"Ho orecchie d'oro, lingua d'argento e palle di bronzo. Il problema è il mio naso e tutto quello che ci metto dentro"
New York, 1973, sesso, droga e rock'n'roll. Richie Finestra (Bobby Cannavale), produttore musicale e fondatore della American Century Records, non è una persona che si mostra differente da quello che è, ma mette subito in chiaro qual è il suo mondo. Ossessionato dalla musica, Finestra ha costruito il suo impero nel corso di venti lunghi anni, in cui si è fatto guidare dall'istinto e dal suo orecchio particolarmente attento a tutto ciò che è in grado di emozionare in modo violento, che sia blues, rock o jazz. Messo con le spalle al muro da alcuni flop e sprechi di denaro, Richie è costretto a vendere la sua etichetta alla Polygram, compagnia tedesca che vorrebbe accaparrarsi un contratto con i Led Zeppelin, fenomeno musicale del momento in trattative con l'American Century.
Il business della musica non è una scienza esatta e motivazioni di pancia come l'ancora fresca ostilità postbellica tra inglesi e tedeschi fanno saltare i progetti di Richie, che, tra una striscia di coca e una vita familiare che non lo soddisfa, trova il tempo di invischiarsi in un problema ben più grande di un'azienda in perdita. Sconvolto, disperato e strafatto, Richie ha un'epifania tra le strade di New York, finendo, quasi per caso, a un concerto dei New York Dolls: tra allucinazioni, luci psichedeliche e un'energia quasi mistica, il produttore tocca il punto più basso della sua esistenza, che finisce quasi per ucciderlo, ma ne riemerge con una nuova consapevolezza: i tempi, così come la musica, stanno cambiando.
Nata da un'idea di Martin Scorsese e Mick Jagger, il leggendario frontman dei The Rolling Stones, che ne parlarono per la prima volta nel 1996, Vinyl è la nuova serie di casa HBO, in arrivo questa sera su Sky AtlanticHD, in prima serata e in contemporanea con gli Stati Uniti. Trasformatasi in una serie televisiva nel corso degli anni - in origine avrebbe dovuto essere un film di tre ore sullo spirito degli anni '70 visti attraverso la musica -, Vinyl è scritta da Terence Winter, già sceneggiatore di I Soprano e del film, diretto proprio da Scorsese, The Wolf of Wall Street, oltre che creatore di Boardwalk Empire - L'impero del crimine, altro progetto HBO che lo ha visto collaborare con il regista premio Oscar. Sexy, umorale e magnificamente girato da Martin Scorsese, l'episodio pilota, che vanta dunque due ore di durata, è un magnifico trip sinestetico in cui le immagini danno forma e colori alla musica più bella del mondo, ovvero il rock degli anni'70.
L'erede di Mad Men: Richie Finestra è un Don Draper rock
Terence Winter e Matthew Weiner, creatore di Mad Men, si sono fatti le ossa sotto la guida sapiente di David Chase, mente dietro a I Soprano, serie HBO ispirata proprio ai film di Martin Scorsese, che, grazie alle avventure del gangster Tony Soprano (James Gandolfini) è diventata presto una pietra miliare nell'ambito della televisione moderna, facendo del suo protagonista il vero e proprio padrino di tutti gli anti-eroi più amati, dal Gregory House di Dr House al Walter White di Breaking Bad.
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Potendo contare sulla regia di Scorsese, la scrittura di Winter e la produzione di HBO, Vinyl è dunque la summa perfetta dello spirito trasgressivo e affascinante di queste realtà artistiche, un progetto che già sulla carta, visti i nomi coinvolti, non può non essere un evento. Se a questo aggiungiamo la presenza di Mick Jagger, la miscela diventa esplosiva. Nata infatti dalla volontà del cantante di dare forma e voce a un'epoca, Vinyl cerca di fare per gli anni '70 quello che Mad Men è stata per i '60: attraverso gli occhi di uno spettatore privilegiato, racconta un'era irripetibile e mitica, che ancora oggi influenza lo stile, la musica e il cinema. Così come il pubblicitario Don Draper (Jon Hamm), il produttore Richie Finestra è un uomo corroso dai vizi e dall'ambizione, la cui dipendenza da droghe, alcol e sesso è seconda solo alla passione per la musica, proprio come l'immagine lo era per Draper.
