Torna finalmente Un professore, una delle fiction fenomeno di Rai1, dal 20 novembre per sei settimane in prima serata. Il successo parte dal suo protagonista, Dante Balestra, un insegnante di filosofia anticonvenzionale che mette al primo posto gli studenti per aiutarli ad affrontare la vita quotidiana, piuttosto che seguire pedissequamente il programma scolastico.
Un'utopia? Non necessariamente, come ci racconta Alessandro Gassmann nella nostra intervista. Disponibile e gentilissimo, non centellina la risposte alle nostre domande sul futuro della serie.
Un professore 3, intervista ad Alessandro Gassmann
La prima lezione di Dante in questa terza stagione è su Shakespeare e la maturità. "Io sto messo peggio di Dante" - scherza l'attore - "Sia culturalmente che emotivamente. Faccio un mestiere che mi porta a non maturare (ride). Mi auguro però di rimanere così, abbastanza infantile per alcuni versi, per poter continuare a giocare coi ruoli e coi personaggi. Nella serie Dante rimarrà un eterno immaturo, sicuramente, combinando danni ma compiendo anche molte buone azioni per i ragazzi".
Un professore come Dante Balestra?
Quanto ci sarebbe bisogno di più professori come Dante? Per Alessandro Gassmann "fortunatamente esistono già. Mio figlio, ad esempio, ha avuto proprio un professore di filosofia così, che purtroppo è morto prematuramente ma gli ha cambiato la vita, anche scolastica".
Continua: "Non dico che mi sono ispirato a lui perché l'ho conosciuto poco, ma è la dimostrazione reale di quanti Balestra ci siano in giro. Sono grandi docenti e il sistema scolastico dovrebbe premiarli ed aiutarli a sviluppare questo tipo di insegnamento. Stare vicino ai ragazzi, avere interesse nel capire chi sono e dove vogliono andare. Quindi una scuola, come ha giustamente detto il nostro regista Andrea Rebuzzi, più elastica, che capisca che ognuno di noi è diverso. Dante è aiutato dalla sua materia: il filosofo cerca di cogliere tutte le diversità e le sfumature, cerca di capire tutti gli errori. Non per condonarli, ma per non ripeterli".
Dopo l'esperienza scolastica del figlio Leo, ci racconta della propria: "Non ho avuto un insegnante come Dante, è per questo che sono stato un pessimo studente. Mi sarebbe piaciuto ma non ho avuto questa fortuna. Io faccio parte di quella generazione cresciuta con un sistema molto coercitivo, che faceva paura. Io andavo a scuola col terrore dei voti e della rabbia dei docenti. Penso che tale sistema dovrebbe scomparire definitivamente, ma mi sembra che siamo sulla buona strada in questo senso".
Il futuro della serie Rai: una quarta stagione?
A proposito di maturità, la terza stagione di Un professore, arrivando al diploma del liceo, chiude un arco narrativo importante per tutti i protagonisti. L'attore però non è spaventato all'idea di insegnare ancora: "Questa è una serie alla quale sono molto legato e a cui devo molto. Spero vada avanti per molti anni data la sua importanza. Non necessariamente con me, perché ad un certo punto il pubblico o altre personalità coinvolte vorranno un nuovo insegnante. La Rai però intanto ha già confermato la quarta stagione".