È piacevole iniziare la nostra recensione del quinto episodio di WandaVision con un sorriso ben stampato sulla faccia. Sì, perché la serie con protagonista Wanda e Visione, la prima sitcom con protagonisti degli Avengers così come viene definita dai personaggi stessi, e disponibile su Disney+ ha ancora una volta fatto centro. Avevamo avuto un episodio di pausa, utile per tirare le fila della comprensione su quanto visto nei primi tre episodi, abbracciando il punto di vista esterno dello S.W.O.R.D. e di Monica Rambeau sulle vicende in stile sit-com di Wanda e Visione. In questa puntata centrale, giro di boa della miniserie, proseguiamo con un'alternanza tra le vicende interne a Westview e l'indagine di Monica, Darcy e l'agente Jimmy Woo che devono cercare di risolvere il caso. Ma per la prima volta, WandaVision offre molto di più, sia a livello tematico che narrativo. Se stilisticamente la serie si mantiene originale e sa giocare con il linguaggio televisivo delle sit-com, dal punto di vista della storia vera e propria l'episodio si conclude con un colpo di scena incredibile, capace di capovolgere l'intero universo cinematografico della Marvel. Potete proseguire la lettura di questa recensione con serenità: non vi riveleremo nulla.
"Ottanta" voglia di famiglia
E siamo arrivati agli anni Ottanta nel percorso televisivo attraverso i decenni che WandaVision affronta sin dalla prima puntata. Siamo arrivati all'epoca dei jeans e delle tute da ginnastica e anche la stessa sitcom vede un'aggiunta piuttosto importante nel suo cast. Ci eravamo lasciati con la nascita di due gemelli e una famiglia allargata e pronta a nuove fantastiche avventure a Westview, la cittadina tenuta sotto ostaggio dal potere mentale di Wanda. Una conferma che arriva anche dalla struttura stessa di questo episodio che, quasi ammettendo la forte cesura della puntata della scorsa settimana, sa che niente potrà tornare perfetto come all'inizio. A partire sin dalle prime sequenze c'è un disequilibrio interno alla sitcom: lontana dalla bellissima e perfetta bugia, la finzione del reale di Wanda si fa troppo strana persino per gli stessi protagonisti (è il caso di Visione). Si ride molto meno e ci si inquieta molto di più mentre, lentamente ma inesorabilmente (o dovremmo dire in maniera ineluttabile?), il controllo totale sugli eventi inizia a frantumarsi. Il punto d'inizio è stato proprio nel finale del terzo episodio, con quel nome inaspettato pronunciato da Geraldine (ovvero Monica) a Wanda: Pietro, ovvero il fratello gemello di Wanda ucciso da Ultron. Ma l'episodio precedente, capace di abbracciare un punto di vista esterno alle vicende, ha anche frantumato la natura stessa di WandaVision, ora costretta a intervallare le vicende "virtuali" a Westview con le vicende reali al di fuori della cittadina (da notare come la fotografia meno definita della sitcom cede il passo all'alta definizione dell'esterno). In questo, la serie inizia a dimostrare un rientro nei binari più consoni all'universo cinematografico Marvel, anche se non mancano le stranezze e le idee che hanno reso questa serie televisiva così originale.
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Virtuale, reale, nemici e amici
Una divisione, quella tra virtuale e reale, che non contagia solo la struttura degli episodi ma anche la stessa narrazione. Straniante e con alcuni momenti che sembrano uscire direttamente da un episodio inquietante de Ai confini della realtà (vedasi la scena ambientata nell'azienda dove lavora Visione), WandaVision getta qualche ombra sul personaggio protagonista. Da moglie perfetta e simpatica a minaccia pericolosa, Wanda inizia a essere coperta da una nube oscura che non lascia presagire nulla di positivo. Si respira, nei momenti migliori dell'episodio, un senso di minaccia incombente, terribile e distruttiva proprio perché frutto di una disperazione oltre la razionalità. È forse l'elemento più interessante di questo episodio, quello di gettare alcuni semi sul futuro della serie e del personaggio che non preannunciano nulla di positivo e creano un'aspettativa davvero molto alta sugli sviluppi della storia. A suo modo, la serie lo racconta con un'idea molto forte che gioca con lo spettatore a livello metatestuale, usando il montaggio, la musica e tutti gli elementi (tra cui i titoli di coda) di una finta serie tv come poteri, ostacoli, armi contro "l'estraneo" tra cui noi stessi, spettatori che non abbiamo alcun tipo di potere di fronte allo schermo televisivo, così come non ce l'hanno Jimmy, Darcy e Monica. Non possiamo che sottolineare ancora una volta il talento recitativo di Elizabeth Olsen e Paul Bettany, capaci di trasformarsi nel giro di un'inquadratura dagli ingenui protagonisti di una sitcom a persone che sentono di essere in qualche modo controllate e artificiali. Non usiamo il termine "controllate" al plurale perché alla fine dell'episodio WandaVision accentua ancora di più il gioco metatestuale con lo spettatore osando con un colpo di scena che ha dell'incredibile.
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Un finale da mascella a terra
WandaVision, la serie di Wanda Maximoff e Visione. Ma anche WandaVision, il punto di vista di Wanda, la sua realtà, la sua elaborazione del lutto rispetto agli eventi del passato e alla perdita dei suoi legami affettivi. Nel doppio la serie trova la sua forza, instaura il suo gioco a incastri, da scatole cinesi. Una serie dentro la serie vista da spettatori interni ed esterni a quell'universo narrativo. WandaVision ci ha abituato all'assurdo attraverso un velo comico che richiama lo stile delle sitcom americane, ma cosa succede se questo assurdo viene svelato attraverso un vero e proprio colpo di scena, serio e inaspettato? Il finale di questo quinto episodio riesce a sorprendere in due modi diversi: da un lato per il personaggio che compare sull'uscio di casa, dall'altro per le sue fattezze. Un ennesimo gioco metatestuale che coinvolge in due modi: un pubblico più generalista resterà a bocca aperta per l'identità mentre i fan più hardcore avranno di che discutere sulla scelta operata dai Marvel Studios nell'utilizzare un determinato volto per dare vita al personaggio. In entrambi i casi il finale dell'episodio spalanca le porte per il futuro: della serie di Disney+ e dello stesso Marvel Cinematic Universe. Impossibile essere scontenti.
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Conclusioni
Concludiamo la nostra recensione del quinto episodio di WandaVision con la voglia incontenibile di sapere come proseguiranno le vicende a Westview la prossima settimana. In un episodio che preannuncia grosse rivelazioni e cambi di prospettiva, che si distingue per aver scomposto la struttura degli episodi e alternato la sitcom e la realtà, che lascia da parte le risate e la comicità per puntare su un senso di minaccia incombente, WandaVision si dimostra ancora una volta una serie perfetta sia per l’appassionato Marvel che per un pubblico più generalista. Un equilibrio sottile eppure gestito alla perfezione, segno di una squadra con le idee chiarissime sul futuro della storia e dell’intero universo cinematografico.
Perché ci piace
- Elizabeth Olsen e Paul Bettany dimostrano ancora una volta il loro talento eccezionale.
- Rinunciando un po’ al lato sitcom, la puntata getta alcune ombre che rendono il tutto ancora più interessante.
- Il gioco metatestuale riesce a proseguire con originalità, giocando con il linguaggio televisivo e con lo spettatore.
- Il colpo di scena finale lascia davvero a bocca aperta.
Cosa non va
- Proprio il colpo di scena finale potrebbe avere un impatto diverso a seconda dello spettatore. È il rischio di una serie che fa del gioco metatestuale la sua forza.