Scrivere questa recensione di Un giorno di pioggia a New York è quasi un privilegio, perché, come è noto, questo nuovo bellissimo film di Woody Allen abbiamo davvero rischiato di non vederlo. E dispiace per gli spettatori americani, (per una volta) meno fortunati di noi europei, che probabilmente non potranno vederlo mai: ma d'altronde è probabile che al pubblico statunitense nemmeno interessi un film come questo o che, come nel caso dei critici a stelle e strisce, nemmeno l'avrebbero capito.
Travolto dalle (assurde) polemiche legate al suo regista, Un giorno di pioggia a New York è stato vittima non solo del bigottismo e della più insensata delle censure, ma anche di aspettative sbagliate: perché avere nel cast delle giovanissime star, non vuol dire necessariamente realizzare un film per giovani o al passo con i tempi. Allen è da sempre fedele a sé stesso, alla sua poetica e alla sua visione del cinema e della vita, e di certo non si snatura ad ottantatré anni suonati. Eppure, per quanto paradossale possa sembrare, questo suo nuovo film rappresenta quasi un inaspettato slancio di ottimismo e speranza per il futuro e le nuove generazioni.
Una trama fatta di incontri bagnati e (s)fortunati
La storia raccontata è talmente essenziale da essere davvero racchiusa nel titolo: Gatsby e Ashleigh sono due giovani studenti che decidono di trascorrere un fine settimana romantico a New York. Lui, proveniente da una ricca famiglia neyworchese, vorrebbe portarla in tutti i luoghi della città che ama e al tempo stesso tenerla lontana dai genitori e dal loro galà di beneficenza. Lei, figlia di banchieri dell'Arizona, ha la possibilità di intervistare un famoso regista per il giornale dell'università. Per entrambi la giornata non andrà come previsto e il weekend romantico si trasformerà ben presto in una serie di incontri segnati dalla pioggia e dal destino.
Ashleigh sarà affascinata e rapita da personalità del cinema, dallo star system, dagli aspetti più glamour e quasi losangelini di una New York lontanissima da quella descritta e amata dal suo compagno, ma anche dello stesso Allen. Gatsby invece ritrova vecchie conoscenze, quell'amore atavico per la sua città e la cultura con cui è cresciuto e affronta così il proprio passato. Fin dall'inizio del film sono evidenti le differenze tra i due giovani, quasi come a marcare i due diversi approcci che si possono avere non solo vero la Grande Mela ma anche verso l'arte e la vita stessa.
Due giovani talenti, un grande cast ma la star è il regista
Woody Allen affida le parti da protagonisti a due attori giovanissimi e amatissimi tanto dal cinema d'autore americano che dal grande pubblico: Timothée Chalamet e Elle Fanning. Entrambi perfetti nei loro ruoli, e meravigliosamente fotografati da un maestro quale Vittorio Storaro, sono in realtà quasi una scusa per il regista per tornare a dedicare le sue attenzioni alla città e gli aspetti della vita che più ama: il cinema, la musica, l'arte. E, ovviamente, quell'ironia che da sempre contraddistingue tutte le sue opere, anche quelle più astratte e filosofiche come d'altronde è questo Un giorno di pioggia a New York.
Seppur il cast del film sia di altissimo livello - oltre ai protagonisti abbiamo anche Selena Gomez, Jude Law, Liev Schreiber, Diego Luna, Rebecca Hall e una magnifica Cherry Jones, a cui spetta un monologo bellissimo e di grande significato - è sempre Woody Allen a brillare più di tutti, quale presenza invisibile ma tangibilissima anche sullo schermo. Il personaggio di Gatsby Welles (un nome che è tutto un programma) non è una versione giovanile di Allen, ma la rappresentazione di un ideale alleniano che va avanti da decenni: la ricerca per il bello e per la cultura come rimedio ad ogni male e bruttura del mondo.
Manhattan e la nostalgia di un passato che per Woody Allen è sempre presente
Un discorso, insomma, non troppo differente da quel capolavoro che è il Manhattan del 1979, una vera e proprio estensione del celebre monologo su "le cose per cui vale la pena di vivere" del suo Isaac Davis. Se però il protagonista del film di quarant'anni fa arrivava alla realizzazione troppo tardi, mentre si auto-psicoanalizzava steso su un divano, per Gatsby l'epifania arriva sotto la pioggia, vagando per la città e "subendo" quello che il destino ha in serbo per lui. Come per esempio la compagnia di una ragazza che non sa ancora di amare, ma che in realtà è già, ed è sempre stata, parte integrante della sua vita e delle sue passioni. Perché a volte non ha senso cercare di imporre i propri gusti e la propria filosofia, ma semplicemente accontentarsi di quello che ci fa star bene, ci rende felici e magari sperare di trovare qualcuno che sia in grado di condividere tutto questo e capire veramente quel che siamo.
Woody Allen da grande saggio e "filosofo" della vita, tutto ciò lo ha capito da tempo e forse è per questo che, per l'occasione, ha abbandonato anche il suo celebre e innato pessimismo cosmico: Un giorno di pioggia a New York è per noi spettatori come un sogno romantico e nostalgico, uno splendido omaggio al cinema del passato (il finale sembra voler richiamare le vecchie commedie romantiche alla George Cukor, Ernst Lubitsch o Preston Sturges); per Allen è semplicemente una riproduzione fedele della sua realtà, immutata e ferma nel tempo.
Conclusioni
Concludiamo questa recensione di Un giorno di pioggia a New York con un ringraziamento a Lucky Red per averci regalato quest'uscita in sala per l'Italia. Non poter vedere questo film sarebbe stato davvero una vergogna, soprattutto in considerazione di quanto racconta della filosofia e del cinema di Woody Allen. Ovvio che non siamo al livello dei capolavori degli anni '70, ma sicuramente tra i film più recenti del regista newyorchese questo è forse il più sincero, il più poetico e anche il più ottimista.
Perché ci piace
- Woody Allen è in grande forma: si ride di gusto per alcune battute, ci si innamora con e dei personaggi, si sogna di passeggiare per New York.
- Visivamente splendido grazie all'eccellente lavoro di due italiani: Vittorio Storaro alla fotografia e Santo Loquasto alle scenografie.
- Timothée Chalamet ed Elle Fanning si confermano dei grandi talenti, ma tutto il cast funziona alla perfezione.
- La New York di Allen è più bella e cinefila che mai, un vera gioia soprattutto per gli appassionati delle vecchie commedie romantiche hollywoodiane.
Cosa non va
- Chi si aspetta il Woody Allen più cinico e pessimista o, visto il cast, un film sui giovani di oggi potrebbe rimanere deluso.