Approdano le prime star sul Lido veneziano e il festival comincia ad animarsi in un delirio di flash fotografici e forsennate cacce agli autografi.
Il film d'apertura firmato dai geniali fratelli Coen, Burn After Reading, ha portato sull'ambita passerella della Mostra due sex symbol hollywoodiani, i bellissimi George Clooney e Brad Pitt, e due attrici premi Oscar, Tilda Swinton e Frances McDormand (moglie di Joel Coen).
La commedia grottesca degli autori di Fargo e del pluripremiato Non è un paese per vecchi ha ottenuto un grande successo, guadagnandosi un'approvazione dilagante tra i critici e i cinefili presenti in laguna. Clooney, Pitt e la Swilton sono stati disponibili e sorridenti a salutare il loro fremente pubblico di ammiratori in attesa davanti al red carpet, mentre i due registi-sceneggiatori non si sono nemmeno avvicinati alla folla di fan pronti con carta e penna.
La madrina della serata è stata la bravissima attrice russa Ksenia Rappoport, applaudita dal pubblico italiano nel film di Tornatore La sconosciuta, con il quale lo scorso anno ha vinto il David di Donatello come migliore attrice. A presiedere invece la giuria del concorso il famoso regista, sceneggiatore e produttore tedesco Wim Wenders, sempre stravagante col suo abito scuro e gli occhiali dalla spessa montatura nera. La giornata inaugurale del festival ha visto brillare anche: per la sezione Orizzonti, l'interessante film del figlio d'arte Marco Pontecorvo (figlio di Gillo), Pa-ra-da, storia vera di un clown di strada che cerca di salvare dei bambini rumeni in una Budapest povera e disastrata; per le Giornate degli autori, l'insolita commedia di Ugo Pasolini, Machan, racconto di due amici che risolvono la tristezza giocando a pallamano, e il thriller sloveno Landscape No.2 di Vinko Möderndorfer, che ricorda la tragedia delle fosse comuni partendo da un quadro; per Venezia 65 invece, Jerichow, del tedesco Christian Petzold.
Alla fine della prima giornata inaugurale della Mostra il giudizio popolare sull'audace selezione di pellicole di quest'anno si divide: qualcuno dichiara con una smorfia la propria delusione per l'esigua presenza di celebrità da red carpet, mentre altri accolgono con entusiasmo la scelta di far spazio a pellicole che, anche se non spalleggiate dalla presenza di grandi nomi, si distinguono per originalità e impegno contenutistico.
Molti sono i titoli americani, ma appartenenti ad un cinema USA indipendente più che alla patinata Hollywood da copertina; due film d'animazione giapponese (uno dei quali dell'indiscusso maestro Hayao Miyazaki); forte la presenza di opere italiane in programma, una fiduciosa mano tesa verso quel cinema nostrano che aveva senza dubbio deluso nella scorsa edizione.
Attesi per domani il film sullo stilista italiano Valentino, la nuova opera di Takeshi Kitano, Achilles and the Tortoise, i gommosi pupazzi animati di Minoru Kawasaki in Monster X strikes back: attack the G8 summit! e Shirin di Abbas Kiarostami con Juliette Binoche.