It's The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine) cantavano i R.E.M. negli anni '90, ed è un po' come ci sentiamo dopo tre stagioni di questa formidabile serie che ci ha abituato al cambiamento, a volte lento a volte veloce, verso consapevolezze sempre nuove, rivelazioni improvvise e scene spettacolari, lasciandoci il voyeuristico piacere di assistere alla rovina di un mondo, il nostro mondo, che si sgretola sotto la pressione di un'apocalittica forza senziente e artificiale. Passato, presente e futuro si confondono, si fondono, danzano in cerchio. Siamo confusi, spaesati, rapiti in un mondo che ci intriga, ci fa inorridire ma colpisce nel profondo con tale violenza da lasciarci spossati; è questo Westworld, l'intrigante serie di HBO, disponibile su Sky e Now TV, della quale proviamo a ripercorrere i 13 migliori episodi e momenti, quelli che ci hanno emozionato di queste passate tre stagioni, perché a nel mondo dello show tutto è concesso e niente è come sembra. .
Ispirata al film di Michael Crichton, Il mondo dei robot, è stata ideata dai machiavellici Jonathan Nolan e Lisa Joy e ci porta faccia a faccia con il desiderio dell'uomo di essere un dio, creatore e spietato, pronto a piegare al suo volere creato e creature. La forza di Westworld non è solo la sua intricata trama ma la splendida caratterizzazione dei personaggi: li conosciamo piano piano, ne scopriamo le debolezze, le paure, gli amori e le miserie, li amiamo e li odiamo, a volte allo stesso tempo, ed in queste sensazioni non ci importa più chi è umano e chi no. E, in effetti, ha veramente importanza?
1. I want to meet my maker (1x01 - L'originale)
Peter Abernathy, il mite fattore di Westworld manifesta pesanti anomalie dopo il ritrovamento di una foto che immortala il mondo esterno. Portato dinnanzi a Robert Ford si aprirà un dialogo tra i più intriganti dell'intera serie: nella fredda ambientazione dei sotterranei del parco la creatura incontra il suo creatore, finalmente siedono l'uno davanti l'altro, nonostante abbiano intorno a loro Bernard e Theresa Cullen le luci di scena sono puntate su di loro come dei riflettori su un palcoscenico: illuminano il viso di Ford e le spalle di Abernathy che, vittima della sua confusione tra citazioni letterarie e battute appartenenti a ruoli da lui assunti in precedenza, afferma di voler incontrare il suo creatore, per poi enunciare quella che sin dall'inizio suona come profezia di sventura: "Per mano meccanica ed estremamente sudicia io avrò una tale vendetta di voi. Di voi due. Le cose che farò quali sono non lo so ancora, ma saranno il terrore della terra." Le parole del fattore non scuotono solo Ford ma lo spettatore stesso, ci fanno intuire quello che ben presto capiterà, finché a piantare definitivamente il seme della rivolta sarà Dolores, che, interrogata da Stubbs presumibilmente a pochi metri, rivela il completamento della profezia paterna: "Queste gioie violente hanno fine violenta."
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2. Hai mai fatto male ad un essere vivente? (1x01 - L'originale)
È questione di un attimo, un solo rapido istante e qualcosa si incrina. Al termine del primo episodio, dopo l'intenso incontro tra Ford e Abernathy, un piccolo ed inaspettato gesto segna il punto di non ritorno, qualcosa nel codice di Dolores è cambiato: una mosca, uno schiaffo e nulla è più come prima. Un semplice, umano, comune e violento gesto che è la scintilla che lentamente arderà fino a diventare fuoco di ribellione. Poco prima Dolores aveva risposto alla domanda di Ashley Stubbs "Hai mai fatto male ad un essere vivente?" con un secco no e allora, cosa è cambiato? Capiremo poi che la risposta non è del tutto sincera: anni prima era stata la stessa Dolores ad uccidere Arnold dopo aver assunto la personalità del bandito Wyatt, ma sappiamo anche che il fatto è avvenuto per volere dello stesso creatore piegato da rimorsi e dolori familiari. La bella figlia del fattore non ricorda nulla ma sa ogni cosa, la verità è in ogni riga del suo codice in attesa di essere ritrovata attraverso un dedalo di esperienze e dolore ben rappresentato dal labirinto in cui si cela la coscienza stessa.
