W Zappatore e la prima black comedy musicale all'italiana

Dopo essere stata apprezzata in America e in Cina, l'opera prima di Massimiliano Verdesca arriva sugli schermi italiani con una Sandra Milo nelle insolite vesti di una nonna metallara.

Nonostante le quattordici ore di volo che lo hanno portato direttamente da Pechino a Roma, Massimiliano Verdesca non si è certo voluto perdere la presentazione alla stampa del suo lungometraggio d'esordio W Zappatore. Realizzato nel 2011 in modo del tutto indipendente, il film è costruito intorno alla figura originale e silente di Marcello Zappatore, chitarrista virtuoso nato e cresciuto a Lecce. Grazie alla naturale originalità di questo personaggio, Verdesca ha assemblato un mondo fatto di croci rovesciate, stigmate e cultura rock metal da trattare con ironia e nel quale inserire, con altrettanta leggerezza, una Sandra Milo ancora disposta a confrontarsi con la sperimentazione nonostante i suoi quasi ottanta anni. Il risultato è una pellicola che, dopo aver trionfato al Brooklyn Film Festival ed essere stato segnalato anche dal New York Times, arriva in sala dal 15 marzo grazie al circuito di Distribuzione Indipendente, tanto per dimostrare che un diverso tipo di cinema è possibile e auspicabile.

Massimiliano la tua è una black comedy musicale insolita per il cinema italiano. Quali sono state le tue fonti d'ispirazione? Massimiliano Verdesca: I miei punti di riferimento cinematografici sono film come Leningrad cowboys go America di Aki Kaurismaki e Napoleon Dynamite di Jared Hess. Dal punto di vista estetico, poi, non posso dimenticare tutto il lavoro di Wes Anderson, ma stiamo parlando di grandi maestri che guardo con grande rispetto.

Com'è nata l'idea d'incentrare questo racconto grottesco su Marcello Zappatore? Massimiliano Verdesca: Con Marcello siamo stati compagni di scuola al liceo, poi, però ci siamo persi di vista fino a quando MTV non mi ha chiesto di ritrarre un personaggio legato al mondo della musica. Ho pensato a lui per le sue doti di virtuoso della chitarra e perché rappresenta un personaggio assolutamente inadatto al linguaggio televisivo. Lui è esattamente come lo vedete sullo schermo, silente e immobile. Dopo quel lavoro ho capito di voler costruire introno a lui una storia dal respiro più ampio. Siccome in quel momento suonava in una band metal, ho pensato che la cosa peggiore con cui far confrontare un rocker fosse l'arrivo di Dio sotto forma di stigmate. Da qui parte la vicenda in cui ho immerso la figura di Marcello, dotato, come potrete vedere, di un'incredibile autoironia.

Nel film, però, c'è anche la presenza inaspettata di Sandra Milo nelle vesti di una nonna dalle vedute piuttosto ampie... Massimiliano Verdesca: Ho incontrato per la prima volta Sandra durante il casting cui si erano presentate molte attrici. Però, ho capito che sarebbe stata la scelta giusta nel momento in cui l'ho vista accanto a Zappatore. Ha cominciato immediatamente a relazionarsi con lui e a prenderlo simpaticamente in giro. E' stata una vera e propria scoperta. All'anagrafe avrà anche ottanta anni ma interiormente è poco più che una ventenne. Inoltre è una persona speciale, dotata di un'intelligenza umana incredibile, tanto che tra noi si è creato un rapporto famigliare.

Signora Milo, come è venuta a conoscenza di questo progetto e cosa l'ha spinta ad accettare la parte di una nonna metal? Sandra Milo: Il mio agente mi ha informato dell'esistenza di questa storia e del talento di Massimiliano. La prima cosa che mi è piaciuta di lui è la sua incredibile bellezza arricchita dal modo in cui parla e si esprime. Inoltre, ho avvertito immediatamente una spiritualità profonda. Per questo motivo ho sperato che lui mi scegliesse per la parte. Inoltre, grazie a questo film, ho conosciuto una Puglia che non immaginavo nemmeno esistesse, composta di un'umanità difficile da incontrare qui. Massimiliano ha avuto il merito, poi, di cogliere i sogni di tutti loro e il modo in cui questi riescono a renderli felici, trasformandogli la vita anche se per poco.

Lei ha lavorato con i più grandi autori italiani, com'è stato confrontarsi con un regista giovane al suo primo film? Sandra Milo: A me piace il cinema di una volta perché osava, raccontava storie incredibili. Pensate, oggi chi riuscirebbe a realizzare un film come Miracolo a Milano? Massimiliano è straordinario perché ha delle idee diverse e un modo personale di vedere il mondo. E non gli importa di capire se questo può piacere o no. Spero che nel suo prossimo film mi dia una parte, anche piccolissima, tanto per vivere un momento nel mondo che lui vede e scopre quotidianamente.
Massimiliano Verdesca:Oggi il problema è che, anche a causa della condizione economica, le distribuzioni non sono disposte a rischiare più di tanto e i ragazzi finiscono per castrarsi volontariamente producendo materiale artistico omologato. Ho visto molti film che, dopo dieci minuti in cui era possibile intravedere un taglio personale, hanno cambiato completamente rotta rientrando nei canoni prestabiliti di una certa produzione. A quel punto è possibile capire in soli venti minuti anche come andrà a finire. Per questo motivo io posso considerarmi fortunato nell'aver avuto accanto persone disposte a credere nella mia visione. Certo, sono stato anche consapevole delle difficoltà produttive che avrei dovuto affrontare. Considerate che questo film è stato realizzato due anni fa e arriva oggi sugli schermi. Il fatto è che bisogna osare, portare al cinema anche qualche cosa di diverso, altrimenti tutto ciò che rimane è una massa informe di film tutti uguali. Alla fine non ci sono nemmeno personaggi ma solo attori.