La somiglianza non si limita a quella dei protagonisti: Devon (Olivia Wilde), moglie di Richie e madre di due bambini, un tempo modella e musa di Andy Warhol, soprannominata "Devilish Devon", ricorda molto Betty Draper (January Jones), l'infelice e bellissima moglie di Don Draper, così come Jamie C. Vine (Juno Temple), segretaria e aspirante talent scout musicale, sembra la nipote di Peggy Olson (Elisabeth Moss), subordinata di Draper che finisce per diventare una famosa copywriter. Similitudini della storia a parte, Vinyl e Mad Man sono vicine soprattutto negli intenti, ovvero il voler costruire un'epoca tramite le vite di chi i favolosi anni '60 e '70 li ha visti in prima linea.
La magica trinità: Martin Scorsese, Mick Jagger e Terence Winter
Chi meglio di Martin Scorsese e Mick Jagger poteva dunque raccontare gli anni '70 e la sua musica? Grazie all'influenza del cantante la serie può dunque contare su un ricchissimo bagaglio di canzoni, oltre che ad aneddoti pescati dal dietro le quinte della scena musicale, mentre Scorsese, che non ha mai fatto mistero della sua passione per la musica, e in particolare per quella degli Stones, può dare sfogo ancora una volta alla sua abilità di mescolare in modo perfetto immagini e note. A tenere le redini di questa energia esplosiva è la scrittura di Winter, cui è affidato il compito difficile di rendere fruibile una storia che si basa soprattutto su emozioni e sensazioni suggerite da musica e immagini, che, se non messe in riga tra un trip e l'altro, non potrebbero rendere il racconto durevole e destinato a dipanarsi in dieci episodi.
La sfida della serie è proprio questa: archiviate le due magnifiche ore dirette da Scorsese, un vero e proprio film, Vinyl dovrà cercare di trovare la sua strada, che comincia a delinearsi grazie alle numerose sotto-trame che fanno da contorno allo straboccante protagonista. Oltre al passato nella moda della moglie di Richie e ai sogni di Jamie, ci sono anche la rabbia di Kip Steveson, cantante e leader dei The Nasty Bits, una delle prime band punk, interpretato da James Jagger, figlio di Mick, che dal padre ha ereditato il carisma da rockstar, e quella di Lester Grimes (Ato Essandoh), cantante blues involontariamente rovinato da Richie, che proprio grazie a lui ha fondato invece il suo impero. Non mancano inoltre sesso e violenza, che la coppia Scorsese-Winter ha portato agli estremi in The Wolf of Wall Street e che qui si fondono perfettamente con lo spirito dell'epoca, in cui personaggi come Keith Richards e Robert Plant si sono resi protagonisti di strane pratiche sessuali, con ghiaccioli alla cola e pezzi di squalo, passate alla storia.
Un trip allucinato che scorre fluido come i solchi di un vinile graffiati dalla puntina del giradischi
Se la storia non spicca per originalità, la forza di Vinyl sta nella formidabile capacità di Scorsese di trasformare le due ore di pilot in un'incredibile esperienza sinestetica (tutto il pilota dà la stessa sensazione della magnifica, e ormai cult, scena di Mean Streets in cui Robert De Niro entra nel bar sotto gli occhi di Harvey Keitel sulle note di Jumping Jack Flash degli Stones: musica, immagini, ritmo e luci al neon rosse si fondono in modo perfetto, e, sarà un caso?, il film è proprio del 1973): il fumo delle sigarette, i litri di alcol, la polvere bianca inalata ripetutamente dal protagonista, i suoi occhi sbarrati, le gocce di sudore, le vibrazioni provocate dalla musica e le luci al neon si fondono in un'orgia di immagini e note, in cui sembra di odorare gli scantinati polverosi in cui si esibiscono band emergenti, partecipando con Finestra a un trip mistico che si nutre dell'incredibile energia propria del condividere insieme a degli sconosciuti un'esibizione in cui la musica diventa il centro del mondo, balsamo per l'anima e stimolante per il corpo, una sensazione che in genere soltanto chi si trova nel mezzo della folla di un concerto può provare e capire.