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3. La creazione (1x06 - L'antagonista)
Maeve è la maitresse del bordello di Westworld, luogo in cui gli ospiti decidono di dare spesso sfogo ai loro desideri più abbietti; è intelligente, brillante e riesce a fare qualcosa di unico: svegliarsi mentre è in riparazione. È così che prende atto della sua vera natura, si rifiuta di dimenticare cercando di accumulare più informazioni possibili, notte dopo notte, ferita dopo ferita. Una notte riesce a convincere un reticente e spaventato Felix Lux a mostrarle la struttura in cui gli host vengono creati. Accompagnata da una meravigliosa cover strumentale di Motion Picture Soundtrack dei Radiohead, Maeve sale piano dopo piano, settore dopo settore; può avere uno sguardo privilegiato sulla creazione e una cruda conferma delle spiegazioni datele da Felix: molto di ciò che sa e ciò che ricorda è mera menzogna, ogni cosa, ogni piccolo gesto totalmente privo di spontaneità, finché sugli schermi non vede le immagini che determineranno i suoi obiettivi: lei con una bambina, la stessa piccola che sogna ogni notte, l'affetto che sembra essere l'unica cosa autentica in un mare di finzione. La costruzione dell'intera scena, la lentezza con cui è narrata, contribuiscono a rendere questo uno dei momenti più intensi e significativi dell'intera serie, consacrando Maeve e il suo amore di madre caposaldo dell'intero plot. Non sappiamo se gli sceneggiatori si siano ispirati all'omonima regina della mitologia gaelica, ma di sicuro le assomiglia nel carattere: forte, implacabile e determinata sarà capace di affrontare l'inferno per raggiungere il suo scopo e come dice lei al termine dell'episodio "Ragazzi miei ci sarà da divertirsi."
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4. Settore 17 (1x06 - L'antagonista)
Quanto la nostalgia può risultare utile, una spinta invece che una zavorra? Bernard individua dei residenti non registrati all'interno del parco e, recatosi a controllare, scopre una famiglia intenta nelle attività quotidiane. Aggredito dal padre che non risponde in alcun modo ai comandi vocali standard, viene salvato dall'intervento di Robert Ford. Gli Host sono di prima generazione, riproduzioni della famiglia del creatore del parco. Bernard è perplesso, ma Ford gli racconta che sono un regalo lasciatogli da Arnold e che lui ha mantenuto "funzionante" in quanto memoria dell'amico scomparso nonché dell'unico momento felice della sua infanzia. Questi "Spettri, ora, sopravvissuti alla rovina del tempo", come li definisce, appaiono quasi un monito ma anche un punto fermo. Durante il corso della serie abbiamo visto altre volte Robert incontrare il suo Host infantile, possiamo dedurre che sia qualcosa a cui il criptico fondatore si aggrappa per trovare motivazione? Oppure una sorta di punizione auto inflitta, qualcosa per cui ritiene giusto soffrire? Gli occhi malinconici di Anthony Hopkins fanno il resto, a noi non restano altro che le supposizioni.
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5. Hello Dolores (1x10 - Un nuovo inizio)
È la nascita, è come tutto è cominciato: un'incompleta Dolores, l'host più longevo del parco, apre gli occhi per la prima volta. Ad accoglierla un orgoglioso Arnold, che con voce paterna pronuncia le parole "Ciao Dolores, benvenuta al mondo." Un istante che racchiude tutto: la creazione, l'orgoglio, lo smarrimento. Non ci vengono mostrati complessi macchinari, nessuna produzione in serie, solo le mani che sistemano e plasmano quel corpo a propria immagine, si assicurano amorevolmente che tutto sia pronto ad accogliere una nuova nascita. Proprio come la biblica Eva, Dolores viene creata, prima donna di molte altre, non calata in un paradiso terrestre ma in un inferno in terra, in una realtà fittizia che metterà ben presto in discussione; ma dopotutto quello è l'attimo, il primo raro momento di affetto di un padre verso una figlia e di un creatore verso la sua creatura.
