flash, interpretato da Ezra Miller, e Cyborg (Ray Fisher). A Flash vengono dedicati i momenti più spettacolari. È ancora il componente più ingenuo e goffo della banda, anche quello che più di tutti dona umorismo al film (e, al contrario dei precedenti di Snyder, qui di umorismo ce n'è tanto), ma il suo comportamento è contestualizzato, facendogli dono di una tridimensionalità che gli rende onore. Cyborg, invece, è il vero e proprio cuore pulsante del film, paradossale essendo il personaggio che più di tutti veniva sacrificato nella versione del 2017 e quello che, almeno nell'aspetto, è meno umano degli altri. La sua storia e il rapporto col padre diventeranno metafora di tutto il film, il vero treno di commozione ed emozione.

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Zack Snyder's Justice League: Ray Fisher in una scena

Ne guadagna anche Aquaman, ben lontano dall'essere lo sbruffone visto nel film stand-alone, poco socievole e di poche parole, ma assolutamente carismatico. Emblematico il primo incontro con Bruce: a prima vista identico a quanto già visto, eppure senza quegli elementi più leggeri e spensierati che risultavano posticci. Sia chiaro che non ci riferiamo all'eccessiva serietà di cui spesso viene tacciato Snyder nel suo approccio ai supereroi, ma a un senso di epica, una dimensione mitologica che eleva i personaggi e li rende degni della nostra attenzione. Aquaman diventa un dio da adorare nel corpo di un uomo, vengono cantate preghiere in suo onore. La sequenza non finisce con la sua discesa nel mare, ma prosegue mettendo in stand-by il racconto, costruendo un'atmosfera e un contesto che trasformano definitivamente tutto il film. Clamoroso, ma vero, lo stesso Steppenwolf diventa un villain lontano dall'essere stereotipato: in una breve sequenza, Snyder (e la straordinaria animazione della Weta) riesce a caratterizzarlo così bene da cambiare per sempre il nostro punto di vista sul personaggio. Anche lui si fa tridimensionale, acquista un senso di esistere, con sentimenti, paure, pensieri, obiettivi. Potrebbe non sembrare nulla di nuovo, specie dopo l'arrivo di Thanos, ad oggi uno dei villain più memorabili della storia dei cinecomics, ma non va dimenticato il contesto: questo è un film del 2017 che ci arriva, in colpevole ritardo, solo ora. I paragoni, soprattutto in questo caso, non andrebbero considerati.

Ritmo, visione, voce

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Zack Snyder's Justice League: Ben Affleck, Henry Cavill, Jason Momoa, Gal Gadot, Ezra Miller e Ray Fisher in una scena

Un film che si divide in un prologo, sei capitoli e un epilogo risultando un lunghissimo kolossal di 4 ore, una durata mostruosa che, a prima vista, potrebbe mettere a dura prova lo spettatore meno paziente. Incredibile ma vero, Snyder questa volta trova la quadratura del cerchio e riesce a mantenere un ritmo altissimo sin dai titoli di testa dando un'importanza alle immagini e all'aspetto visivo come motore narrativo come raramente si trova nei blockbuster contemporanei. La scelta di rimanere fedeli al formato IMAX e, di conseguenza, mostrare il film in 4:3 gli attribuisce un'ulteriore dimensione da "cinema di un'altra epoca" che nessun formato panoramico potrebbe sostituire. Le inquadrature sono barocche, la fotografia (finalmente con la colorimetria voluta dal direttore Fabian Wagner) dona una profondità e un pittoricismo alle immagini che non ha eguali, gli effetti speciali riempiono il quadro con schizzi di colore, luci e segni che presto ci si dimentica di avere due barre nere ai lati dello schermo. Si ha, invece, la sensazione di vedere un moderno Intolerance, un nuovo Napoleon, un kolossal della Hollywood dei tempi d'oro che credeva nel potere delle immagini e nello spettacolo.

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Zack Snyder's Justice League: Ezra Miller durante una visita in prigione

