Potremmo dire, stravolgendo un vecchio slogan: niente realtà, ma solidi sogni. Anzi, il potere dei sogni, e il potere dei desideri. Al centro, un posto magico; quel posto dove i sogni diventano realtà, tra le stelle e l'immaginazione. E poi una storia attuale, capace di tradurre, seguendo il flusso degli acquarelli digitali, le origini del concetto Disney, superando le formattazioni attuali ormai schiave di certi (algo)ritmi. Ecco Wish di Chris Buck e Fawn Veerasunthorn, 62° Classico Disney. Un film dal suono tradizionale, eppure contemporaneo nella sua struttura, tanto da poterlo considerare come una sorta di prequel di quei Classici che, da Biancaneve a Il Re Leone fino a Rapunzel ed Encanto, hanno fatto sognare milioni e milioni di spettatori. Appunto, i sogni. Quei sogni protagonisti dello script firmato da Jennifer Lee e Allison Moore: siamo sull'Isola di Roses, un regno dei desideri nel quale i desideri del popolo vengono affidati al potente (e cattivo) Re Magnifico.
Ma non c'è film Disney senza eroe buono, e sarà una nuova eroina, Asha, a spezzare la 'dittatura emotiva', aiutata da una tenera capretta, Valentino, e soprattutto da una buffa stella, Star. "Con Wish Siamo tornati alle origini", spiega Chris Buck, nel press day di presentazione del film (dal 21 dicembre in sala), "Volevamo raccogliere il retaggio dei primi film Disney. Da Pinocchio a Biancaneve. Ho iniziato come animatore, in Red e Toby. Sono passati tanti anni. Ho imparato dai grandi, che passavano a noi il testimone. Abbiamo mantenuto l'animazione e lo spirito di Walt, raccogliendo l'eredità seguendo le ispirazioni di nuovi look e nuovi artisti". Se Wish è una sorta di omaggio, lo è anche nelle tante citazioni e nei tanti omaggi disseminati nei novanta minuti "Ci sono tanti riferimenti, ma lasciamo al pubblico decidere i riferimenti veri e propri", prosegue Buck.
Un film in qualche modo anche generazionale, con la regia esperta di Chris Buck e quella, nuova e fresca, di Fawn Veerasunthorn "Abbiamo creato Rosas come una destinazione, un regno magico che accoglie persone da tutte le parti del mondo", racconta l'autrice. "Abbiamo guardato al Mediterraneo, per cercare una concezione credibile. Il film parla di desideri e libertà. Se hai un desiderio è meglio esporlo a voce alta. Anzi, meglio cantarlo. Sono cresciuta con i musical Disney: Ariana DeBose (voce originale di Asha ndr.) ha portato un senso di gioia, e la protagonista porta in questo senso un forte approccio umoristico, mettendo a frutto il potere di superare gli ostacoli".
Wish, i doppiatori italiani e un film (molto) attuale
Come da tradizione Disney, la versione italiana di Wish è doppiata da nomi d'eccezione: la voce di Asha è quella di Gaia, mentre Re Magnifico ha il timbro di Michele Riondino. E Valentino? La capretta parlante ha la voce (profonda!) di Amadeus. "Doppiare Asha è stato un privilegio, ed è stata una sfida. Una sfida che mi ha permesso di rendere onore al personaggio. E mi sono ritrovata in lei, per certi versi", spiega Gaia. "Fare musica per me è la terapia più grande. Quando cantiamo ad alta voce l'universo ci sta ascoltando. Cantare le canzoni di Wish è stata una sorta di preghiera". Di sogni, invece, parla Amadeus: "Ognuno deve avere dei sogni. Sopratutto i bambini. I bambini devono sognare. E sognare in grande. Per realizzare i sogni si deve lottare, più lotti e più hai possibilità di realizzare i desideri".
E prosegue, "Cinema e musica sono molto più simili di quanto si possa immaginare. Al di là della colonna sonora. Sono espressioni libere, e attraverso la musica ci si può commuovere e arrabbiare. Stessa cosa vale con un film: le due cose insieme sono molto potenti". Ancora, un parallelo tra la realtà e la fantasia, dato che Wish ha un forte valore contemporaneo, legato all'ideologia popolare, e alla forza dirompente che solo il popolo può esercitare contro il dominio psicologico, politico e sociale di un'oscura contemporaneità, "Nel mondo esistono i Magnifico, ed esistono le Asha: Wish rispetta le realtà di questo mondo". A proposito di Re Magnifico, Michele Riondino, bravissimo, dice la sua: "I sogni sono il motore che accendono la vita. Mi piace avere dei desideri. L'utopia serve per potere andare avanti".
La musica, l'equilibrio e il Centenario della Disney
Durante la conferenza stampa di Wish, in un cinema nel cuore di Roma, e a poche ore dall'anteprima nazionale, sono intervenuti poi i produttori, Peter Del Vecho, anche vice-presidente Walt Disney Animation Studios, e il producer Juan Pablo Reyes. Entrambi, hanno sottolineato l'equilibrio di toni, narrativi e visivi, contenuti nel nuovo Classico. "Quando Jennifer Lee ha cominciato a parlare del Centenario, ha suggerito un film che omaggiasse la ricorrenza. Abbiamo affrontato il significato di gioia e di desideri", dichiara Juan Pablo Reyes, visibilmente divertito e coinvolto dalle domande della stampa.
A chiudere, arriva la nota musicale, fondamentale in Wish, e delineata da Peter Del Vecho: "L'equilibrio è fondamentale. Come spiegava Walt Disney. Questo è un film che cita il passato ma si appoggia sulle nuove tecnologie. Accentuando le emozioni che arrivano dalla musica, e in Wish c'è tanta musica. Non sarebbe stato lo stesso film senza le canzoni composte di Benjamin Rise". Lo stesso Del Vecho che, in chiusura, ammicca alla notizia del momento: "Sì, confermo che Frozen 3 e 4 sono in sviluppo: stiamo ragionando su una storia entusiasmante... E no, non è niente di ciò che immaginate!"