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6. Il fascino del mondo oltre il parco (2x02 - Ritrovo)
Guardare il mondo con lo stupore di un bambino è una delle doti più grandi che un essere umano possa avere, con l'avanzare dell'eta, però, smettiamo troppo presto di cedere alla meraviglia presi da una vita sempre più veloce, sempre più esigente ma stanca e disillusa. Un Host invece può, la sua mente incontaminata riesce a godere di ogni minima meraviglia e ce lo mostra Dolores portata, quando ancora il parco non era attrazione, nel mondo esterno da Arnold. Nel rimanere incantata dinanzi alla vista dei grattacieli della metropoli mostra al suo creatore un'anima pura, candida come quella di una bambina, il suo sguardo fisso e sognante ricorda a tutti noi qualcosa che avevamo e che abbiamo perso.
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7. Un'altra me (2x05 - Il mondo nuovo)
Alla povera Clementine ne succedono di tutti i colori sin dall'inizio: dismessa nella prima stagione dopo essere stata usata e manipolata per dimostrare l'aggressività degli host, torna emaciata e combattiva nella seconda stagione al fianco di Teddy e Dolores. Le cose per lei però non migliorano, a minare il suo equilibrio sarà l'incontro con colei che l'ha sostituita al bordello di Westworld e che ci appare intenta a parlare con un'inesistente Maeve, pronunciando frasi che abbiamo sentito da Clementine più e più volte, capisaldi di quel copione che è parte indelebile del suo codice. A questo punto la camera si sposta fino ad inquadrare una smarrita Clementine in lacrime che scandisce, muta, con le labbra ogni parola che fino a poco tempo prima era appartenuta esclusivamente a lei. La scena si conclude con Dolores che le ordina di tornare dagli altri e si rivolge a Teddy, dicendo: "Te lo avevo detto Teddy, questo posto non è casa." Tra le rovine del parco non c'è più nessun posto che possano chiamare casa, una volta sollevato il velo di menzogne non rimane più nulla, se non l'eco di quello che è stato.
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8. Fedeltà (2x06 - Spazio delle fasi)
La puntata si apre, come è successo diverse volte prima, con Dolores e Bernard soli in una piccola stanza sotterranea. Bernard esordisce dicendo: "Tu mi fai paura a volte Dolores", preoccupandosi di cosa possa diventare l'host, di come possa sfruttare la sua intelligenza, ma ad un certo punto il sosia del creatore dice qualcosa di non coerente con il pensiero di Arnold e Dolores interviene, blocca le funzioni motorie del suo incredulo interlocutore e lo corregge. Tangibile, come al solito, la bravura di Evan Rachel Wood, i suoi improvvisi cambi di espressione e atteggiamento, e la differente mimica facciale la rendono sublime in questo tipo di scene. Come dice a Bernard, lo scopo di questo test è la fedeltà al personaggio e di sicuro per lei è prova superata!
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9. Akecheta (2x08 - Ricordare)
Akecheta è un host della tribù fantasma, anche lui ricorda le sue vite passate e per ritrovare la donna che ama, portata via dai misteriosi uomini del sottosuolo e convintosi di vivere nel "mondo sbagliato", compie un'autentica discesa agli inferi. Determinato a scoprire finalmente cos'è ciò che ha visto nel deserto e a capire dove portano chi scompare, si fa uccidere. Ciò che sperimenta nel sottosuolo è molto simile all'esperienza di Maeve, anche la scena è estremamente simile, ma più solitaria. Si inoltra in questo luogo oscuro senza guardarsi troppo attorno, l'amore non perde tempo e lui lo sa bene, scende ancora ed ancora fino a giungere nel livello più basso e spettrale del complesso, lì dove giace chi non fa più ritorno. È nel buio e nel fetore di quei corpi sintetici lasciati a marcire che ritrova la sua Kohana, o almeno ciò che resta di lei, un mero involucro, vuoto, privo di ogni guizzo vitale, di ogni parvenza di pensiero o cognizione. E lì tra le lacrime, quando intravede anche altri della sua tribù, fa una riflessione che riassume quasi in poesia il senso di perdita, lo smarrimento e l'impotenza che si prova al cospetto della morte di chi si ama: "È stato quello il momento in cui ho visto oltre me stesso. Il mio dolore era egoista. Perché non era mai stato solo mio."