A questo proposito fa riflettere la scelta di Snyder di tirare il freno a mano, almeno nella maggior parte delle sequenze: più misurato rispetto al passato, meno manieristico e di caratura più prettamente classica, la regia fa esattamente quello che deve fare, né più né meno, riuscendo a coinvolgere e a non distrarre. Certo, non si può pretendere che un regista che può portare senza alcun limite la sua visione originale del film possa rinunciare ai suoi marchi di fabbrica e alla sua voce più pura. In questo Zack Snyder's Justice League tiene fede al titolo, dove il nome del regista precede il nome del film: le sequenze d'azione faranno la gioia di tutti i fan di Snyder (e non solo: alcuni momenti non possono non esaltare chiunque), tra slow motion e uno spettacolo gargantuesco, a volte un po' indulgente, tanto da poter scontentare chi, d'altro canto, questo stile non riesce a sopportarlo. Ma sono minuzie per un film che dimostra, a torto o a ragione (lasciamo a voi il giudizio finale), come sia importante e fondamentale la vera voce di un regista. In queste quattro ore Snyder riesce a dimostrare che non è il regista pessimo come da anni viene definito e che, in realtà, con la dovuta libertà creativa è capace di acchiappare il pubblico e farlo partecipe di un'epica che si vorrebbe non finisse mai.

Non tutto è perfetto

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Zack Snyder's Justice League: Jared Leto in un primo piano del Joker

Non possiamo fare a meno di sottolineare, però, qualche lieve difetto che non può mancare in un film di 4 ore. A qualche sequenza un po' ridondante si aggiunge un epilogo che, stando a quanto dichiarato più volte dai diretti interessati, lascia troppe porte aperte in attesa di un sequel che, molto probabilmente, non ci sarà mai (o forse, chissà: vogliamo sperare che qualcosa possa cambiare). Un personaggio dei fumetti DC, che qui fa la sua entrata in scena per la prima volta sul grande schermo, risulta, a conti fatti, un po' troppo superfluo. La nuova sequenza che prevede Batman e il Joker interpretato da Jared Leto (questa sì, girata ex novo da Snyder) è davvero un'aggiunta per i fan che, al netto di una conversazione ben riuscita tra i due personaggi, risulta un po' fine a sé stessa. Girata con pochissimi mezzi e sotto pandemia, il risultato è un po' posticcio e disequilibra un segmento finale che, benché affascinante, non aggiunge più di tanto al film preso a sé stante. Sempre nell'epilogo, assistiamo a una scena già vista alla fine dei titoli di coda del film del 2017 tra Deathstroke e Lex Luthor: anche in questo caso sembra un ennesimo teaser per qualcosa che non avrà sviluppi. In generale, preso come film a chiusura di una trilogia, l'epilogo del film ha parecchio materiale aggiunto che depotenzia il vero finale emozionante e potrebbe lasciare un po' sconcertati e con l'amaro in bocca. Se, d'altro canto, fate parte dei fan che vorrebbero che il film durasse di più e vi siete appassionati ai personaggi, queste scene create apposta come ringraziamento a chi chiedeva il rilascio di questa insperata versione del film, risultano un piacevole regalo da parte di un regista che ha finalmente potuto riscattarsi. Per quanto ci riguarda, non possiamo che arrivare ai titoli di coda commossi e contenti: al di là di ogni parere che ha a che fare con il gusto personale, Zack Snyder's Justice League è un film di cui abbiamo bisogno e che ci meritiamo, una lettera d'amore duplice rivolta agli spettatori di ogni età e al cinema senza tempo.

Conclusioni

A conclusione della nostra recensione di Zack Snyder’s Justice League non possiamo che essere contenti che la versione originale del regista sia stata finalmente completata e distribuita. Fedele al titolo che sottolinea come la voce di Snyder sia imprescindibile e pura, il film dura 4 ore e non annoia mai. Anzi, riesce a costruire una storia così appassionante, dei personaggi così ben delineati, una mitologia che si esprime attraverso il più grandioso linguaggio cinematografico, da volerne ancora. Qualche lungaggine, soprattutto nel finale, che apre molte storie che probabilmente non avranno sviluppi e un paio di sequenze destinate più ai fan sono difetti che non pesano più di tanto in un film dalla durata monstre che centra tutto quello che deve avere un film di supereroi. Epico, spettacolare, divertente, maestoso, barocco, gargantuesco: Zack Snyder’s Justice League è un’opera d’amore da parte di un regista libero, un padre di storie, un amante della settima arte.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Tutti i personaggi sono ben caratterizzati e le loro storie riescono ad appassionare lo spettatore.
  • Il ritmo è altissimo per tutte le 4 ore di durata: ai titoli di coda si ha voglia di averne ancora.
  • Regia e fotografia sono allo stato dell’arte e regalano alcuni dei momenti più spettacolari visti nei blockbuster.
  • Epico, mitologico, gigantesco, divertente e sorprendente, il film ha tutto quello che un ottimo film di supereroi deve avere.

Cosa non va

  • Alcune sequenze aggiunte per i fan raffreddano l’emotività del finale, lasciando aperte troppe porte per un sequel che difficilmente vedrà la luce.