Il box-office americano e non dell'ultimo fine settimana ha avuto come protagoniste Warner Bros e Amazon MGM con Uno Rosso e la Paramount con Il gladiatore 2. Protagoniste che, però, sono state molto attente a non pestarsi i calli vicendevolmente. La Warner, che ha in capo la distribuzione internazionale della commedia action di Natale diretta da Jake Kasdan con Dwayne Johnson e Chris Evans nel cast, ha saggiamente deciso di portare il lungometraggio nei cinema al di fuori degli Stati Uniti con una decina di giorni d'anticipo rispetto alla release del kolossal di Ridley Scott in maniera tale da evitare uno scontro diretto dal quale sarebbe probabilmente uscito con le ossa se non rotte, quantomeno parecchio doloranti.
Effettivamente, anche se sulle performance commerciali del Gladiatore 2 aleggia ancora un punto di domanda grande come un palazzo, il film ha raccolto 87 milioni dai mercati internazionali nel week-end. Uno Rosso, dal 6-7 novembre nelle sale extra US, ne ha incassati 50. Negli Stati Uniti si è verificata la situazione opposta con Uno Rosso distribuito dal 15 novembre, una settimana prima della nuova fatica del papà di Alien. E alla pellicola Amazon MGM è accaduto qualcosa che, come si suol dire, è l'ennesima prova dei tempi che stanno cambiando.
Uno Rosso, la recensione: Dwayne Johnson, Chris Evans e un action comedy dal sapore natalizio
Uno Rosso: un primo fine settimana inferiore a Joker 2
Uno Rosso ha debuttato al botteghino statunitense con una cifra pari a 34 milioni di dollari (accompagnati da critiche per lo più negative, ma un ottimo CinemaScorse pari ad A-). 3 milioni e mezzo in meno rispetto a quel Joker: Folie à Deux che, dal giorno di uscita, si è trasformato in un vero e proprio caso di studio di tutto quello che poteva andar male nella realizzazione del sequel di uno dei film di maggior successo degli ultimi 5 anni. Tuttavia, intorno al blockbuster si respira molta meno negatività nonostante nei mesi scorsi sia deflagrata online una piccola bombetta di bad publicity sulla quale il diretto interessato, Dwayne Johnson, è tornato a parlare durante la recente promozione stampa del progetto.
Una bombetta causata da un report diffuso ad aprile dalle pagine di The Wrap che, a onor del vero, scadeva un po' nel ridicolo. Nell'articolo veniva spiegato che Uno Rosso aveva raggiunto l'esorbitante budget di 250 milioni di dollari un po' per via dei compensi upfront delle star (inizialmente pareva che il lungometraggio fosse destinato direttamente allo streaming), poi per via del comportamento di The Rock sul set. La star era solita presentarsi sul set anche con 8 ore di ritardo e del suo non voler lavorare per più di 4, 5 ore e della sua peculiare abitudine di fare la pipì nelle bottigliette d'acqua per risparmiare tempo e di affidare al suo staff il compito di smaltirle.
Un "modus operandi" questo che Dwayne Johnson non ha mai nascosto e che "mette in atto" soprattutto mentre si sta allenando in palestra. Diciamo che negli anni Hollywood, MeToo in primis, ci ha abituato a ben altre nefandezze, ma, in ogni caso, il team di MGM e Amazon ha sempre smentito l'aneddotica dei ritardi sul set. Premesso tutto ciò, come mai l'aria che si respira intorno a Red One è decisamente meno pesante rispetto a quella che Todd Phillips and co hanno respirato dopo l'uscita di Joker: Folie à Deux?
Streaming e aspettative
È abbastanza palese che la posta in gioco "artistica" fosse decisamente più alta con Joker: Folie à Deux che con un film di Natale nel quale, budget stratosferico a parte, ci viene mostrato un Babbo Natale interpretato da J.K. Simmons che, in quanto a forma fisica, può dare del filo da torcere a quello di Le 5 leggende. Ma c'è anche una considerazione meramente pratica da fare. Uno Rosso, come dicevamo qualche riga più su, inizialmente era stato concepito come un'esclusiva streaming per poi essere dirottato nelle sale dopo alcune proiezioni di prova andate particolarmente bene. Anche se, al momento, il film non ha una data di distribuzione né in PVOD né in SVOD su Prime Video, data la sua natura di pellicola di Natale possiamo presumere che dicembre sia il mese su cui piazzare le nostre scommesse.
Resta da capire se la multinazionale vorrà prima aumentare le revenue della pellicola limitandosi inizialmente a una distribuzione con noleggio e acquisto digital senza proporlo gratuitamente, in contemporanea, a chi ha un abbonamento Prime attivo. In ogni caso, nonostante il budget di sicuro non basso del tentpole di Natale, proprio come con Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese lo scorso anno, baciato (per modo di dire) da un primo fine settimana nordamericano da 23 milioni a fronte di un budget superiore ai 200, la silhouette di cosa sia definibile come flop e cosa no diventa molto più sfumata quando un film diventa un mezzo per attirare abbonati a una piattaforma streaming, sia essa Apple TV+ o Prime Video, facente parte di un qualche colosso tech che i soldi veri li fa altrove.
Partendo dal principio che a nessuna azienda piace perdere dei soldi, i budget di due kolossal differenti fra loro come il film di Scorsese e quello di Kasdan Jr, equivalgono a trenta secondi di fatturato che Apple fa con le AirPods e Amazon con il suo e-commerce (e non tiriamo neanche in ballo altri servizi con cui i due giganti generano anche più utili). Amazon non si è mai nascosta dietro a un dito in merito a ciò, anzi. Proprio come Apple, ha sempre specificato a gran voce che per le sue produzioni cinematografiche la metrica del box-office non è l'unica che conta, né la più importante.
Il carburante principale non sono gli spettatori paganti, che di certo non guastano, ma gli abbonati a Prime Video. E, gioco forza, se una compagnia non ha il box-office come fonte di revenue principale, il concetto stesso di flop cinematografico che finisce per mutare forma e aspetto. E un film, non importa quale sia il suo budget e quale il suo ritorno commerciale in quanto a biglietti staccati, a quel punto vedrà il passaggio in sala come una "pubblicità premium" all'arrivo in streaming.