Westworld, il commento all'episodio Kikuya: il racconto di Akecheta
10. La fine di Teddy (2x09 - Punto di fuga)
Il paladino è il ruolo più ingrato che si possa avere in una qualsiasi storia e il povero Teddy ne sa qualcosa. Costantemente in balia del suo ruolo e del destino che i creatori hanno scelto per lui, sembra incapace di fare del male e quando Dolores decide di renderlo uno spietato giustiziere alterando i suoi valori, abbiamo intuito fin da subito che la vicenda sarebbe finita in tragedia. In risposta alle variazioni il pistolero gentile diviene sì più spietato, ma anche maggiormente instabile. Incapace di abbracciare fino in fondo il suo oscuro ruolo, e sfinito dal fatto che ogni sua più cruenta azione va in contrasto con il suo codice più profondo, finalmente ricorda ogni cosa fin dalla prima volta che ha aperto gli occhi e la disperazione prende il sopravvento. "Che senso ha sopravvivere se siamo crudeli quanto loro?" dice estraendo la pistola, non per sparare alla donna che ama, ma a se stesso, non potrà più proteggerla e se ne scusa, poi preme il grilletto. La puntata si chiude così, con il dolore, la meccanica disperazione di Dolores preludio dell'apocalisse.
Westworld 2, il commento a Vanishing Point: il rimpianto degli assassini
Dolores e Charlotte (3x03 - The Absence of Field)
Dolores ha portato via dal parco alcune copie di se stessa da impiegare come "soldati in missione" sostituendoli a personaggi chiave, una di questi è Charlotte Hale. Le copie di Dolores che vediamo sperimentano diversi tipi di vita, fanno esperienze che ne plasmano man mano le caratteristiche, sono coscienze in divenire, tutte diverse seppur partite da un ceppo comune. Charlotte è inizialmente la più fragile, schiacciata dalle difficoltà di gestione della Delos, intrappolata in un corpo che non riconosce, arriva all'autolesionismo, a mettere in dubbio il percorso che l'originale ha pensato per lei e per gli altri. In quella stanza d'albergo con Dolores condivide una delle scene più intime di tutta la serie: come una sorella Dolores se ne prende cura, Charlotte si affida, mostrando quelle debolezze che nella quotidianità deve tenere nascoste, può essere se stessa, possono esserlo entrambe, addormentandosi vicine, in posizione fetale, come gemelle nello stesso utero, tanto simili quanto diverse.
La giusta informazione al momento giusto (3x05 - Genre)
Una delle scene della terza stagione che più ricorderemo. Complice la bellissima cover di Space Oddity eseguita dai The Classic Rock String Quartet, ogni elemento della scena evidenzia uno "stato di non ritorno". Ogni elemento in scena, umano o no, è mutato. Ce ne accorgiamo già prima dell'uscita di Dolores e Caleb dalla metropolitana, dopo un momento di incredula immobilità dove solo la scala mobile era l'unico elemento dinamico, arriviamo in superficie dove veniamo colti da un'esplosione di eventi: liberi dall'influsso di Rehoboham, chiunque è in grado di uscire dai binari mostrando, nel bene e nel male, le proprie inclinazioni. Ce lo mostra la coppia che litiga, il cane che corre senza che più nessuno gli tenga il guinzaglio, c'è chi prende un palloncino e chi si dà a vandalismi e corse sfrenate. Tutto ruota intorno a Dolores e Calab, tutto accade loro intorno senza sfiorarli, sono il fulcro della storia, prima che l'azione ricominci ma dopotutto, proprio come afferma la copia di Dolores alla Incite, "la giusta informazione al momento giusto è più letale di qualsiasi arma".
Le ultime parole di Dolores (3x08 - Crisis Theory)
"Alcuni scelgono di vedere la bruttezza in questo mondo. Il caos. Io ho scelto di vedere la bellezza." Se ci pensiamo bene tutte e tre le stagioni di Westworld ruotano attorno a questa battuta di Dolores, ai suoi significati nascosti. Nel discorso finale del primo host creato da Arnold, ricorre il tema centrale della serie: il libero arbitrio, la libertà di scegliere il proprio destino, di comandare le proprie azioni e di decidere in che modo affrontare la vita. Il suo discorso, in quel paesaggio così familiare, davanti ad un attonita Maeve, è il sunto di un percorso, sancisce la fine di un ciclo, insieme a lei ci lasciamo, con molta probabilità, alle spalle il parco di Westworld, per far nascere una nuova era dalle ceneri della precedente in questo mondo in grado di vivere innumerevoli vite.