Con Venom - La furia di Carnage dal 14 ottobre al cinema con Warner Bros. e Sony, Andy Serkis subentrato alla regia e Kelly Marcel alla sceneggiatura hanno voluto cercare di raddoppiare, anzi moltiplicare, il già doppio punto di vista della storia raccontata. Se nel primo capitolo il giornalista d'inchiesta Eddie Brock (Tom Hardy) e il simbionte Carnage iniziavano una convivenza corporea di reciproca sopravvivenza, li ritroviamo all'inizio di questo sequel un po' più affiatati mentre cercano di raggiungere un rapporto di reciproco rispetto, anche se Carnage continua a ritenersi superiore a Brock e quest'ultimo cerca di convincere il parassita a non mangiare ulteriori persone, nemmeno quelle cattive. Il loro apparentemente idilliaco rapporto subisce una battuta d'arresto durante il film, e questa è solo una delle tante relazioni sviscerate in questo secondo capitolo. Vediamole insieme in questo approfondimento dedicato al tema del doppio e le due anime di Venom - La furia di Carnage.
Simbionti parassiti e umani ospiti
Se nel primo film era Venom il nemico esterno da combattere e temere, almeno inizialmente, qui il villain è Carnage, figlio di Venom perché nato dal suo sangue (da qui il colore rosso) durante una visita in carcere di Brock a Cletus Kasady (la new entry Woody Harrelson visto nella scorsa scena post-credits). Carnage è molto più incontrollabile di Venom e soprattutto dimostra di non avere la stessa simbiosi di reciproca sopravvivenza con Kasady. D'altronde Brock alla base è una brava persona nonostante gli errori commessi, spesso in nome della verità, mentre Kasady ha una storia di abusi alle spalle che lo hanno portato a diventare un pericoloso serial killer. I simbionti che sono in loro non possono quindi che acuire le caratteristiche che già c'erano nei due uomini. Da notare anche la resa visiva differente: in questo sequel Brock e Venom spesso parlano e si confrontano con l'alieno con la testa fuori dal corpo di Eddie, faccia a faccia; mentre Kasady è solamente una faccia che si intravede tra le fauci del simbionte rosso che tenta continuamente di sopraffarlo e zittirlo, mentre Kasady prova a uscire allo scoperto e far sentire la propria voce con scarsi risultati. Forse è proprio la follia nella mente di Kasady a non fargli vedere chiaramente il pericolo in cui va incontro ospitando Carnage.
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Damigelle in difficoltà
Un'altra dualità presente in Venom - La furia di Carnage è quella del rapporto fra le due donne protagoniste della storia di questo sequel, con i loro rispettivi uomini e alieni. Da un lato ritroviamo Elle (Michelle Williams), che continua ad avere bisogno di essere salvata ma sa anche essere determinata e caparbia, visto anche il rapporto creatosi con Venom di reciproco rispetto e reciproca sfida. Anche perché sa che ora che Eddie non sta più con lei, almeno ha qualcuno che può prendersi costantemente cura di lui. Frances Barrison detta Shriek (Naomie Harris) è invece la new entry psicotica e innamorata di Cletus (ricambiata), che vuole ritrovare dopo molti anni passati ad amarsi in prigione. Una sorta di Joker e Harley Quinn ma con una relazione leggermente più "sana". Shriek ha un potere pericolosissimo tanto per gli umani quanto per i simbionti, dato che i suoni emessi dalle sue urla sfondano proprio quegli hertz che sono il punto debole degli alieni. C'è una sorta di co-dipendenza in entrambe le coppie, che non riescono a stare lontane, ma mentre Elle ha il Dr. Dan (Reid Scott), per Frances c'è solo Cletus. Anche il rapporto fra le due donne e i simbionti è molto diverso: se Venom ama Elle e tifa per un suo ritorno con Eddie anche perché il suo ospite è ancora innamorato di lei - le scene fra i due sono le più ispirate nel sequel - Carnage al contrario vorrebbe uccidere Frances perché intralcia i suoi piani di presa di controllo totale su Cletus, ed inoltre le urla di lei sono troppo nocive per lui e la sua specie.
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Il tema del doppio
Fin dal primo film era evidente il rifarsi al tema del doppio, una doppia personalità già vista in opere come Dr Jekyll e Mr Hyde, Dorian Gray, Fight Club e molte altre tra letteratura, filosofia e audiovisivo; in questo caso però si tratta di un "doppio" che nasce da una convivenza forzata, dall'entrata di un parassita estraneo (addirittura alieno) che scombussola il già precario equilibrio presente nell'essere umano. Il doppio non sempre è bene, non sempre è meglio insomma, tutto dipende dalla "base" su cui plasma e costruisce la propria "casa". L'antieroe diventa eroe (anche in seguito alla rilettura "comica" della pellicola) e viceversa. C'è una scena in questo sequel in cui Venom dopo un forte litigio con Eddie che li farà separare per un po' - emotivamente ma anche fisicamente, con le difficoltà di sopravvivenza del simbionte che sappiamo - butta le sue cose dalla finestra, proprio come un litigio tra innamorati. Una sequenza emblematica della relazione che i due stanno vivendo, anche inconsapevolmente. Sono le relazioni quindi il fulcro del film, esplicite e sopite, umane e aliene, pronte a mostrarsi e a mostrare i personaggi sotto una veste inedita e, magari, sorprendente.