Grazie a un montaggio fluido, che alterna senza soluzione di continuità il presente a flashback del passato e a, tante, allucinazioni nate dalla mente dei protagonisti, Vinyl è proprio come un disco che ruota e viene graffiato dalla puntina di un giradischi, in cui i suoni e le immagini non sono puliti e limpidi, ma impregnati dell'odore di sesso, alcol e fumo, appiccicose di sangue e sudore. La grande differenza tra Don Draper e Richie Finestra è proprio questa: il primo racconta la sua epoca affacciato alle finestre di un grattacielo di Manhattan, il secondo andando in giro per le strade e i locali di New York, mescolandosi insieme alla folla.
Gli anni '70: la musica, lo stile, il mito
Per raccontare un'epoca non basta inserire nella storia eventi e personaggi noti, come il cantante dei Led Zeppelin Robert Plant, interpretato da Zebedee Row - e nei prossimi episodi arriveranno anche Alice Cooper, David Bowie e Andy Warhol, ma bisogna dare importanza anche al costume: oltre alla cura maniacale per la colonna sonora (ricchissima, solo nel primo episodio si sentono le note e/o vengono citati artisti come Led Zeppelin, Slade, Humble Pie, Abba, Aerosmith, Iggy Pop, David Bowie, Joe Houston, Elvis, Donny Osmond e New York Dolls), Vinyl può contare su abiti e scenografie che riportano direttamente negli anni '70, così come le capigliature e il trucco. Non solo. La fotografia sembra uscire direttamente dalle copertine degli album dell'epoca, con colori sgargianti ed elettrici, grazie a un uso sapiente di luci e ombre e neon di colore rosso, verde e rosa.
Bobby Cannavale e gli altri: un cast rock
Altra arma vincente di Vinyl è sicuramente il cast: su tutti lo straripante protagonista, un Bobby Cannavale finalmente in un ruolo principale, che torna a lavorare con Winter e Scorsese dopo aver interpretato Gyp Rosetti in Boardwalk Empire - L'impero del crimine e dimostra di essere un incredibile animale da palcoscenico, dotato del giusto carisma e di una notevole intensità, in grado di passare agilmente da scene drammatiche a battute grossolane, per poi sfogare tutta la sua fisicità in scene violente o dall'alto tasso erotico. Lo seguono nella sua cavalcata verso gli abissi del rock Olivia Wilde, il cui personaggio non si limita a essere la semplice "moglie di", Juno Temple, che, nei panni di Jamie, è pronta per diventare finalmente un nome noto ai più, e i bravissimi Ray Romano, comico protagonista della serie Tutti amano Raymond, e Ato Essandoh, il primo nel ruolo di Zak Yankovich, braccio destro di Richie, e il secondo in quello dell'ex cantante Lester Grimes, rovinato dal protagonista e pronto a cercare la sua vendetta. Oltre al già citato James Jagger, nel cast figura anche un altro pargolo illustre: Jack Quaid, figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan, che interpreta Clark Morelle, giovane talent scout musicale dell'American Century.
Il pilota di Vinyl è dunque di fatto un ottimo film di Martin Scorsese e, se la serie riuscirà a trovare una sua identità in assenza della guida importante del regista premio Oscar, uno dei nuovi titoli più eccitanti, in tutti i sensi, da seguire in questo 2016 televisivo.
Movieplayer.it
4.0/5